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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2441 del 14 luglio 1972
«Fra persone lontane, il foro del luogo ove è sorta l'obbligazione ai fini dell'art. 20 c.p.c., è quello in cui è pervenuta al proponente l'accettazione dell'altra parte e non quello in cui quest'ultima ha sottoscritto il contratto, già in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16446 del 15 luglio 2009
«In tema di competenza per territorio, con riferimento alla disciplina dell'art. 1327 c.c. (secondo cui il contratto è concluso dove e quando ha avuto inizio l'esecuzione senza la preventiva accettazione della proposta), il "forum contractus", che...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4634 del 28 febbraio 2007
«Il requisito della forma scritta richiesto, per la clausola di proroga della giurisdizione in favore di uno degli Stati aderenti, dall'art. 23 del regolamento CEE n. 44 del 2001, è da ritenersi rispettato - sulla scorta dei criteri ermeneutici...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5139 del 9 giugno 1997
«La conclusione del contratto nel luogo e nel tempo in cui ha avuto inizio l'esecuzione da parte del destinatario della proposta si verifica solo nelle ipotesi tassative di cui all'art. 1327 c.c. Tuttavia, quando, non vertendosi in una di dette...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1032 del 2 febbraio 1991
«La conclusione del contratto — ai sensi dell'art. 1327, primo comma, c.c. — nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione senza la preventiva risposta dell'accettante presuppone non solo la sussistenza di una delle ipotesi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6189 del 20 giugno 1990
«Ai fini dell'individuazione del luogo di conclusione del contratto ai sensi dell'art. 1327 c.c., la sussistenza delle condizioni (natura dell'affare o espressa richiesta del proponente) che giustificano l'inizio dell'esecuzione del contratto senza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1774 del 7 marzo 1990
«Affinché il contratto possa intendersi concluso nel tempo e nel luogo dell'iniziata esecuzione senza una preventiva accettazione della proposta — esattamente indicativa del contenuto del contratto in modo da consentire di ravvisare un'accettazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2858 del 8 maggio 1985
«La norma di cui all'art. 1327 c.c. (esecuzione del contratto prima della prestazione dell'accettante) non è applicabile ad altre ipotesi che non siano quelle da esso specificamente indicate, con la conseguenza che il contratto s'intende concluso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4592 del 26 ottobre 1977
«L'art. 1327 c.c., ove prevede la conclusione del contratto per effetto dell'inizio dell'esecuzione della prestazione, si riferisce esclusivamente ad un comportamento proveniente dal destinatario della proposta contrattuale, e non anche dall'autore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1441 del 15 maggio 1972
«La norma dell'art. 1327 c.c., secondo cui il contratto può, in determinate circostanze, ritenersi concluso nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione, non è invocabile allorché il proponente abbia richiesto espressamente una formale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3380 del 22 novembre 1971
«L'esecuzione e l'accettazione della prestazione che è tipica di un determinato contratto sono sufficienti per far ritenere il contratto tacitamente e validamente concluso, se la legge non ne condiziona la validità a forme particolari. (Nella...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2401 del 13 novembre 1970
«Perché possa applicarsi la regola di cui all'art. 1327 c.c., non basta che sussista la possibilità di una immediata esecuzione del contratto, ma occorre che a questa il proponente abbia uno specifico interesse, prevalente su quello alla preventiva...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4035 del 22 dicembre 1969
«Per l'applicabilità della norma di cui all'art. 1327 c.c. (esecuzione senza preventiva risposta), ai fini della individuazione del luogo di conclusione del contratto è del tutto arbitrario limitare il concetto di esecuzione all'adempimento della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18001 del 2 agosto 2010
«Nella proposta irrevocabile, disciplinata dall'art. 1329 c.c., l'elemento normativamente richiesto per l'irrevocabilità è la determinazione del tempo fino alla consumazione del quale il proponente è obbligato a mantenere ferma la proposta ragione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10777 del 29 ottobre 1993
«Sia la proposta irrevocabile (art. 1329 c.c.) che la dichiarazione resa vincolante per una delle parti da un patto di opzione (art. 1331 c.c.) debbono contenere tutti gli elementi essenziali del contratto da concludere in modo da consentire la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 77 del 7 gennaio 1993
