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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6559 del 27 giugno 1990
«Nell'ambito dell'istituto «dell'impresa familiare» di cui all'art. 230 bis c.c., caratterizzato dall'assenza di un vincolo societario e dalla insussistenza di un rapporto di lavoro subordinato tra i familiari e la persona del capo (quale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8362 del 3 aprile 2007
«La legge 8 febbraio 2006, n. 54 sull'esercizio della potestà in caso di crisi della coppia genitoriale e sull'affidamento condiviso, applicabile anche ai procedimenti relativi ai figli di genitori non coniugati, ha corrispondentemente riplasmato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7068 del 24 marzo 2009
«A differenza dell'erede - il quale succede di diritto nella situazione possessoria del "de cuius", pur essendo tenuto all'accettazione dell'eredità - il legatario, che acquista il legato senza bisogno di accettazione, dipende dall'erede per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4834 del 4 aprile 2002
«L'art. 75 c.p.c., nell'escludere la capacità processuale delle persone che non hanno il libero esercizio dei propri diritti, si riferisce solo a quelle che siano state legalmente private della capacità di agire con una sentenza di interdizione o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19157 del 29 settembre 2005
«La destinazione durevole di una cosa al servizio di un'altra dà luogo ad un rapporto pertinenziale ai sensi dell'art. 817 c.c. solo se effettuata dal proprietario o dal titolare di un diritto reale di godimento su entrambe le cose, che intenda con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5262 del 7 maggio 1993
«Perché il vincolo pertinenziale, tra due beni autonomi e distinti, siano essi mobili o immobili, possa costituirsi e il relativo regime — che postula l'esclusività della funzione accessoria — possa funzionare, è necessario che il proprietario...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15509 del 14 luglio 2011
«Il vincolo di destinazione posto dall'art. 18 della legge 6 agosto 1967, n. 765, e dall'art. 26 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, comporta l'obbligo non già di trasferire la proprietà dell'area destinata a parcheggio insieme alla costruzione,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2092 del 24 febbraio 2000
«In tema di demanio comunale, al fine di provare la proprietà in capo al comune di un terreno non è sufficiente una certificazione proveniente dallo stesso comune.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5143 del 22 maggio 1998
«Le norme di cui all'art. 872, secondo comma, c.c. in tema di distanze di costruzioni, nonché quelle integrative del codice civile in subiecta materia , sono le uniche che consentano, in caso di loro violazione nell'ambito dei rapporti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14081 del 15 dicembre 1999
«Il diritto all'osservanza delle distanze legali sussiste in capo al proprietario di una costruzione esistente nel fondo finitimo oppure — qualora il regolamento locale preveda una distanza minima dal confine — anche in capo al proprietario di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7747 del 2 agosto 1990
«L'art. 872, secondo comma, c.c. - secondo cui colui che per effetto della trasgressione di norme edilizie speciali ha subito danno dev'essere risarcito, salva la facoltà di chiedere la riduzione in pristino in ipotesi di violazione delle norme...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4641 del 24 maggio 1997
«La norma di cui all'art. 876 c.c., secondo la quale il vicino che voglia servirsi del muro esistente sul confine al solo scopo di innestarvi un capo del proprio muro deve corrispondere all'altro proprietario una indennità per l'innesto, ma non ha,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3089 del 30 marzo 1994
«Mentre l'onere delle spese di riparazione e ricostruzione del muro comune per quelle cause di deterioramento dipendenti dal suo uso normale è, ai sensi dell'art. 882 c.c., a carico di tutti i comproprietari, in proporzione del diritto di ciascuno,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8171 del 18 agosto 1998
«In tema di limitazioni legali della proprietà di fondi cosiddetti «a dislivello», la norma codicistica di cui all'art. 887 non trova applicazione né quando la creazione di un dislivello ex novo — ovvero l'aumento dell'originario dislivello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3026 del 28 agosto 1975
«L'art. 889 c.c. vigente — a differenza del corrispondente art. 573 c.c. del 1865, che si riferiva espressamente ai pozzi di acqua viva, consentendo, inoltre, nell'ultimo capoverso, la possibilità di stabilire una distanza maggiore di quella di due...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7745 del 20 luglio 1999
