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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5764 del 23 marzo 2004
«In tema di distanza delle costruzioni dalle vedute, se la ratio dell'art. 907 c.c., il quale fa divieto di fabbricare a distanza minore di tre metri dalla veduta del vicino, è quella di assicurare al titolare del diritto di veduta sufficiente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22838 del 11 novembre 2005
«Il principio secondo cui in materia di condominio trovano applicazione le norme sulle distanze legali (nella specie con riferimento al diritto di veduta) non ha carattere assoluto, non derogando l'art. 1102 c.c. al disposto dell'art. 907 c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4526 del 5 maggio 1998
«L'obbligo di costruire rispettando la distanza stabilita dall'art. 907 c.c. dalla veduta diretta del vicino sussiste anche se tra i due fondi vi è un'intercapedine o la costruzione di un terzo, che non ne pregiudica però l'esercizio, perché tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1598 del 9 febbraio 1993
«Ai fini dell'art. 907 c.c., il quale fa divieto di fabbricare a distanza minore di tre metri dalla veduta del vicino, il concetto di fabbricare non riguarda esclusivamente i fabbricati in calce o mattoni e cemento, cioè le opere che abbiano le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3331 del 29 maggio 1982
«Nella controversia fra proprietari confinanti in ordine all'utilizzazione di acque non pubbliche, mediante pozzi trivellati nei rispettivi fondi a distanza legale ed attingenti alla medesima falda, il giudice del merito, pure in difetto di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6059 del 16 novembre 1981
«L'art. 912 c.c. — secondo cui il giudice, nella controversia tra proprietari confinanti in ordine all'utilizzazione di acque non pubbliche (nella specie: mediante pozzi trivellati nei rispettivi fondi), può procedere ad una conciliazione degli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3103 del 31 marzo 1987
«Il principio dell'accessione, sia in base all'art. 934 del vigente codice civile, sia in base all'art. 446 del codice civile del 1865, opera ipso iure al momento in cui la piantagione, costruzione od opera si incorpora al suolo, sicchè la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8657 del 13 aprile 2006
«In tema di accessione, l'indennizzo dovuto ai sensi dell'art. 936 c.c. dal proprietario del suolo al terzo che sullo stesso abbia realizzato opere e costruzioni con materiali propri costituisce debito di valore, sia che si determini in relazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9173 del 3 maggio 2005
«In tema di occupazione cosiddetta usurpativa, la perdita della proprietà da parte del privato non è conseguenza dell'accessione invertita; è, invece, l'opzione del proprietario per una tutela risarcitoria, in luogo della pur possibile tutela...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9373 del 5 settembre 1991
«La buona fede che a norma dell'art. 938 c.c. (disciplinante l'istituzione dell'accessione invertita) consente al giudice di attribuire al costruttore la proprietà della porzione di suolo occupato deve consistere nella mancata percezione dello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2746 del 12 maggio 1979
«Nell'ipotesi in cui, nella costruzione di un edificio, si occupi in buona fede una porzione del fondo attiguo, qualora manchino o non siano provati i presupposti di legge richiesti dall'art. 938 c.c. o non sia chiesta dal costruttore l'accessione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4366 del 12 maggio 1987
«La dichiarazione di opposizione prevista dall'art. 938 c.c. — quale mezzo di cui viene onerato il proprietario se vuole evitare che il giudice possa attribuire, a chi abbia occupato in buona fede con la propria costruzione una porzione del fondo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1900 del 13 maggio 1977
«L'accessione «invertita» (art. 938 c.c.) può essere dichiarata soltanto se invocata dal costruttore. In nessun caso il proprietario del suolo può adire il giudice per costringere il costruttore, contro la volontà del medesimo, ad acquistare la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 763 del 16 marzo 1974
«Pur non potendosi disconoscere che i requisiti della buona fede del costruttore e dell'inerzia del proprietario del suolo che fu occupato per effetto dello sconfinamento — che concorrono entrambi a concretare la previsione normativa di cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3340 del 7 aprile 1987
«Qualora un soggetto si limiti a richiedere al giudice l'accertamento che un determinato bene, detenuto da un terzo, gli appartiene, senza chiederne la restituzione, tale azione, essendo pur sempre di natura reale, postula lo stesso rigore...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11774 del 19 maggio 2006
