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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10690 del 27 settembre 1999
«In tema di impossibilità temporanea della prestazione per causa non imputabile al debitore, l'art. 1256 c.c. si limita ad escludere, finché detta impossibilità perduri, la responsabilità del debitore per il ritardo nell'adempimento, ma non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2691 del 16 marzo 1987
«L'impossibilità che, ai sensi dell'art. 1256 c.c., estingue la obbligazione è da intendere in senso assoluto ed obiettivo e consiste nella sopravvenienza di una causa, non imputabile al debitore, che impedisce definitivamente l'adempimento; il che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6162 del 20 marzo 2006
«Pertanto, il condebitore non inadempiente non può invocare la norma dettata in materia di obbligazioni solidali dall'art.1307 cod. civ., alla stregua del quale se l'adempimento dell'obbligazione è divenuto impossibile per causa imputabile a uno o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11039 del 12 maggio 2006
«In tema di responsabilità solidale relativa ad obbligazione risarcitoria derivante da un fatto dannoso unico imputabile a più persone, il giudicato - che si formi nel processo dinanzi al giudice dichiarato competente - non può essere invocato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5168 del 22 settembre 1981
«Quando sia accertato che i contraenti sono addivenuti alla conclusione di un contratto sulla base di una presupposizione comune ad entrambe le parti (c.d. condizione non sviluppata o inespressa), il negozio fondato sulla presupposizione può essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1738 del 17 maggio 1976
«Nel contratto in cui sia ravvisabile una presupposizione, e cioè un'obiettiva situazione di fatto che i contraenti, pur non facendone menzione, abbiano sottinteso e tenuto presente come premessa implicita nel consenso, indipendente dalla loro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14318 del 30 ottobre 2000
«...legge n. 270 del 1982, incombeva al Ministero di dimostrare che il mancato adempimento di tale obbligo era derivato da causa ad esso non imputabile e non competeva, invece, ai concorrenti pretermessi di dimostrare la colpa o il dolo della P.A.).»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6423 del 22 aprile 2003
«La norma dell'art. 1359 c.c., secondo cui la condizione del contratto si considera avverata qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario al suo avveramento, non è applicabile nel caso in cui la parte tenuta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13457 del 20 luglio 2004
«L'art. 1359 c.c. — a norma del quale la condizione si ha per avverata se è mancata per causa imputabile alla parte interessata al non avveramento — non intende riferirsi soltanto a coloro che, per contratto, apparivano avere interesse al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10265 del 16 ottobre 1998
«Lo stabilire se il mancato avveramento si debba attribuire a causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario, per trarne la conseguenza di considerare la condizione come avverata, involge una indagine di mero fatto il cui risultato è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2168 del 27 febbraio 1998
«L'art. 1359 c.c. — a norma del quale la condizione si ha per avverata se è mancata per causa imputabile alla parte interessata al non avveramento — si applica anche quando l'evento futuro sia il rilascio di una concessione amministrativa, ove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5243 del 5 giugno 1996
«La norma dell'art. 1359 codice civile secondo cui la condizione si considera avverata qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario all'avveramento di essa trova applicazione nella sola ipotesi di condizione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13519 del 16 dicembre 1991
«L'art. 1359 c.c. secondo cui la condizione si considera avverata qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario all'avveramento di essa, è norma eccezionale in quanto prevede una fictio iuris , che non è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7377 del 9 agosto 1996
«In tema di negozio condizionato, ove, ai sensi dell'art. 1359 codice civile, si debba ritenere verificata la condizione mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario all'avveramento di essa, deve aversi riguardo, al fine...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2464 del 13 aprile 1985
«Perché la condizione possa considerarsi mancata è necessario che l'evento in essa previsto non possa più verificarsi per causa imputabile alla parte avente interesse contrario al suo avveramento. In mancanza di un termine prestabilito, l'avvenuto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1468 del 17 maggio 1974
