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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23128 del 14 giugno 2007
«Il reato di violazione dei sigilli presenta natura plurioffensiva in ragione della sua idoneità a ledere, oltre che l'interesse della Pubblica autorità ad assicurare l'indisponibilità del bene per ragioni di giustizia o altro, anche un parallelo o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2600 del 26 gennaio 2004
«Nel delitto di violazione di sigilli, di cui all'art. 349 c.p., la finalità di assicurare la conservazione della cosa ricomprende anche la interdizione all'uso, atteso che oggetto giuridico del reato è la tutela della intangibilità della cosa che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7964 del 26 agosto 1997
«In caso di cosa sottoposta a sequestro probatorio su iniziativa della polizia giudiziaria, è del tutto irrilevante, ai fini della configurabilità del reato di sottrazione o danneggiamento di cosa sottoposta a sequestro, di cui all'art. 334, comma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1055 del 30 gennaio 1991
«Oggetto della tutela penale nel reato di violazione dei sigilli non è l'integrità dei sigilli in sé, ma la conservazione e identità della cosa sottoposta a sequestro, sicché detto reato si realizza, indipendentemente dalla rimozione dei sigilli...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 31138 del 24 luglio 2008
«Il reato di violazione di sigilli è configurabile anche nel caso in cui i sigilli siano apposti solo su una parte della res sequestrata, in quanto l'apposizione dei medesimi è operata a tutela del vincolo che riguarda l'integrità e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14393 del 2 novembre 1990
«I vizi del provvedimento di sequestro non escludono il reato di violazione di sigilli poiché la norma incriminatrice richiede solo che la loro apposizione derivi da una disposizione di legge o da un ordine dell'autorità.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6342 del 30 maggio 1994
«In tema di violazione di sigilli, il dissequestro, determinando la cessazione del vincolo cautelare, priva i sigilli di rilevanza giuridica ed impedisce la configurabilità stessa del reato ove il privato li rimuova senza attendere l'intervento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 926 del 24 gennaio 1989
«Il reato di violazione dei sigilli sussiste fino a quando la pubblica amministrazione non dimostra, ordinando la rimozione degli appositi sigilli, che è venuto meno il vincolo gravante sulla cosa e ciò indipendentemente dal fatto che l'apposizione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2028 del 18 gennaio 2006
«L'appropriazione di un bene ereditario, sul quale erano stati apposti i sigilli, da parte di un erede testamentario in possesso dei beni ereditari, e che abbia accettata l'eredità, configura il reato di violazione dei sigilli, di cui all'art. 349...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9022 del 10 agosto 2000
«Per la configurazione del reato di violazione di sigilli apposti per disposizione della autorità — reato che ha diversa oggettività giuridica rispetto a quella del furto aggravato dalla violenza sulle cose — non è necessaria una condotta violenta,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3353 del 18 marzo 1994
«Per accertare se due o più violazioni di norme penali possano essere considerate in continuazione (art. 81 cpv. c.p.), bisogna stabilire se esse siano riconducibili ad un medesimo disegno criminoso, — in una unità di ordine intellettivo — perché...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1945 del 17 febbraio 1994
«Il reato di violazione di sigilli prevista dall'art. 349, secondo comma, c.p. si distingue dall'ipotesi di agevolazione colposa di cui all'art. 350 c.p. per l'elemento psicologico, nel senso che, mentre la prima ipotesi si caratterizza per la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2996 del 26 marzo 1993
«È configurabile la continuazione tra il reato di costruzione abusiva e quello di violazione dei sigilli. Infatti da un punto di vista astratto, poiché la violazione dei sigilli, nel caso della costruzione abusiva, si realizza anche attraverso la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16000 del 7 aprile 2003
«Il reato di violazione di sigilli, di cui all'art. 349 c.p., è configurabile allorché si eseguono nella stessa area occupata dalla costruzione abusiva opere distinte, ma ad essa inequivocabilmente collegate, atteso che il sequestro dell'immobile,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10267 del 6 marzo 2003
«La prosecuzione dell'attività edilizia in un cantiere sequestrato e sottoposto a sigilli non configura l'ipotesi di reato di cui all'art. 334 c.p., (sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro), ma la diversa ipotesi di cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11834 del 18 dicembre 1997
