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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41635 del 13 novembre 2007
«Il principio dell'immutabilità del giudice, sancito dall'art. 525, secondo comma, c.p.p., non è applicabile alla pronuncia sull'estradizione emessa dalla Corte di appello. Ne consegue che, una volta rinviato il giudizio sull'estradabilità ad altra...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1250 del 8 luglio 2000
«Non è di ostacolo alla estradizione richiesta dallo Stato francese, per violazione dei principi fondamentali dell'ordinamento giuridico italiano, il fatto che nei confronti del soggetto da estradare sia stata pronunciata sentenza di condanna in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3281 del 27 novembre 1995
«L'art. 3, comma 2 della Convenzione europea di estradizione prevede la possibilità per lo Stato richiesto di rifiutare la estradizione per sospetto di processo politico. Il giudizio sulla eventuale sussistenza di una estradizione cosiddetta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3125 del 13 ottobre 1995
«Devono ritenersi non sussistere le condizioni per la concessione dell'estradizione di un cittadino italiano condannato all'estero qualora la richiesta di esecuzione della pena venga dal richiedente sollecitata solo per esigenze di cosiddetta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3744 del 29 novembre 1994
«In tema di estradizione, il giudizio concernente la valutazione dei presupposti per la consegna dell'estradando è del tutto autonomo rispetto al procedimento incidentale di natura cautelare. (Fattispecie in cui l'interessato aveva richiesto la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4511 del 8 febbraio 1996
«In materia di estradizione, contro la sentenza della corte di appello può essere proposto ricorso per cassazione anche per il merito (art. 706, primo comma c.p.p.) e poiché davanti alla Corte stessa si applicano le disposizioni dell'art. 704 (art....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4157 del 11 novembre 1994
«La regola secondo cui l'annullamento con rinvio non è compatibile con la struttura del giudizio di cassazione nell'ambito del procedimento di estradizione non ha valore assoluto, ma incontra un limite nella sua stessa ratio, costituita dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 922 del 8 maggio 1998
«In tema di estradizione per l'estero, il vano decorso del termine di quindici giorni previsto dall'art. 708, comma 5, c.p.p. per la consegna dell'estradando produce la perdita di efficacia del decreto ministeriale di estradizione solo nell'ipotesi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3384 del 28 marzo 1995
«In tema di concorso di persone nel reato, una volta dimostrato, anche per facta concludentia, l'intervenuto accordo fra più soggetti in ordine all'attuazione di una determinata azione criminosa, comprensiva anche dei suoi già preventivati,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24627 del 31 maggio 2004
«Sussiste l'interesse all'impugnazione anche da parte del soggetto nei cui confronti sia stata emessa ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere non eseguibile in mancanza del provvedimento di estradizione, risultando giuridicamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19900 del 28 aprile 2004
«Il principio di specialità previsto dalla convenzione europea di estradizione e dall'art. 721 c.p.p. non opera in materia di misure di prevenzione, in quanto queste sono applicate sulla base di un giudizio di pericolosità attuale del soggetto, ai...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1379 del 14 gennaio 2003
«È esclusa l'operatività delle norme che disciplinano l'estradizione, e quindi anche del principio di specialità, in tema di misure di prevenzione, le quali sono applicabili in base a un giudizio di pericolosità attuale del soggetto e sono...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6346 del 8 febbraio 2013
«Sono utilizzabili dal giudice italiano le informative redatte dalla polizia estera e da questa consegnate direttamente ad autorità di polizia italiane, al di fuori di procedure formali di rogatoria, attese l'assenza di divieti di legge e la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 315 del 26 febbraio 1998
«Anche in caso di riconoscimento di sentenze straniere, in sede di esecuzione valgono i principi generali in tema di inviolabilità del giudicato in base ai quali in sede di esecuzione sono deducibili esclusivamente i vizi attinenti al titolo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 40961 del 31 ottobre 2008
«Non sussistono i presupposti per il riconoscimento della sentenza penale straniera, ai sensi dell'art. 733, comma primo, lett. c ), c.p.p., quando nel relativo procedimento non siano state espletate le formalità necessarie per portare alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36778 del 25 settembre 2003
«In tema di riconoscimento della sentenza straniera, il disposto di cui alla lettera c) dell'art. 733 c.p.p. — il quale prevede tra i presupposti che al condannato sia stato assicurato il diritto ad essere interrogato in una lingua per lui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 225 del 30 aprile 1996
«L'art 733 c.p.p. fa divieto di riconoscere la sentenza penale straniera se l'imputato non è stato citato a comparire in giudizio ovvero non gli è stato riconosciuto il diritto di essere assistito da un difensore, ponendo l'esigenza del cumulo...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 121 del 21 marzo 2001
«Le questioni inerenti all'esistenza nell'ordinamento di norme o principi che astrattamente contemplino o tutelino la posizione soggettiva fatta valere in giudizio attengono al fondamento nel merito della domanda e non alla giurisdizione, spettando...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10453 del 23 ottobre 1997
«La competenza giurisdizionale a conoscere di una domanda di risarcimento del danno spetta, in linea di principio, al giudice ordinario poiché, facendo valere la parte istante in giudizio un diritto soggettivo, rientra nella sfera di competenza di...»