«Perché possa considerarsi avverata, a norma dell'art. 1359 c.c., la condizione mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario al suo avveramento, è necessario anzitutto individuare quale delle parti avesse in concreto tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10484 del 1 giugno 2004
«Con riferimento al contratto di ormeggio con obbligo di custodia, in caso di avaria, deterioramento o distruzione della imbarcazione, il concessionario dell'ormeggio non si libera della responsabilità "ex recepto" provando di avere usato nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10127 del 2 maggio 2006
«L'inosservanza di un termine non essenziale previsto dalle parti per la esecuzione di un'obbligazione contrattuale, pur impedendo la configurabilità della risoluzione di diritto, ai sensi dell'art. 1457 c.c. in mancanza di una diffida ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12973 del 20 dicembre 1995
«Ne consegue che, qualora l'obbligazione di facere non venga adempiuta e l'inesecuzione sia imputabile al promittente, ovvero venga eseguita in violazione dei doveri di correttezza e buona fede, il promissario avrà a disposizione gli ordinari...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11356 del 16 maggio 2006
«La parte non inadempiente può anche non esercitare il recesso, e chiedere la risoluzione del contratto e l'integrale risarcimento del danno sofferto in base alle regole generali (art. 1385, terzo comma, c.c.), e cioè sul presupposto di un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 818 del 16 gennaio 2007
«...contrattuale e non al secondo provare il titolo giustificativo della maggiorazione, il quale è insito nella causa stessa del contratto individuale di lavoro subordinato, autonomamente convenuto purché nel rispetto dei limiti dell'art. 1418 c.c.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6450 del 1 aprile 2004
«Al di fuori delle eccezioni in senso stretto, che sono condizionate dalla legge alla manifestazione di volontà espressa della parte di volersene avvalere, di talché non possono essere rilevate d'ufficio anche se sia acquisita alla causa la prova...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8199 del 23 luglio 1991
«La formale costituzione in mora del debitore è prescritta dalla legge per determinati effetti, tra cui preminente è quello del carico al debitore medesimo del rischio della sopravvenuta impossibilità della prestazione per causa a lui non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6880 del 18 giugno 1991
«Ne consegue che se l'obbligazione debba, per accordo fra le parti, essere adempiuta a più riprese, abbia cioè più scadenze, e la domanda di risoluzione sia stata proposta quando non tutte le scadenze si siano verificate, il cennato disposto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3194 del 10 novembre 1971
«In materia negoziale l'effetto più rilevante del carattere essenziale di un termine è quello di non rendere possibile l'esecuzione tardiva (art. 1457 c.c.); nel caso di inosservanza di termine non essenziale l'inadempiente potrà evitare la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26958 del 20 dicembre 2007
«In particolare, l'impossibilità sopravvenuta della prestazione si ha non solo nel caso in cui sia divenuta impossibile l'esecuzione della prestazione del debitore, ma anche nel caso in cui sia divenuta impossibile l'utilizzazione della prestazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1037 del 28 gennaio 1995
«La impossibilità sopravvenuta della prestazione, che derivi da causa non imputabile al debitore ai sensi dell'art. 1218 c.c., opera, paralizzandola, più propriamente in relazione ad una domanda di adempimento, determinando, essa, di diritto, nei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1623 del 25 gennaio 2007
«Nel contratto preliminare di vendita di cosa da costruire, il venditore che assuma anche l'obbligazione di realizzazione del bene è tenuto a prestare la relativa, necessaria attività e risponde di inadempimento contrattuale nel caso in cui non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4772 del 10 novembre 1989
«A differenza della vendita di cosa futura, la quale ha per oggetto beni prodotti dalla natura, come i frutti di un fondo, i parti degli animali o altre cose la cui venuta ad esistenza è considerata dai contraenti come incerta e non dipendente in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12410 del 11 ottobre 2001
«Nella vendita o nella promessa di vendita di cosa altrui, la quale non integra una promessa del fatto del terzo, in quanto con essa il venditore (o il promittente venditore) assume in proprio l'obbligazione del trasferimento del bene, il diritto...»