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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7400 del 16 giugno 1992
«Per «conclusione dell'affare», dalla quale a norma dell'art. 1755 c.c. sorge il diritto alla provvigione del mediatore e con la quale coincide ex art. 2935 il dies a quo della relativa prescrizione, deve intendersi il compimento di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15880 del 6 luglio 2010
«In tema di mediazione, per aversi diritto alla provvigione non basta che l'affare sia stato concluso, ma, in forza dell'art. 1755 c.c., occorre che la conclusione sia avvenuta per effetto dell'intervento del mediatore. L'accertamento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12527 del 21 maggio 2010
«In tema di contratto di mediazione, l'affare - da intendersi nel senso di qualsiasi operazione economica generatrice di un rapporto obbligatorio - deve ritenersi concluso, per effetto della "messa in relazione" da parte del mediatore, quando si...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5348 del 5 marzo 2009
«Affinché sorga il diritto del mediatore alla provvigione è sufficiente che la conclusione dell'affare possa ricollegarsi all'opera dello stesso svolta per l'avvicinamento dei contraenti, purché, però, tale attività costituisca il risultato utile...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10606 del 2 agosto 2001
«Il diritto del mediatore alla provvigione sorge quando la conclusione dell'affare sia in rapporto causale con l'opera dello stesso volta, e, pur non essendo richiesto che tra l'attività del mediatore e la conclusione dell'affare sussista un nesso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9078 del 5 luglio 2001
«Il diritto del mediatore alla provvigione deve essere riconosciuto anche quando l'attività da lui svolta in concreto non sia qualificabile quale fattore esclusivo e determinante la conclusione dell'affare, risultando sufficiente invece che,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2136 del 25 febbraio 2000
«Il diritto del mediatore alla provvigione sorge quando la conclusione dell'affare sia in rapporto causale con l'opera dallo stesso svolta, senza che sia necessario il suo intervento in tutte le fasi delle trattative, fino all'accordo definitivo,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1233 del 4 febbraio 2000
«Il diritto alla provvigione spetta a chi abbia prestato effettivamente opera di mediazione e, quindi, abbia cooperato a mettere in relazione i soggetti del contratto principale; tale cooperazione non si esplica — e pertanto non sussiste la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11911 del 7 agosto 2002
«In tema di determinazione della provvigione dovuta al mediatore, tenuto conto del carattere sussidiario dei criteri previsti in ordine successivo dall'art. 1755 c.c., soltanto qualora le parti non abbiano stabilito la misura di detta provvigione,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3438 del 8 marzo 2002
«In tema di mediazione, non può ritenersi nulla per contrarietà a norme imperative la clausola relativa alla previsione della misura pattizia della provvigione inserita in un modulo a stampa contenente le condizioni di contratto predisposte dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5108 del 26 maggio 1999
«Il valore dell'affare ai fini del calcolo della provvigione del mediatore con riferimento ad una compravendita corrisponde al prezzo effettivamente pagato e pertanto, qualora l'oggetto della compravendita mediata sia la totalità delle quote o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4003 del 16 giugno 1986
«La pattuizione in favore del mediatore di una provvigione corrispondente al supero (rispetto ad una cifra stabilita) ricavabile dalla vendita di un immobile, ove conclusa, entro una certa data, sia con l'intervento del mediatore, sia direttamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16623 del 16 luglio 2010
«In tema di responsabilità del mediatore, la mancata informazione del promissario acquirente sull'esistenza di una irregolarità urbanistica non ancora sanata relativa all'immobile oggetto della promessa di vendita, della quale il mediatore stesso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6714 del 15 maggio 2001
«In tema di mediazione, il limite dell'obbligo d'informazione che l'art. 1759, primo comma, c.c. pone a carico del mediatore non esclude affatto la possibilità di configurare la sua responsabilità per avere dato ad uno dei contraenti informazioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4126 del 22 marzo 2001
«Nell'attuale sistema normativo, quale risulta delineato dalla legge 3 febbraio 1989, n. 39, il mediatore è un operatore specializzato e, come tale, è tenuto nello svolgimento della sua attività ad osservare la diligenza qualificata richiesta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5107 del 26 maggio 1999