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Cassazione civile, Sez. VI-lav., ordinanza n. 4484 del 21 febbraio 2013
«In caso di pronuncia declinatoria della giurisdizione, il processo, tempestivamente riassunto innanzi al giudice indicato come munito di giurisdizione, non è nuovo ma costituisce, per effetto della "translatio judicii", la naturale prosecuzione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 64 del 23 febbraio 2001
«La giurisdizione si determina sulla base della domanda e in particolare in base al cosiddetto petitum sostanziale, il quale si identifica, oltre che dalla concreta statuizione chiesta al giudice, anche e soprattutto in funzione della causa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3775 del 20 aprile 1994
«Il principio secondo cui la competenza si determina dalla domanda esprime l'esigenze di dissociare la questione di competenza da quelle relative alla fondatezza della domanda medesima e, pertanto, non impedisce di rilevare (di ufficio o su...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2203 del 1 febbraio 2007
«Il nuovo criterio di competenza territoriale introdotto dall'art. 4 del D.L.vo n. 168 del 2003, istitutivo delle sezioni specializzate in materia di proprietà industriale e intellettuale presso tribunali e corti d'appello, si applica a decorrere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15367 del 1 dicembre 2000
«Il criterio per la determinazione della competenza va fissato in base non solo all'oggetto della domanda proposta dall'attore, ma anche ai fatti posti a fondamento di esse, indipendentemente dalla loro fondatezza, senza che abbiano, a tal fine,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15712 del 12 dicembre 2001
«In tema di radiodiffusione sonora, la cognizione della controversia possessoria promossa, anteriormente alla entrata in vigore della legge 6 agosto 1990, n. 223, a tutela del preuso di una determinata frequenza, spetta alla cognizione del giudice...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3046 del 13 febbraio 2007
«Il principio sancito dall'art. 5 c.p.c., secondo cui i mutamenti di legge intervenuti nel corso del giudizio non assumono rilevanza ai fini della giurisdizione, la quale si determina con riguardo alla legge vigente al momento della proposizione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20322 del 20 settembre 2006
«Per effetto della nuova formulazione dell'art. 5 c.p.c. (conseguente alla sua sostituzione ad opera dell'art. 2 della legge n. 353 del 1990) il momento determinativo della giurisdizione va fissato non soltanto con riguardo allo stato di fatto...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15344 del 6 luglio 2006
«La norma transitoria prevista dall'art. 69, comma settimo, del D.L.vo 30 marzo 2001, n. 165, rappresenta certamente una deroga al disposto dell'art. 5 c.p.c., ma solo nel senso che non è sufficiente instaurare una controversia in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16667 del 16 luglio 2010
«In materia processuale, la legge sopravvenuta ha immediata operatività (anche con riguardo alla giurisdizione o alla competenza) quando valga a radicare la competenza presso il giudice davanti al quale sia stato comunque promosso il giudizio,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 8999 del 16 aprile 2009
«Il principio sancito dall'art. 5 cod. proc. civ., alla stregua del quale la giurisdizione si determina "con riguardo alla legge vigente e allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della domanda", trova la sua ragion d'essere in...»