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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 550 del 26 marzo 1997
«L'istanza di revoca della sentenza per abolizione del reato prevista dall'art. 673 c.p.p. non costituisce un mezzo di impugnazione che consenta la rivisitazione del giudizio di merito, non essendo permesso, al giudice dell'esecuzione adito ai...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2138 del 8 giugno 1994
«Il giudice richiesto in sede di esecuzione, ai sensi dell'art. 673 c.p.p, della revoca di una precedente sentenza di condanna a seguito di abolitio criminis, è tenuto ad interpretare il giudicato ed a renderne esplicito il contenuto ed i limiti,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4602 del 7 gennaio 1994
«L'art. 673 c.p.p. (Revoca della sentenza per abolizione del reato), al pari degli altri articoli dello stesso capo che disciplinano specifiche materie di competenza del giudice dell'esecuzione, non contiene un espresso riferimento all'art. 666...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1995 del 26 novembre 1993
«Fuori di tale ipotesi, nel caso in cui non sia stata fatta valere una causa estintiva con gli ordinari mezzi di impugnazione contro la sentenza, l'unico rimedio avverso il giudicato di condanna può, eventualmente, essere costituito dal mezzo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10423 del 31 ottobre 1992
«L'art. 673 c.p.p. trova applicazione esclusivamente nel procedimento di esecuzione e non in quello di cognizione, essendo la revoca della sentenza (per abrogazione o dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice) un...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3499 del 25 febbraio 1998
«In tema di revoca della sentenza per abolitio criminis, non è consentito al giudice dell'esecuzione alcun apprezzamento di merito in contrasto con il precedente giudicato. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto non revocabile la sentenza in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4968 del 7 settembre 2000
«L'istituto della revoca della sentenza a seguito di abolitio criminis, a norma dell'art. 673 c.p.p., opera anche in relazione alla sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti prevista dall'art. 444 stesso codice, atteso che, da un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3137 del 7 giugno 2000
«Ne consegue che, facendosi espressamente salvi, nella disciplina dettata dal terzo comma dell'art. 2 c.p., gli effetti del giudicato, non può darsi luogo a revoca, ai sensi dell'art. 673 c.p.p., della sentenza di condanna per il reato di oltraggio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3165 del 7 giugno 2000
«L'intervenuta abrogazione, per effetto dell'art. 18 della legge 25 giugno 1999 n. 205, del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, previsto dall'art. 341 c.p., non ha dato luogo ad un fenomeno di successione di leggi penali nel tempo, quale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1805 del 17 aprile 2000
«A seguito dell'entrata in vigore dell'art. 18 della L. n. 205 del 1999, il fatto costituente oltraggio deve ritenersi penalmente irrilevante, con la conseguente applicazione, ai procedimenti in corso, dell'art. 2, secondo comma, c.p., non potendo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7211 del 16 gennaio 1999
«L'abrogazione della norma incriminatrice, in base alla quale la confisca è stata ordinata con sentenza irrevocabile, non può incidere sulla confisca che costituisce una misura di sicurezza patrimoniale destinata, per definizione normativa, a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3922 del 10 gennaio 1998
«Per altro il decreto legge non convertito non ha effetti nella successione di leggi penali ex art. 2, secondo e terzo comma, c.p. a seguito della sentenza della Corte cost. n. 51/85, pur regolando i fatti commessi sotto la sua vigenza. La clausola...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1397 del 4 luglio 1996
«Quando nell'imputazione recepita nel dispositivo non siano indicati con chiarezza gli elementi di illiceità penale sopravvissuti all'abolitio criminis può e deve essere analizzata la sentenza revocanda nel suo complesso anche motivazionale allo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1321 del 20 marzo 1996
«In sede di patteggiamento il giudice compie una delibazione, sia pure non approfondita, del fatto addebitato, ai fini della verifica della correttezza della qualificazione giuridica dell'eventuale applicazione d'una causa di non punibilità....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4133 del 13 gennaio 1996
«In tema di omesso versamento di ritenute previdenziali non può invocarsi l'applicazione dell'art. 673 c.p.p. (Revoca della sentenza per abolizione sul presupposto che l'art. 2, comma 1 bis della L. 11 novembre 1993, n. 638 avrebbe implicitamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 411 del 7 luglio 1995
