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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1124 del 22 gennaio 2004
«Ai fini della qualificazione di un compenso come occasionale, e quindi escluso, ai sensi dell'art. 2120 c.c., dalla base di calcolo del trattamento di fine rapporto, rileva la riconducibilità dell'evento, al quale è collegato il compenso, alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17418 del 6 dicembre 2002
«In tema di indennità di fine rapporto, il confronto tra la disciplina legale e quella convenzionale, agli effetti previsti dall'art. 1419 c.c., impone la considerazione unitaria, nell'unico istituto dell'indennità stessa, di tutte le disposizioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7743 del 7 giugno 2000
«La dissociazione fra il soggetto che ha proceduto all'assunzione del lavoratore e l'effettivo beneficiario della prestazione (fattispecie cosiddetta di distacco o comando), in forza del principio generale che si desume dall'art. 2127 c.c. e dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7747 del 5 aprile 2011
«Nel giudizio di accertamento negativo dell'obbligo contributivo e con riguardo alla qualificazione del lavoro a domicilio come autonomo o subordinato, è onere del contribuente provare la sussistenza degli elementi che escludono la sussistenza del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12458 del 25 agosto 2003
«Ai fini della qualificazione del lavoro a domicilio come autonomo o subordinato, assume rilevanza la possibilità attribuita al lavoratore di accettare o rifiutare le singole commesse, all'esito di trattative concernenti le caratteristiche del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12264 del 20 agosto 2003
«Ai fini della qualificazione del lavoro a domicilio come lavoro subordinato, assume rilevanza, come elemento ostativo a tale qualificazione, il potere riconosciuto al lavoratore di ricontrattare il compenso delle sue prestazioni; ed infatti...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, sentenza n. 15333 del 12 luglio 2011
«L'allevamento di cavalli da polo non rientra nell'esercizio normale dell'agricoltura ai sensi dell'art. 2135 cod. civ. e, per la sua autonomia rispetto allo sfruttamento del terreno, non presenta alcun collegamento con l'utilizzazione del fondo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6853 del 24 marzo 2011
«A norma dell'art. 2135 c.c. — nel testo, "ratione temporis" applicabile, anteriore alla novella di cui al d.l.vo 18 maggio 2001, n. 228 — è qualificabile come attività agricola quella diretta alla coltivazione del fondo e costituente forma di...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 8086 del 2 aprile 2010
«In tema di IVA, ai fini dell'applicabilità del regime speciale previsto dall'art. 34 del d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633 per i produttori agricoli, il criterio della provenienza prevalente dei prodotti dalla coltivazione del fondo, enunciato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11630 del 18 maggio 2007
«Ai fini dell'individuazione della nozione di allevamento di bestiame, il principio affermato dalla giurisprudenza di legittimità con riferimento alla nozione di imprenditore agricolo delineata dall'art. 2135 c.c., nel testo precedente alla riforma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17251 del 5 dicembre 2002
«La nozione di imprenditore agricolo contenuta nell'art. 2135 c.c. (nel testo precedente alla novella di cui al D.L.vo n. 228 del 2001), alla quale occorre necessariamente fare riferimento per il richiamo contenuto nell'art. 1 legge fall. (Imprese...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10527 del 23 ottobre 1998
«A norma dell'art. 2135 c.c., l'attività di allevamento del bestiame può considerarsi agricola e, come tale, non assoggettabile a fallimento, ancorché svolta con l'ausilio di tecniche moderne, quando si presenta in collegamento funzionale con il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2594 del 15 giugno 1984
«Anche nel campo del lavoro agricolo, come confermato dal richiamo ad essa, contenuto nell'art. 2138 c.c. in tema di determinazione dei poteri dei dirigenti e dei fattori di campagna, la disciplina collettiva, cui fa altresì riferimento la norma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5394 del 6 giugno 1990
«L'infortunio occorso al piccolo imprenditore agricolo mentre lavora per cosiddetta «reciprocanza» nel fondo e nell'azienda altrui, in attuazione del rapporto di scambio di mano d'opera o servizi, contemplato dall'art. 2139 c.c., è indennizzabile...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5613 del 8 giugno 1999
«Nella soccida, quale contratto a struttura associativa qualificato dalla comunanza di scopo, la ripartizione dell'accrescimento del bestiame e degli altri prodotti e utili, prevista dall'art. 2170 c.c., rappresenta solo il normale bilanciamento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26048 del 29 novembre 2005
