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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6624 del 17 febbraio 2012
«In tema di estradizione per l'estero, l'intervenuta consegna allo Stato richiedente comporta l'inammissibilità, per sopraggiunta carenza d'interesse, dell'impugnazione proposta dalla persona reclamata avverso il provvedimento di rigetto della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45830 del 5 febbraio 1999
«In tema di estradizione per l'estero, lo stato richiedente non è legittimato ad impugnare i provvedimenti dell'autorità giudiziaria italiana relativi alle misure cautelari assunte nei confronti dell'estradando. Tale diritto, infatti, compete solo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11176 del 18 marzo 2002
«In tema di estradizione, l'art. 15 del trattato italo-canadese sottoscritto il 6 maggio 1981 e ratificato con legge 22 aprile 1985, n. 158, non contempla la preventiva rinuncia dell'interessato quale ipotesi di deroga al principio di specialità —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43950 del 6 dicembre 2001
«In tema di rapporti giurisdizionali con autorità straniere, l'art. 53 della Convenzione del 19 giugno 1990 di applicazione dell'Accordo di Schengen del 14 giugno 1985, ratificata con legge 30 settembre 1993 n. 388, secondo il quale, per i Paesi ad...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 873 del 5 febbraio 1997
«A norma dell'art. 6 c.p., che è diretto ad affermare il principio di territorialità del diritto penale ed a privilegiare la giurisdizione italiana, è sufficiente, perché il reato si consideri commesso nel territorio dello Stato, che quivi si sia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37126 del 9 ottobre 2007
«È utilizzabile ai fini della decisione la prova dichiarativa assunta all'estero nella fase dibattimentale mediante rogatoria internazionale, qualora all'imputato detenuto in Italia sia stato garantito il diritto alla assistenza e alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36778 del 25 settembre 2003
«In tema di riconoscimento della sentenza straniera, il disposto di cui alla lettera c) dell'art. 733 c.p.p. — il quale prevede tra i presupposti che al condannato sia stato assicurato il diritto ad essere interrogato in una lingua per lui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 801 del 13 gennaio 2003
«Con riguardo al limite posto dall'art. 733 lett. b) c.p.p. al riconoscimento di sentenze penali straniere, benché il nostro ordinamento costituzionale non contenga il principio del doppio grado giurisdizionale di merito ma soltanto quello della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 225 del 30 aprile 1996
«L'art 733 c.p.p. fa divieto di riconoscere la sentenza penale straniera se l'imputato non è stato citato a comparire in giudizio ovvero non gli è stato riconosciuto il diritto di essere assistito da un difensore, ponendo l'esigenza del cumulo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 793 del 17 luglio 1995
«Ai fini del riconoscimento di una sentenza del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord per il reato di conspiracy, il giudice italiano dovrà non tanto verificare se ed a quale ipotesi di reato nazionale corrisponda il reato inglese, ma se...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 833 del 23 gennaio 2012
«A norma dell'art. 13 del d.l.vo 18 agosto 2000, n. 267, spettano ai Comuni tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione e il territorio comunale, fra l'altro nei settori dei servizi alla persona e alla comunità. Nell'ambito di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 121 del 21 marzo 2001
«Le questioni inerenti all'esistenza nell'ordinamento di norme o principi che astrattamente contemplino o tutelino la posizione soggettiva fatta valere in giudizio attengono al fondamento nel merito della domanda e non alla giurisdizione, spettando...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10453 del 23 ottobre 1997
«La competenza giurisdizionale a conoscere di una domanda di risarcimento del danno spetta, in linea di principio, al giudice ordinario poiché, facendo valere la parte istante in giudizio un diritto soggettivo, rientra nella sfera di competenza di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1122 del 18 gennaio 2007
«La competenza per materia si determina, ai sensi dell'art. 10 c.p.c. ( dettato per la competenza per valore ma esprimente un principio generale e, come tale, applicabile anche in riferimento agli altri tipi di competenza), con criterio «a priori»...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15367 del 1 dicembre 2000
«Il criterio per la determinazione della competenza va fissato in base non solo all'oggetto della domanda proposta dall'attore, ma anche ai fatti posti a fondamento di esse, indipendentemente dalla loro fondatezza, senza che abbiano, a tal fine,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3046 del 13 febbraio 2007