«Nel caso in cui intervenga una abolitio criminis - nella specie depenalizzazione di reato valutario per effetto della L. n. 455 del 1988 - deve essere applicata la disposizione dell'art. 673 c.p.p. (revoca della sentenza per abolizione del reato)...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4730 del 15 febbraio 1995
«È ammissibile la richiesta di revoca di una sentenza di condanna per abolitio criminis quando, pur essendosi verificata, a seguito di rigetto di gravame, l'irrevocabilità di detta sentenza in data successiva a quella in cui il fatto ha cessato di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1019 del 22 agosto 1994
«La circostanza che nella sentenza di condanna per illecita detenzione di sostanze stupefacenti, di cui si sia richiesta la revoca a seguito del referendum popolare del 18 aprile 1993, non vi sia cenno alcuno alla destinazione delle sostanze...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1542 del 20 agosto 1994
«Quindi, pur dovendosi tenere fermo il principio che il giudicato si è formato in corrispondenza delle statuizioni racchiuse nel dispositivo della sentenza, qualora non sia possibile individuare già dal capo di imputazione contestato la finalità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1175 del 20 agosto 1994
«Il giudice dell'esecuzione, cui sia richiesta la revoca della sentenza per sopravvenuta estinzione del reato, è tenuto ad interpretare il giudicato ed a renderne espliciti il contenuto e i limiti, ricavando dalla decisione irrevocabile tutti gli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11156 del 13 dicembre 1996
«L'ordinanza di estinzione del processo, ancorché invalida, perché adottata in carenza dei relativi presupposti, e decisoria di una contestazione in atto, essendo priva del carattere della definitività non è impugnabile con l'appello, ma può essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24176 del 17 novembre 2011
«Nei casi in cui il tribunale giudica in composizione collegiale, è inammissibile l'appello avverso l'ordinanza del giudice istruttore di rigetto dell'eccezione di estinzione del processo, non avendo tale provvedimento natura sostanziale di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15461 del 11 giugno 2008
«Le pretese restitutorie conseguenti alla riforma in appello della sentenza di primo grado possono trovare ingresso nella fase di gravame al fine di precostituire il titolo esecutivo per la restituzione (non conseguendo tale effetto alla mera...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12495 del 19 luglio 2012
«Ne consegue che la mera dichiarazione di estinzione del processo di revocazione, essendo priva di effetti decisori del merito ed esaurendosi in una consumazione della "facultas impugnandi", non può produrre lo stabilizzarsi della sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2217 del 1 febbraio 2007
«Il principio della specificità dei motivi di impugnazione - richiesta dagli artt. 342 e 434 c.p.c. per la individuazione dell'oggetto della domanda d'appello e per stabilire l'ambito entro il quale deve essere effettuato il riesame della sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8396 del 7 aprile 2009
«A seguito della riserva di ricorso per cassazione differito avverso sentenza d'appello non definitiva, l'impugnazione della sentenza pronunziata in sede di revocazione non rende attuale l'onere di proporre contestualmente anche l'impugnazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5021 del 8 maggio 1995
«Nel caso in cui con la procura ad litem sia stato conferito al procuratore il potere di nominare altri procuratori ed avvocati e di eleggere domicilio, tale specifica disposizione si caratterizza come autonoma procura ad negotia che, superando i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17870 del 24 novembre 2003
«Al fine dell'ammissibilità del ricorso per cassazione, i documenti che dimostrano il regolare conferimento dello jus postulandi devono essere inseriti formalmente tra gli atti del giudizio, mediante la loro espressa indicazione nel contesto del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11963 del 8 giugno 2005
«Siffatta interpretazione: a) è altresì rafforzata dalla circostanza che al momento dell'introduzione dell'art. 391 bis l'art. 375 c.p.c. non prevedeva ancora l'audizione in taluni casi dei difensori comparsi, onde il silenzio del legislatore nel...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9461 del 18 aprile 2013
«Proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza con cui il giudice di appello abbia rigettato il gravame avente ad oggetto il provvedimento di revoca di un'ordinanza di sospensione ex art. 295 cod. proc. civ., disposta dal giudice di primo...»