«I commessi (riguardo ai quali la principale distinzione si configura tra commessi viaggiatori e commessi di negozio) cui allude l'art. 2210 c.c. sono ausiliari dell'imprenditore commerciale con mansioni più modeste (di tipo essenzialmente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9237 del 17 settembre 1997
«Il contratto d'opera ha in comune con l'appalto l'obbligo verso il committente di compiere dietro corrispettivo un'opera o un servizio senza vincolo di subordinazione e con assunzione del rischio da parte di chi esegue, differenziandosene invece...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14085 del 11 giugno 2010
«L'esecuzione di una prestazione d'opera professionale di natura intellettuale effettuata da chi non sia iscritto nell'apposito albo previsto dalla legge dà luogo, ai sensi degli artt. 1418 e 2231 c.c., a nullità assoluta del rapporto tra...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3108 del 17 marzo 1995
«La «collaborazione», di cui parla l'art. 2232 c.c. - là ove contempla la possibilità che il prestatore d'opera professionale si avvalga, nella esecuzione dell'incarico, «sotto la propria direzione e responsabilità, di sostituti e ausiliari» -...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5945 del 10 maggio 2000
«La controeccezione (nella specie, di interruzione della prescrizione) è assimilabile ad una eccezione in senso stretto e va pertanto proposta nel rispetto dei prescritti termini processuali; tuttavia la disciplina codicistica non prevede anche un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11896 del 7 agosto 2002
«Gli studi professionali in genere, ed in particolare quelli in cui venga esercitata l'attività medica (nella specie, odontoiatrica), possono anche essere organizzati sotto forma di azienda c.d. professionale tutte le volte in cui, al profilo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23624 del 22 novembre 2010
«In tema di rapporto di lavoro domestico in situazione di convivenza, l'esistenza di un contratto a prestazioni corrispettive deve essere escluso solo in presenza della dimostrazione di una comunanza di vita e di interessi tra i conviventi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16681 del 27 luglio 2007
«In tema di lavoro domestico, la qualificazione giuridica del rapporto di lavoro effettuata dal giudice di merito è censurabile in sede di legittimità soltanto limitatamente alla scelta dei parametri normativi di individuazione della natura...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 27088 del 13 novembre 2008
«In materia tributaria, perchè un'attività imprenditoriale possa qualificarsi come societaria sono necessari - oltre al requisito dell'apparenza del vincolo societario nei confronti di terzi, quale indice rivelatore della reale esistenza della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4187 del 13 maggio 1997
«Ai fini della configurabilità di una società di fatto, la sussistenza del contratto sociale può risultare, oltre che da prove dirette specificamente riguardanti i suoi requisiti tipici (quali l'affectio societatis, la costituzione di un fondo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7692 del 31 marzo 2006
«I versamenti operati dai soci in conto capitale (o con altra analoga dizione indicati), pur non incrementando immediatamente il capitale sociale, e pur non attribuendo alle relative somme la condizione giuridica propria del capitale (onde non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 424 del 5 febbraio 1975
«L'atto al quale l'art. 2283 c.c. dichiara applicabili le norme sulla divisione dei beni comuni non è l'atto di scioglimento della società bensì quello con cui, verificatosi per qualsiasi causa lo scioglimento del rapporto sociale e compiuta la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20269 del 27 settembre 2010
«Il principio dell'inderogabilità dei minimi tariffari, stabilito dall'art. 24 della legge 13 giugno 1942, n. 794, sugli onorari di avvocato e procuratore, non trova applicazione nel caso di rinuncia, totale o parziale, alle competenze...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12114 del 23 maggio 2006
«In tema di legittimazione processuale di una società nella specie, in nome collettivo , alla cancellazione di questa dal registro delle imprese, e comunque al suo scioglimento, non consegue anche la sua estinzione, che è determinata, invece,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2854 del 17 marzo 1998
«In tema di società in accomandita semplice, deve escludersi che il «singolo affare» (che, a norma dell'art. 2320, il socio accomandante può compiere in forza di procura speciale) possa consistere in una categoria di operazioni, cosi come i poteri...»