«È configurabile il reato di cui all'art. 349 c.p. (violazione di sigilli) nell'ipotesi in cui, sequestrato il cantiere edile, si eseguano nella stessa area occupata dalla costruzione abusiva opere distinte collegate inequivocabilmente al predetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7891 del 9 luglio 1992
«Nel caso di prosecuzione dell'attività edificatoria di una costruzione abusiva sottoposta a sequestro con apposizione di sigilli ricorre l'ipotesi di reato di cui all'art. 349 c.p. Né la responsabilità per la violazione dei sigilli è esclusa da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1566 del 3 luglio 2000
«Non integra il reato di cui all'art. 349, primo comma, c.p. la mera rimozione dei sigilli di un contatore dell'Enel, ricorrendo, invece, in tale fattispecie, la semplice violazione del disposto dell'art. 20, secondo comma, del D.M. 8 luglio 1924....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7224 del 17 giugno 1998
«Con l'entrata in vigore della legge 8 agosto 1992, n. 359, che ha trasformato l'Enel da ente pubblico economico in società per azioni non è stata abrogata la normativa di cui al D.M. 8 luglio 1924, il cui art. 20, comma secondo, consente al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35956 del 7 ottobre 2010
«Risponde del reato di violazione di sigilli, in concorso con terzi, il custode del bene in sequestro che non abbia adeguatamente vigilato sull'integrità dei sigilli apposti, a nulla rilevando il fatto che risiedesse in luogo diverso da quello ove...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3670 del 15 aprile 1993
«Con la disposizione dell'art. 356 c.p. il legislatore ha voluto tutelare lo Stato, gli enti pubblici e le imprese esercenti servizi pubblici o di pubblica necessità contro le frodi commesse ai loro danni nell'esecuzione di contratti di fornitura...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11326 del 10 novembre 1994
«Il delitto di frode nella pubbliche forniture è ravvisabile non soltanto nella fraudolenta esecuzione di un contratto di somministrazione (art. 1559 c.c.), ma anche di un contratto di appalto (art. 1655 c.c.); l'art. 356 c.p., infatti, punisce...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3264 del 22 marzo 1991
«Del reato di frode nelle pubbliche forniture, previsto dall'art. 356 c.p., può essere soggetto attivo anche colui il quale, pur non essendo la parte vincolata dal contratto di fornitura, abbia assunto l'obbligo di dare esecuzione, anche in parte,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10556 del 9 novembre 1982
«Il delitto di frode nelle pubbliche forniture non è escluso dal difetto di forma scritta del contratto. Il contratto di fornitura è soggetto alle norme del diritto privato: la mancata osservanza della forma scritta — di regola richiesta nei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2291 del 20 marzo 1986
«Il reato di frode nelle pubbliche forniture si differenzia da quello di inadempimento di contratti di pubbliche forniture per la presenza dell'elemento della frode, che si presenta come astuzia o malizia diretta ad ingannare. Ne deriva che è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12535 del 4 novembre 1999
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 356 c.p. non è necessario un comportamento fraudolento dell'agente, attuato mediante l'uso di raggiri, essendo invece sufficiente la semplice mala fede nell'esecuzione del contratto,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34952 del 26 agosto 2003
«Quando l'esecuzione di un contratto di pubbliche forniture è opera di un imprenditore è sufficiente a configurare l'elemento psicologico del reato previsto dall'art. 356 c.p. il dolo generico costituito dalla consapevolezza di effettuare una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 771 del 16 gennaio 2007
«Il reato di frode nelle pubbliche forniture è reato di pura condotta e non di evento, sicché non è ipotizzabile in relazione ad esso una responsabilità da causalità omissiva. (La Corte ha così escluso che il direttore di mensa di una società,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9555 del 12 novembre 1983
«Il reato di frode in pubbliche forniture si consuma al momento della fraudolenta esecuzione del contratto e cioè alla data dei verbali di ultimazione delle opere, a meno che la pubblica amministrazione, nel corso dell'esecuzione di esse, non abbia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1823 del 16 febbraio 2000
«In tema di reato di frode di pubbliche forniture, l'espressione «Commette frode», contenuta nell'art. 356 c.p., non allude necessariamente a un comportamento subdolo o artificioso, ma si riferisce a ogni violazione contrattuale, a prescindere dal...»