«Il principio sancito dall'art. 5 c.p.c., secondo cui i mutamenti di legge intervenuti nel corso del giudizio non assumono rilevanza ai fini della giurisdizione, la quale si determina con riguardo alla legge vigente al momento della proposizione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20322 del 20 settembre 2006
«Per effetto della nuova formulazione dell'art. 5 c.p.c. (conseguente alla sua sostituzione ad opera dell'art. 2 della legge n. 353 del 1990) il momento determinativo della giurisdizione va fissato non soltanto con riguardo allo stato di fatto...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5899 del 1 luglio 1997
«Per effetto del disposto dell'art. 5, nuovo testo, c.p.c., il momento determinativo della giurisdizione va fissato non soltanto con riguardo allo stato di fatto esistente al tempo della proposizione della domanda (come sancito dalla norma nella...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15344 del 6 luglio 2006
«La norma transitoria prevista dall'art. 69, comma settimo, del D.L.vo 30 marzo 2001, n. 165, rappresenta certamente una deroga al disposto dell'art. 5 c.p.c., ma solo nel senso che non è sufficiente instaurare una controversia in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 8999 del 16 aprile 2009
«Il principio sancito dall'art. 5 cod. proc. civ., alla stregua del quale la giurisdizione si determina "con riguardo alla legge vigente e allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della domanda", trova la sua ragion d'essere in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1732 del 27 gennaio 2006
«In materia di integrazione salariale, le posizioni di diritto soggettivo nascenti, a favore dei privati, dal provvedimento di ammissione dell'impresa alla cassa integrazione guadagni degradano, di nuovo, a posizioni di interesse legittimo — con...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2415 del 19 febbraio 2002
«L'irrilevanza, ai fini della giurisdizione, dei mutamenti legislativi successivi alla proposizione della domanda, sancita dall'art. 5 c.p.c., opera nel caso in cui il sopravvenuto mutamento dello stato di diritto privi il giudice della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 516 del 27 luglio 1999
«A seguito dell'entrata in vigore dell'art. 31 bis della L. 11 febbraio 1994, n. 109 (introdotto dall'art. 9 del D.L. 3 aprile 1995, n. 101, convertito con modificazioni nella L. 2 giugno 1995, n. 216), le controversie relative alla concessione di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 21582 del 19 ottobre 2011
«È competente il giudice di pace (nei limiti della sua competenza per valore) in ordine alle controversie aventi ad oggetto pretese che abbiano la loro fonte in un rapporto, giuridico o di fatto, riguardante un bene immobile, salvo che la questione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 859 del 26 gennaio 2000
«Il conferimento al giudice di pace della competenza senza limiti di valore per le cause, tra proprietari confinanti, relative - oltre che all'apposizione di termini - all'osservanza delle distanze riguardo al piantamento degli alberi e delle siepi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8376 del 21 aprile 2005
«La controversia relativa al diritto di utilizzazione del pianerottolo comune, che si assume leso dall'apertura verso l'esterno (in sostituzione di quella verso l'interno) di una porta di accesso all'appartamento di proprietà di un condomino, non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17660 del 2 settembre 2004
«In tema di controversie tra condomini, a seguito della modifica introdotta all'art. 7 c.p.c., appartengono alla competenza per materia del giudice di pace le cause relative alla misura ed alle modalità di uso dei servizi di condominio. Rientrano,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5448 del 15 aprile 2002
«Le cause relative alle «modalità di uso dei servizi condominiali», appartenenti alla competenza del giudice di pace a norma dell'art. 7, comma terzo, n. 2, c.p.c., sono quelle nelle quali si disputi dei limiti qualitativi o quantitativi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5989 del 10 maggio 2000
«Non è devoluta alla competenza, per materia, del giudice di pace (quale causa relativa alla misura e alle modalità di uso dei servizi di condominio di case) la controversia avente a oggetto la legittimità della delibera assembleare che neghi in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25 del 5 gennaio 2000
«Per «cause relative alle modalità di uso dei servizi di condominio di case» (già di competenza del conciliatore) devono intendersi quelle concernenti i limiti qualitativi di esercizio di facoltà contenute nel diritto di comunione, nelle quali,...»