«Nel caso di azione diretta ad ottenere il rilascio di un immobile occupato senza titolo o a titolo precario, la contestazione del diritto di proprietà dell'attore, anche se effettuata dal convenuto con la deduzione di un suo contrastante diritto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15716 del 8 novembre 2002
«La denuncia di successione — avente, di per sé, efficacia a soli fini fiscali — non è idonea a fornire la prova del diritto di proprietà di un determinato bene, ma, in assenza di prove o indizi di segno contrario, può costituire elemento di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8176 del 19 agosto 1998
«In tema di rivendica, anche mobiliare, il principio secondo cui l'attore è onerato della prova dell'asserito diritto domenicale mediante la dimostrazione, ove occorrente, del titolo originario di acquisto del bene va interpretato in relazione alle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2334 del 1 marzo 1995
«Il rigoroso onere probatorio di norma gravante sul soggetto che agisce in rivendicazione può essere assolto con la deduzione e la dimostrazione, da parte sua o dell'acquisto del bene a titolo derivativo e della totalità del diritto di proprietà in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15248 del 20 luglio 2005
«Poiché la proprietà e i diritti reali appartengono alla categoria dei diritti «autodeterminati» che sono individuati in base alla sola indicazione del loro contenuto, rappresentato dal bene che ne costituisce l'oggetto, nelle azioni ad essi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4704 del 19 settembre 1985
«In tema di rivendicazione, la prima e fondamentale indagine che il giudice del merito deve compiere concerne l'esistenza, la validità e la rilevanza del titolo dedotto dall'attore a fondamento della pretesa, e ciò prescindendo da qualsiasi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 952 del 13 marzo 1975
«In tema di prova del diritto di proprietà nelle azioni di rivendicazione, quando ciascuno dei contendenti affermi il suo diritto di proprietà in base a titoli di acquisto negoziali provenienti da autori diversi, il giudice non può prescindere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21834 del 17 ottobre 2007
«In tema di azione di rivendicazione, di cui all'articolo 948 c.c., per l'individuazione del bene rivendicato, del quale si chiede il rilascio (ovvero per stabilire esattamente l'unità immobiliare contesa), la base primaria dell'indagine del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16094 del 27 ottobre 2003
«Al di fuori dell'ipotesi della rivendicazione per la quale l'art. 948 c.c. prevede un regime probatorio rigoroso, la proprietà può essere provata, come tutti i fatti, anche con presunzioni e quindi anche attraverso il ricorso alle risultanze...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 858 del 16 gennaio 2007
«Nell'azione di regolamento di confini, mentre l'attore è dispensato dal proporre un'espressa domanda di rilascio della porzione di terreno indebitamente occupata dalla controparte essendo essa implicita nella proposizione di detta azione, il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1312 del 24 febbraio 1984
«In tema di actio negatoria servitutis, diretta al riconoscimento della libertà del fondo e non del dominio, l'onere probatorio relativo alla proprietà non ha il carattere rigoroso proprio della rivendicazione essendo sufficiente che l'attore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4978 del 15 novembre 1977
«L'art. 963 c.c., ove stabilisce, con riguardo all'espropriazione per pubblica utilità di fondo concesso in enfiteusi, che l'indennità va ripartita tra il concedente e l'enfiteuta in proporzione del valore dei rispettivi diritti, fissa un principio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13595 del 12 ottobre 2000
«L'abrogazione, per effetto dell'art. 8 della legge 22 luglio 1966, n. 607 in materia di enfiteusi, del secondo e del terzo periodo dell'articolo 972 c.c., che disponeva la prevalenza della domanda di devoluzione del fondo enfiteutico, in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6168 del 1 giugno 1991
«L'usufruttuario, cui spettano i frutti naturali e civili della cosa (art. 984 c.c.), può ricavare tali frutti anche dalla locazione della cosa stessa (art. 999 c.c.), stipulando il relativo contratto con il nudo proprietario che, in tal caso,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1643 del 25 febbraio 1999
«Il nudo proprietario si trova in posizione di terzietà rispetto ai contratti conclusi dall'usufruttuario aventi ad oggetto il bene dato in usufrutto. Ne consegue che, ai sensi dell'art. 999 c.c., il contratto di locazione stipulato...»