«Un'apertura munita di inferriata può essere considerata veduta anziché luce solo se permetta di affacciarsi e di guardare oltreché di fronte anche obliquamente o lateralmente, come nel caso in cui abbia maglie così larghe da consentire di esporre...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6820 del 16 novembre 1983
«Può essere qualificata veduta e prospetto una finestra che consente non soltanto una comoda inspectio sul fondo vicino senza l'impiego di mezzi artificiali, ma anche una comoda perspectio e cioè la possibilità di affacciarsi con lo sporgere il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2097 del 20 maggio 1977
«L'art. 900 c.c. — che definisce vedute, o prospetti, quelle aperture che permettono di affacciarsi e di guardare di fronte, obliquamente o lateralmente — non fissa un comportamento rigidamente tipico per l'atto di affacciarsi ipotizzato, sicché è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5904 del 7 novembre 1981
«Perché un'apertura possa considerarsi veduta, non basta la mera possibilità di una ispectio e di una prospectio sul fondo del vicino, ma è altresì necessario che la possibilità di guardare nel fondo medesimo e di sporgere il capo e vedere nelle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12635 del 9 dicembre 1995
«La normativa sulle acque, contenuta nella sezione nona, del capo secondo, del libro terzo del codice civile riguarda esclusivamente le acque scorrenti naturalmente (ossia, il cui deflusso non è stato corretto, modificato od alterato ad opera...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 638 del 30 gennaio 1990
«Quando il contratto è dichiarato nullo, esso non può venire assunto a base della regolamentazione degli spostamenti di ricchezza sorti dall'esecuzione del rapporto e se questi si presentano nella forma di una piantagione o costruzione fatta da una...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9173 del 3 maggio 2005
«In tema di occupazione cosiddetta usurpativa, la perdita della proprietà da parte del privato non è conseguenza dell'accessione invertita; è, invece, l'opzione del proprietario per una tutela risarcitoria, in luogo della pur possibile tutela...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1925 del 4 marzo 1997
«Nel giudizio di rivendicazione l'attore deve provare di esser diventato proprietario della cosa rivendicata, risalendo, anche attraverso i propri danti causa, fino ad un acquisto a titolo originario, o dimostrando il possesso proprio e dei suoi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2334 del 1 marzo 1995
«Il rigoroso onere probatorio di norma gravante sul soggetto che agisce in rivendicazione può essere assolto con la deduzione e la dimostrazione, da parte sua o dell'acquisto del bene a titolo derivativo e della totalità del diritto di proprietà in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5161 del 10 marzo 2006
«Qualora il convenuto sostenga, in via riconvenzionale, di aver acquistato per usucapione la proprietà del bene rivendicato, si attenua l'onere probatorio posto a carico dell'attore in rivendicazione, poiché esso si riduce alla prova di un valido...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4630 del 21 maggio 1987
«La convenzione con cui, ai sensi del secondo comma dell'art. 1029 c.c., si costituisce una servitù a favore o a carico di un edificio da costruire dà luogo ad un rapporto di carattere obbligatorio, che diviene reale solo con la costruzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5904 del 7 luglio 1987
«Il diritto alla costituzione della servitù di passaggio coattivo ex art. 1054 c.c., in quanto collegantesi esclusivamente alla vicenda negoziale (alienazione a titolo oneroso o divisione) da cui è scaturita l'interclusione del fondo, assume la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2994 del 17 febbraio 2004
«Il requisito dell'apparenza (senza il quale, ai sensi dell'art. 1061 c.c., la servitù non può essere usucapita né acquistata per destinazione del padre di famiglia) deve essere legato ad una situazione oggettiva di fatto di per sé rivelatrice...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 476 del 7 febbraio 1975
«Il divieto sancito dal capoverso dell'art. 1067 c.c. a carico del proprietario del fondo servente di diminuire o di rendere più incomodo l'esercizio della servitù comporta — tra l'altro — per il proprietario del fondo servente l'obbligo di non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3242 del 10 ottobre 1975
«Poiché possono essere costituite servitù atipiche, non rientranti negli schemi del libro terzo, capo ottavo, del c.c., bene può essere costituita volontariamente una servita alla cui stregua il proprietario del fondo dominante possa utilizzare, da...»