«L'art. 1759, comma primo, codice civile, laddove impone al mediatore di comunicare alle parti le circostanze a lui note, relative alla valutazione e sicurezza dell'affare, che possono influire sulla sua conclusione, deve essere letto in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4791 del 17 maggio 1999
«Poiché la legge n. 39 del 1989 subordina l'esercizio dell'attività di mediazione al possesso di specifici requisiti di capacità professionale, configurandola come attività professionale, l'obbligo di informazione gravante sul mediatore a norma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5938 del 27 maggio 1993
«Poiché nella mediazione, che consiste nel mettere in relazione due o più parti per la conclusione di un affare, i soggetti del contratto sono tenuti all'obbligo generale è reciproco della buona fede, il quale si concreta a norma dell'art. 1759...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5183 del 21 settembre 1988
«L'azione di risoluzione per difetto, nella cosa venduta, delle qualità promesse ovvero di quelle essenziali per l'uso a cui è destinata (art. 1497 c.c.) e l'azione di responsabilità contro il mediatore per mancata comunicazione alle parti di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1102 del 14 febbraio 1996
«La domanda risarcitoria proposta nei confronti del promittente venditore perle circostanze o i vizi che diminuiscono il valore della cosa venduta non impedisce al promittente compratore di far valere nei confronti del mediatore che era a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6866 del 21 giugno 1993
«L'assimilazione dei campeggi turistici agli alberghi, ai sensi dell'art. 1786 c.c., ai fini dell'applicazione della disciplina del deposito in albergo dettata dagli artt. 1783 e seguenti c.c., con l'esclusione prevista dall'art. 1785 quinquies...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 14319 del 28 giugno 2011
«L'istituzione da parte dei Comuni, previa deliberazione della Giunta, di aree di sosta a pagamento ai sensi dell'art. 7, comma 1, lettera f), del d.l.vo 30 aprile 1992, n. 285 (codice della strada), non comporta l'assunzione dell'obbligo del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1957 del 27 gennaio 2009
«In caso di parcheggio di un automezzo in un'area recintata a ciò predisposta e gestita da una società, va esclusa l'applicabilità della norma di cui all'art. 7, comma 1 lett. f), del d.lgs. n. 285 del 1992, che si riferisce alla destinazione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5837 del 13 marzo 2007
«Nel caso di parcheggio di un automezzo nell'apposito piazzale gestito da una ditta privata, si verte in tema di contratto atipico per la cui disciplina occorre far riferimento alle norme relative al deposito. Infatti, l'offerta della prestazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22598 del 1 dicembre 2004
«Al contratto di parcheggio (o di posteggio), che rientra nella categoria dei contratti atipici, deve ritenersi applicabile la disciplina del deposito, con conseguente responsabilità ex recepto del gestore, di talchè l'eventuale clausola di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6804 del 15 giugno 1991
«L'autorizzazione, per mero titolo di cortesia, al posteggio di un veicolo nello spiazzo privato (nella specie, recintato) antistante uno stabilimento industriale, anche se emessa da dipendente dell'impresa dotato dei necessari poteri, non implica,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7557 del 22 dicembre 1983
«Il contratto atipico di posteggio di un veicolo (nella specie, roulotte) va inquadrato, ai fini della sua disciplina, nello schema generale del contratto di deposito il quale comporta l'affidamento della cosa al depositario — che può avvenire in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 359 del 13 gennaio 1993
«Per vincere la presunzione iuris tantum di gratuità del deposito stabilita dall'art. 1767 c.c. non può ritenersi sufficiente l'esercizio da parte del depositario di una qualsiasi attività economica nell'ambito della quale il deposito e la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1495 del 22 maggio 1973
«La presunzione di gratuità del deposito cade di fronte alla circostanza che il depositario esplichi abitualmente una retribuita attività di custodia; essa può essere altresì esclusa da una espressa contraria volontà delle parti ovvero essere vinta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6048 del 12 marzo 2010
«Nel contratto di deposito, soggetto attivo dell'obbligazione di restituzione è il depositante, non potendo il depositario esigere la prova della proprietà della cosa depositata; egli, pertanto, è anche soggetto attivo dell'obbligazione sostitutiva...»