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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8729 del 15 aprile 2011
«L'intimazione di licenza per finita locazione, anche se sia processualmente inidonea allo scopo (nella specie, a causa dell'indicazione di una data di scadenza del contratto erronea ed anticipata rispetto a quella effettiva), costituisce pur...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5464 del 14 marzo 2006
«La rinnovazione tacita del contratto di locazione, ai sensi dell'articolo 1597 c.c., postula la continuazione della detenzione della cosa da parte del conduttore e la mancanza di una manifestazione di volontà contraria da parte del locatore,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11701 del 5 agosto 2002
«In materia di locazioni, l'art. 1597 c.c. Stabilisce che nell'ipotesi di rinnovazione tacita del contratto di locazione la nuova locazione è regolata dalle stesse condizioni della precedente, ma la sua durata è quella stabilita per le locazioni a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12959 del 23 ottobre 2001
«La disdetta di un contratto di locazione successiva alla rinnovazione tacita già verificatasi, ai sensi dell'art. 1597 c.c., non può incidere sulla tacita riconduzione ormai prodottasi, e quindi può valere soltanto ad impedire un'altra...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4472 del 28 marzo 2001
«Il contratto di locazione di immobili adibiti ad uso abitativo per il soddisfacimento di esigenze transitorie non può ritenersi incompatibile con l'istituto della rinnovazione tacita ex art. 1597 c.c., se dalle circostanze di fatto non risulti,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12833 del 23 dicembre 1998
«La volontà espressa dal locatore di non rinnovare il contratto di locazione alla scadenza comporta l'esaurimento dell'efficacia del contratto alla predetta data, che può essere superato soltanto mediante la manifestazione di una concorde volontà...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5618 del 9 giugno 1994
«La rinnovazione tacita della locazione, prevista dal comma 1, dell'art. 1597 c.c., nel caso in cui, scaduto il termine, il conduttore rimane ed è lasciato nella detenzione della cosa locata, non richiede una volontà positiva del locatore, anche...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3174 del 3 luglio 1989
«Dall'abbandono da parte del locatore, per inattività o rinuncia, di un giudizio di rilascio nei confronti del conduttore, ancorché possa derivarne l'estinzione del processo (ma non dell'azione ai sensi del primo comma dell'art. 310 c.p.c.), non è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8288 del 19 giugno 2000
«In tema di responsabilità dell'appaltatore per rovina e difetti di cose immobili, al termine decadenziale previsto dall'art. 1669 c.c. in relazione alla denuncia, la quale si pone come necessario presupposto per poter agire per il risarcimento del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8187 del 16 giugno 2000
«In tema, di appalto, poiché, la denuncia dei gravi difetti o del pericolo di rovina dell'opera costituisce, ai sensi dell'art. 1669 c.c., una condizione dell'azione di responsabilità esercitabile nei confronti dell'appaltatore o del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14218 del 17 dicembre 1999
«In tema di appalto, l'onere della denuncia del vizio dell'edificio appaltato sorge, a norma dell'art. 1669 c.c., non già per effetto della semplice manifestazione e percezione del difetto costruttivo, ma per effetto della riconducibilità del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11613 del 18 novembre 1998
«In tema di responsabilità dell'appaltatore per rovina e difetti di cose immobili ai sensi dell'art. 1669 c.c., l'identificazione degli elementi conoscitivi necessari e sufficienti perché possa individuarsi la scoperta del vizio ai fini del computo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8689 del 2 settembre 1998
«A differenza dell'azione per la difformità e vizi dell'opera di cui all'art. 1667 c.c., l'azione per gravi difetti, disciplinata dall'art. 1669 c.c., prescinde dalla consegna dell'opera e dal collaudo, mentre il termine annuale per evitare la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17488 del 9 agosto 2007
«In mancanza di una contraria volontà dei contraenti, la vendita dell'immobile locato determina, ai sensi del combinato disposto degli artt. 1599 e 1602 c.c., la surrogazione, nel rapporto di locazione, del terzo acquirente che subentra nei diritti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2464 del 20 febbraio 2001
«La regola emptio non tollit locatum dettata dall'art. 1599 c.c., con specifico riguardo al trasferimento a titolo particolare della cosa locata, in base alla quale si verifica la cessione legale del contratto con la continuazione dell'originario...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5724 del 13 giugno 1994
