-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3756 del 15 giugno 2000
«Qualora la corte d'appello abbia riformato la sentenza del pretore soltanto in relazione all'ordine di demolizione (nella specie eliminato a seguito di concessione in sanatoria intervenuta nelle more del giudizio di secondo grado), confermando,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 396 del 4 marzo 2000
«Allorché la sentenza pronunciata nei confronti di più soggetti sia stata riformata in appello con l'assoluzione di taluno di essi, modificandosi per altri la pena per effetto di una diversa qualificazione giuridica di uno o più reati legati al...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 30004 del 12 luglio 2013
«L'art. 665, comma quarto, c.p.p. allorchè, in caso di esecuzione di una pluralità di provvedimenti emessi da giudici diversi, attribuisce la competenza al giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo, si riferisce ai...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 911 del 23 marzo 1994
«Nei riguardi di un soggetto che abbia riportato una pluralità di provvedimenti definitivi di condanna da giudici diversi, non si può addivenire ad applicazione di amnistia impropria, di indulto, né, in genere, a declaratoria di estinzione del...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8891 del 8 agosto 2000
«In tema di rinnovazione, in appello, della istruzione dibattimentale, il giudice, pur investito - con i motivi di impugnazione - di specifica richiesta, è tenuto a motivare solo nel caso in cui a detta rinnovazione acceda; invero, in...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36088 del 31 ottobre 2006
«In tema di reati fallimentari, la dichiarazione di fallimento non costituisce l'evento del reato di bancarotta, con la conseguenza che è del tutto irrilevante il nesso eziologico tra la condotta realizzatasi con l'attuazione di un atto dispositivo...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41499 del 11 dicembre 2002
«In tema di successione di leggi penali nel tempo, ai fini dell'applicabilità dell'art. 2, comma 2, c.p., sono norme extrapenali integratrici solo quelle che determinano, o concorrono a determinare, il contenuto del precetto penale. Tali non sono,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4859 del 17 gennaio 1995
«La dichiarazione di fallimento è un elemento costitutivo del reato di bancarotta e non una condizione oggettiva di punibilità, di guisa che tale reato si concretizza in tutti i suoi elementi costitutivi solo nel caso in cui il soggetto, che abbia...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42235 del 29 novembre 2010
«In tema di bancarotta fraudolenta, è legittimo il sequestro preventivo sulle giacenze di conto corrente acceso dall'indagato presso una banca quando si sospetti che siffatta ricchezza costituisca il provento di distrazioni fraudolente commesse in...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24231 del 4 giugno 2003
«Ai fini del reato di cui all'art. 217 comma primo n. 2 l. fall., operazioni di grave imprudenza sono quelle caratterizzate da alto grado di rischio, prive di serie e ragionevoli prospettive di successo economico, le quali, avuto riguardo alla...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13318 del 21 marzo 2013
«Nel reato di bancarotta semplice per mancata tempestiva richiesta di fallimento, oggetto di punizione è l'aggravamento del dissesto dipendente dal semplice ritardo nell'instaurare la concorsualità, non essendo richiesti ulteriori comportamenti...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4015 del 1 febbraio 2006
«Ai fini della configurabilità del reato di bancarotta semplice per inadempimento degli obblighi assunti in un precedente concordato (art. 217, primo comma, n. 5 legge fall.) viene in rilievo il concordato relativo ad una precedente e distinta...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36613 del 13 ottobre 2010
«Non integra il reato di bancarotta semplice documentale (art. 217 R.D.) il mero ritardo, da parte dell'amministratore di diritto, nella trasmissione dei documenti contabili al commercialista, che può essere considerato solo un sintomo della...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 27515 del 18 giugno 2004
«Il reato di bancarotta semplice documentale è punibile a titolo tanto di dolo quanto di colpa, come appare desumibile dalla struttura della norma incriminatrice la quale, nel punire l'imprenditore che non tenga o tenga irregolarmente le prescritte...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8932 del 8 agosto 2000
«In tema di bancarotta semplice documentale, la mancanza di specifica ed esplicita indicazione, nel capo di imputazione, delle scritture, non tenute o non regolarmente tenute, non comporta alcuna genericità dello stesso, dal momento che le...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4727 del 17 aprile 2000
