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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 28564 del 29 luglio 2005
«In tema di rapporto di causalità, una volta che sia stata accertata una condotta colposa inseritasi nel processo determinativo dell'evento va in particolare verificato che proprio quella violazione della regola cautelare abbia cagionato (o abbia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1214 del 13 gennaio 2006
«Ai fini dell'apprezzamento dell'eventuale interruzione del nesso causale tra la condotta e l'evento (articolo 41, comma secondo, c.p.), il concetto di causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l'evento non si riferisce solo al caso di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25923 del 17 giugno 2003
«Qualora più autovetture diano luogo, lungo una pubblica via, ad una gara di velocità, il fatto che una delle stesse, dopo aver effettuato l'ultimo sorpasso, venga tamponata da un'altra e il conducente del primo mezzo perda perciò il controllo del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 29709 del 9 agosto 2002
«In tema di concorso di cause (art. 41 c.p.), non può ritenersi causa sopravvenuta idonea ad escludere il rapporto eziologico tra una precedente condotta illecita ed il successivo verificarsi dell'evento quella che consista in un comportamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5533 del 20 maggio 1991
«In materia contravvenzionale — pur avendo il vigente codice penale accolto una concezione naturalistica dell'elemento soggettivo del reato, non esigendo né la coscienza dell'antigiuridicità della condotta né l'intenzione di violare la legge — non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36055 del 8 settembre 2004
«In tema di disciplina igienica dei prodotti destinati all'alimentazione, sulla base della disposizione di cui all'art. 5, comma primo lett. b) della legge 30 aprile 1962, n. 283, chiunque detiene per la somministrazione un prodotto non conforme...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32931 del 29 luglio 2004
«In tema di circolazione stradale e di responsabilità del conducente di autoveicolo, il malore del guidatore repentinamente ed improvvisamente insorto è pur sempre una infermità, ovvero uno stato morboso, ancorché transitorio, ascrivibile alla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7527 del 2 luglio 1994
«In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, è invocabile la forza maggiore impeditiva della possibilità ad adempiere, nel caso in cui non si riesca a reperire risorse finanziarie per l'esecuzione dei lavori, in una situazione non prevedibile...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17205 del 8 maggio 2002
«L'errore su legge diversa da quella penale (art. 47, terzo comma, c.p.) non rileva nel caso di norme da ritenersi incorporate nel precetto penale, fra le quali, tuttavia, non vanno annoverate quelle che — come nel caso delle norme privatistiche...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7402 del 24 giugno 2000
«Il datore di lavoro deve ispirare la sua condotta alle acquisizioni della migliore scienza ed esperienza per fare in modo che il lavoratore sia posto nelle condizioni di operare con assoluta sicurezza. Pertanto, non è sufficiente che una macchina...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15388 del 26 aprile 2005
«La causa di giustificazione di cui all'art. 47 c.p. è esclusa dalla sussistenza nell'agente del dubbio in merito al fatto posto che, mentre l'errore determina il convincimento circa l'esistenza di una situazione che non corrisponde alla realtà, il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11498 del 17 agosto 1990
«L'ipotesi di reato impossibile ricorre ogni qual volta il reato non possa verificarsi o per l'inidoneità dell'azione o per l'inesistenza dell'oggetto. In tema di falso, l'inidoneità dell'azione ricorre nel cosiddetto falso grossolano, nel falso,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13370 del 21 marzo 2013
«L'accertamento relativo alla scriminante della legittima difesa reale o putativa e dell'eccesso colposo deve essere effettuato con un giudizio "ex ante" calato all'interno delle specifiche e peculiari circostanze concrete che connotano la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3148 del 23 gennaio 2014
«Il riconoscimento o l'esclusione della legittima difesa, reale o putativa, e dell'eccesso colposo nella stessa costituiscono un giudizio di fatto, insindacabile in sede di legittimità quando gli elementi di prova siano stati puntualmente accertati...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25608 del 27 giugno 2011
«In tema di legittima difesa (art. 52 c.p.), è regola di esperienza che colui che è reiteratamente aggredito reagisce come può, secondo la concitazione del momento, e non è tenuto a calibrare l'intensità della reazione, finalizzata ad indurre la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45425 del 15 dicembre 2005