«Il conduttore, al quale sia stato chiesto il rilascio dell'immobile locato da colui che lo ha acquistato dall'originario locatore, può validamente opporre le eccezioni concernenti la titolarità del diritto di proprietà dell'attore, perché...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10775 del 29 ottobre 1993
«L'acquirente di immobile locato, obbligato a rispettare la locazione stipulata dal precedente proprietario con contratto di data certa anteriore all'alienazione, ai sensi dell'art. 1599, primo comma, c.c., è terzo rispetto al contratto e pertanto,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5454 del 15 maggio 1991
«Il contratto di comodato di un bene stipulato dall'alienante di esso in epoca anteriore al suo trasferimento non è opponibile all'acquirente del bene stesso, atteso che le disposizioni dell'art. 1599 c.c. non sono estensibili, per il loro...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1063 del 4 febbraio 1987
«La conoscenza della locazione della cosa venduta da parte dell'acquirente può avere rilevanza ai fini di cui all'art. 1599, primo comma, c.c. — che, in tema di trasferimento a titolo particolare della cosa locata, prevede l'opponibilità al terzo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 442 del 20 gennaio 1987
«La compravendita dell'immobile locato comporta la successione a titolo particolare nel rapporto di locazione del compratore, il quale diviene parte nei confronti del conduttore per tutti gli ulteriori diritti ed obblighi inerenti alla prosecuzione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1959 del 24 marzo 1984
«Poiché con l'alienazione dell'immobile locato l'acquirente succede nel contratto di locazione dal giorno dell'acquisto (salvo espressa pattuizione che il rapporto locatizio continui a svolgersi nei confronti del venditore) l'alienante, dal momento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5041 del 17 novembre 1977
«Quando il proprietario locatore di un immobile aliena per parti distinte la proprietà della cosa locata, il rapporto di locazione si scinde in tanti distinti rapporti quanti sono gli acquirenti, i quali, ciascuno per la parte rispettivamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8109 del 27 agosto 1997
«Premessa la applicabilità della norma di cui all'art. 1669, in tema di responsabilità dell'appaltatore verso il committente, anche alla analoga fattispecie di responsabilità del costruttore-venditore verso l'acquirente, deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11895 del 13 maggio 2008
«In tema di locazione, il trasferimento a titolo particolare della cosa locata comporta, sul piano sostanziale, in base all'art. 1599 c.c., il subentro nella posizione del locatore dell'acquirente all'alienante nel rapporto locatizio e produce, sul...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11642 del 29 luglio 2003
«Il diritto di recesso esercitabile ad nutum dal committente in qualsiasi momento dell'esecuzione del contratto di appalto non presuppone necessariamente uno stato di regolare svolgimento del rapporto, ma, al contrario, stante l'ampiezza di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12368 del 22 agosto 2002
«In tema di appalto, il recesso del committente disciplinato dall'art. 1671 c.c. può essere convenuto, tra le parti, con determinati requisiti di tempo e di forma, attesa la derogabilità convenzionale della norma in parola, sicché, in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8254 del 29 agosto 1997
«Il contratto d'opera e quello di prestazioni continuative di servizi non possono considerarsi strutture negoziali ontologicamente e funzionalmente diverse tra loro, risultandone, viceversa, la indiscutibile omogeneità, tra l'altro, sotto il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8565 del 7 agosto 1993
«Nel rapporto di appalto, sia pubblico che privato, il recesso ad nutum del committente rappresenta l'esercizio di un diritto potestativo, riservato alla libera determinazione del recedente e sottratto al controllo di terzi e dell'appaltatore,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 729 del 26 gennaio 1987
«Lo scioglimento anticipato del rapporto di appalto — qualunque ne sia la causa — lascia permanere le specifiche obbligazioni, riconducibili al contratto, rispettivamente dell'appaltatore di lasciare libero il fondo, essendo l'occupazione dello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 47 del 13 luglio 1983
«Con riguardo ai contratti di durata (nella specie, appalto continuativo di servizi), per i quali le parti (ovvero la legge o gli usi) prevedano la tacita rinnovazione in difetto di recesso da esercitarsi entro un determinato termine di preavviso,...»