«In tema di bancarotta semplice documentale, è punito il comportamento omissivo del fallito che non ha tenuto le scritture contabili. Trattasi di reato di pericolo presunto che, mirando ad evitare che sussistano ostacoli alla attività di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31885 del 4 agosto 2009
«Integra il reato di bancarotta semplice (art. 217 L. fall.) l'amministratore che, ancorché estraneo alla gestione dell'azienda - esclusivamente riconducibile all'amministratore di fatto - abbia omesso, anche per colpa, di esercitare il controllo...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 660 del 23 giugno 1967
«Il reato di bancarotta semplice, per omessa tenuta dei libri, prescritti proprio a tutela degli interessi patrimoniali dei creditori, offende, sia pure indirettamente, il patrimonio e conseguentemente ad esso non è applicabile la diminuente della...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38144 del 21 novembre 2006
«Integra il reato di ricorso abusivo al credito (art. 218 L. fall.), la dissimulazione dello stato di dissesto della società avvenuta attraverso l'utilizzo strumentale della posta debitoria e la natura parzialmente fittizia del finanziamento soci,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23796 del 24 maggio 2004
«La differenza tra la ipotesi di bancarotta post-fallimentare disciplinata dall'art. 216 comma secondo legge n. 267 del 1942 e quella di ricorso abusivo al credito prevista dall'art. 218 della stessa legge sta nel fatto che con il primo reato...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44933 del 2 dicembre 2011
«Il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione è reato di pericolo ed è pertanto irrilevante che al momento della consumazione l'agente non avesse consapevolezza dello stato d'insolvenza dell'impresa per non essersi lo stesso ancora...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12284 del 18 dicembre 1975
«L'art. 3 della Costituzione, relativo alla eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, non può considerarsi in alcun modo violato dalla parità di trattamento punitivo stabilita dagli artt. 217, 219 della legge fallimentare in...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1762 del 14 gennaio 2008
«In tema di bancarotta fraudolenta, vi è il divieto di un nuovo giudizio (art. 649 c.p.p.) per una ulteriore ipotesi di distrazione di danaro, sul presupposto che il pur distinto fatto distrattivo contestato sia assorbito nel disvalore dell'unico...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38810 del 22 novembre 2006
«In tema di bancarotta per distrazione (art. 216 L. fall.), è illegittima la decisione con cui il giudice di appello applichi la disciplina della continuazione in relazione ad una pluralità di fatti distrattivi anziché considerarli quale...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10423 del 2 ottobre 2000
«La pluralità di atti di bancarotta è considerata, ai sensi dell'art. 219, comma 2, n. 1, L. fall., come semplice circostanza aggravante del reato (assoggettata all'ordinario giudizio di comparazione tra aggravanti ed attenuanti) solo all'interno...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4550 del 8 febbraio 2011
«In tema di reati fallimentari, l'inosservanza dell'obbligo di deposito delle scritture contabili (artt. 16, n. 3, 220 R.D. deve ritenersi assorbita dalla fattispecie di bancarotta fraudolenta documentale, commessa mediante sottrazione del...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42618 del 3 novembre 2004
«Sussiste il reato previsto dagli artt. 220 e 16, comma secondo n. 3 legge fall. qualora, entro ventiquattro ore dalla comunicazione della sentenza dichiarativa di fallimento, il fallito non ottemperi all'ordine di deposito dei bilanci e delle...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40581 del 3 dicembre 2002
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 224, n. 2, della legge fallimentare (R.D. 16 marzo 1942, n. 267), rientra tra gli “obblighi imposti dalla legge” la cui inosservanza, se causa o concausa di dissesto societario ovvero di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38986 del 4 novembre 2010
«Il reato di interesse privato del curatore negli atti del fallimento concorre con quello di corruzione propria, non sussistendo alcun rapporto di specialità tra l'art. 228 legge fall. e l'art. 319 c.p..»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46802 del 2 dicembre 2004
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 228 della legge fallimentare, che sanziona la condotta del curatore il quale — avvantaggiando consapevolmente se stesso o un terzo — privilegia interessi privati contrastanti con la finalità...»