«Nei contratti a formazione progressiva, nei quali l'accordo delle parti su tutte le clausole si raggiunge gradatamente, il momento perfezionativo del negozio è, di regola, quello dell'accordo finale su tutti gli elementi, principali e accessori,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2784 del 14 luglio 1975
«L'effetto dell'irrevocabilità di una proposta contrattuale, dichiarata dal proponente irrevocabile, ma senza indicazioni del termine di efficacia di essa, può aversi solo se si tratti di proposta contenuta in un contratto di opzione, nel quale la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2103 del 24 maggio 1975
«Il termine entro il quale il proponente si obbliga a mantenere ferma la proposta, ai sensi dell'art. 1329, primo comma, c.c., costituendo elemento essenziale della proposta irrevocabile, deve essere fissato dallo stesso proponente: in mancanza di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2671 del 8 ottobre 1974
«La mancata contestuale prefissione del termine, da parte del proponente, all'obbligo unilateralmente assunto di non revocare la proposta per un certo tempo, non trasforma questa in irrevocabile, ma consente che il termine per il quale la proposta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15142 del 10 ottobre 2003
«Il patto di opzione è un negozio giuridico bilaterale che dà luogo ad una proposta irrevocabile cui corrisponde la facoltà di una delle parti di accettarla, configurando uno degli elementi di una fattispecie a formazione successiva, costituita...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2017 del 25 febbraio 1998
«L'istituto dell'opzione di cui all'art. 1331 si inserisce nell'ambito di una più complessa fattispecie a formazione progressiva, costituita inizialmente da un accordo avente ad oggetto la irrevocabilità della proposta del promittente, e,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4901 del 5 giugno 1987
«L'opzione prevista dall'art. 1331 c.c., ha natura contrattuale, consistendo in un accordo in base al quale una parte si impegna a mantenere ferma una proposta per un certo tempo nell'interesse dell'altra parte. Pertanto è configurabile un'opzione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3625 del 25 maggio 1983
«Nell'opzione il solo proponente rimane vincolato alla propria dichiarazione, mentre la controparte è libera sia di accettare puramente e semplicemente la proposta stessa, sia di formulare una controproposta che, contenendo elementi non compresi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2908 del 28 aprile 1983
«Il patto d'opzione, secondo la previsione dell'art. 1331 c.c., conferisce ad una delle parti, a fronte della proposta dell'altra, non revocabile per un determinato periodo di tempo, il potere di determinare la conclusione del contratto mediante la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 436 del 22 gennaio 1982
«Integra la figura giuridica dell'opzione di cui all'art. 1331 c.c. il contratto con cui una delle parti si obbliga a cedere, ad un prezzo concordato, la sua quota di comproprietà di un bene immobile a seguito della richiesta proveniente da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3170 del 27 giugno 1978
«Il cosiddetto patto di opzione è un vero e proprio contratto, nel quale il consenso attualmente manifestato dalle parti si esplica effettualmente nell'attribuzione al «favorito» di un potere di decisione rispetto alla conclusione di un contratto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1893 del 16 maggio 1975
«Nell'opzione il promittente, se nulla deve fare di positivo per la conclusione del contratto definitivo, deve tuttavia mantenere un comportamento di astensione affinché la conclusione del contratto definitivo non sia impedita. Trattasi di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3180 del 25 maggio 1985
«La promessa unilaterale di pagamento, che venga indirizzata ad una delle parti di un contratto da un terzo che sia rimasto ad esso estraneo, ove si riferisca ad un sottostante rapporto obbligatorio autonomo e distinto rispetto a quello costituito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26325 del 31 ottobre 2008
«La facoltà di mutare la domanda di adempimento in quella di risoluzione, consentita dall'art. 1453, comma secondo, c.c. in deroga al divieto della mutatio libelli si estende anche alla conseguente domanda di risarcimento del danno, nonché a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11391 del 4 settembre 2001
«Pur sottraendosi la fattispecie del cosiddetto contratto unilaterale allo schema generale di formazione contrattuale, derivante dall'incontro delle volontà delle parti, per il fatto di perfezionarsi in virtù del mancato rifiuto della proposta, il...»