«I presupposti essenziali della legittima difesa sono costituiti da un'aggressione ingiusta e da una reazione legittima: mentre la prima deve concretarsi nel pericolo attuale di un'offesa che, se non neutralizzata tempestivamente, sfocia nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8133 del 25 luglio 1991
«In tema di legittima difesa, occorre differenziare dall'eccesso dovuto a negligenza, imperizia, imprudenza e, in genere, a colpa nella valutazione dell'entità dell'offesa e della misura della difesa, l'eccesso consapevole e volontario. Mentre nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 829 del 24 gennaio 1995
«In tema di distinzione tra concussione e corruzione, ciò che conta è che il pubblico ufficiale, avvalendosi del proprio potere, determini la libera volontà del privato attraverso un comportamento costringente o inducente, operando così una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2125 del 19 aprile 1996
«La disposizione dell'art. 63, comma 4, c.p., che prevede la facoltà del giudice, nel concorso di più circostanze ad effetto speciale, di aumentare la pena stabilita per la circostanza più grave, attiene esclusivamente alla concreta entità del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16260 del 7 aprile 2003
«L'imputabilità, quale capacità di intendere e di volere, e la colpevolezza, quale coscienza e volontà del fatto illecito, esprimono concetti diversi ed operano anche su piani diversi, sebbene la prima, quale componente naturalistica della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17701 del 18 aprile 2013
«In tema di imputabilità, il sordomutismo non è uno stato necessariamente psicopatologico, ma richiede soltanto che tanto la capacità, quanto l'incapacità nel sordomuto formino oggetto di uno specifico accertamento che deve essere compiuto caso per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4861 del 21 aprile 1988
«Il grado d'incidenza della malattia sulla capacità d'intendere e di volere deve essere valutato in concreto e non con richiami a classificazioni scientifiche enunciate in astratto, poiché le malattie mentali hanno portata diversa sui singoli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10264 del 19 ottobre 1988
«Il riconoscimento di un'infermità di mente contenuto in una sentenza non può vincolare il giudice di altro procedimento successivo a carico della stessa persona, poiché l'accertamento delle condizioni mentali dell'imputato deve essere fatto in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5275 del 4 maggio 2000
«Il giudice può addivenire al proscioglimento dell'imputato per incapacità di intendere e di volere solo dopo aver accertato la configurabilità, in termini materiali e di colpevolezza, del reato attribuito all'imputato stesso. (Nella specie la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43988 del 28 ottobre 2013
«In tema di colpa professionale, per l'affermazione della responsabilità penale del singolo sanitario operante in equipe chirurgica, è necessario non solo accertare la valenza con-causale del suo concreto comportamento attivo o omissivo al...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15853 del 8 maggio 2006
«È onere dell'imputato farsi carico di indicare al giudice elementi e circostanze tendenti a dimostrare la tardività della querela. (Fattispecie nella quale la Corte ha annullato con rinvio la sentenza in quanto, a fronte dell'allegazione da parte...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14660 del 29 dicembre 1999
«Il termine di tre mesi, previsto per la presentazione della querela, decorre dal momento in cui il titolare ha conoscenza certa, sulla base di elementi seri, del fatto-reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva, conoscenza che può essere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3103 del 15 marzo 1994
«Ogni qualvolta venga eccepita la tardività della querela, la prova del difetto di tempestività dev'essere fornita da chi lo deduce e non può basarsi su semplici presunzioni o mere supposizioni. (Fattispecie in tema di diffamazione a mezzo stampa,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11539 del 11 marzo 2014
«Il giudice di merito non è tenuto a riconoscere le circostanze attenuanti generiche, né è obbligato a motivarne il diniego, qualora in sede di conclusioni non sia stata formulata specifica istanza, non potendo equivalere la generica richiesta di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 41702 del 26 ottobre 2004
«A norma dell'art. 60 del D.L.vo 28 agosto 2000, n. 274, secondo cui la sospensione condizionale della pena non si applica alle pene irrogate dal giudice di pace, il beneficio è inapplicabile anche alle pene irrogate dal giudice diverso, chiamato a...»