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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 13682 del 5 novembre 2001
«Ai sensi degli artt. 295 c.p.c., 75 c.p.p., 211 disp. att. c.p.c., fuori dal caso in cui i giudizi di danno possono proseguire davanti al giudice civile ai sensi dell'art. 75, secondo comma c.p.p., negli altri casi, il processo può essere sospeso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 591 del 13 gennaio 2005
«In tema di clausola penale, volta al rafforzamento del vincolo contrattuale e alla liquidazione preventiva del danno, l'art. 1383 c.c., nel vietare il cumulo della penale pattuita per l'inadempimento con la prestazione principale, non esclude che...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 27145 del 13 novembre 2008
«È inammissibile il ricorso per cassazione proposto dal P.G. presso la corte di appello avverso il decreto della medesima corte che accoglie l'istanza del tutore e del curatore speciale di persona in stato vegetativo permanente diretta ad ottenere...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 2896 del 6 febbraio 2009
«Pertanto nella controversia tra il contribuente e l'erario riguardante la determinazione del valore di un fondo oggetto di compravendita, ai fini del computo dell'imposta di registro, non costituisce motivo di revocazione della sentenza che abbia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 532 del 15 gennaio 2010
«In tema di violazioni del codice della strada, il verbale di contestazione deve specificare, a pena di nullità, gli elementi indispensabili a garantire la completezza della contestazione e ad assicurare l’esercizio del diritto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 73 del 8 gennaio 2010
«Nel leasing traslativo, al quale si applica per analogia la disciplina dettata dall'art. 1526 cod. civ. per la risoluzione del contratto di vendita con riserva di proprietà in caso di inadempimento dell'utilizzatore, quest'ultimo, riconsegnato il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21481 del 25 ottobre 2016
«Posto che il sequestro conservativo sui beni dell'imputato non perde automaticamente efficacia laddove il processo penale si concluda con una sentenza di condanna generica e con la rimessione delle parti davanti al giudice civile ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6711 del 5 luglio 1985
«Per il reato di furto commesso sui capi di bestiame riuniti in gregge o in mandria di cui all'art. 625, n. 8 c.p., la determinazione della sussistenza della mandria è rimessa all'apprezzamento del giudice, il quale deve tenere presente l'oggetto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4554 del 14 aprile 1987
«Di conseguenza non è sufficiente che l'azione delittuosa venga attuata nell'aspettativa che possano essere evitati pericoli che non abbiano i suddetti connotati e che siano invece meramente eventuali e futuri, possibili o anche probabili, al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4508 del 12 aprile 1988
«Il riconoscimento delle attenuanti generiche non è incompatibile con la determinazione della pena oltre il minimo edittale, in quanto il beneficio dell'art. 62 bis c.p. ha una sua ragione autonoma, ravvisabile in situazioni atipiche o nelle stesse...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5610 del 7 maggio 1988
«In tema di determinazione del tempo necessario a prescrivere ai sensi dell'art. 157 c.p. deve tenersi conto dell'aumento di pena stabilito per la recidiva in quanto, il carattere facoltativo dell'aumento della pena stabilito nell'art. 9 della L. 7...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3921 del 17 marzo 1989
«Tale inefficacia, tuttavia, non riguarda l'ipotesi in cui le dette circostanze siano rilevanti ed influenti nella determinazione della durata del tempo necessario alla prescrizione, in quanto poiché in relazione a ciò la legge nulla dice se non in...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 56 del 5 gennaio 1989
«In tema di determinazione della misura della pena, il giudice del merito, con la enunciazione, anche sintetica, della eseguita valutazione di uno (o più) dei criteri indicati nell'art. 133 c.p., assolve adeguatamente all'obbligo della motivazione,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5272 del 9 aprile 1990
«Il contegno attuoso post factum dell'imputato, il quale con una lunga opera di modernizzazione abbia agito in modo da ridurre l'incidenza degli infortuni sul lavoro, certamente apprezzabile e producente al fine di beneficiare delle attenuanti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1327 del 1 febbraio 1991
«Non esiste un nesso di necessaria correlazione tra la determinazione della pena e la concessione della sospensione condizionale, in quanto la prima va operata in base ai criteri di valutazione della gravità del reato e la seconda si fonda su un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2721 del 31 luglio 1991
«Una volta introdotta la possibilità di applicazione della disciplina del concorso formale o del reato continuato in sede esecutiva, deve riconoscersi al giudice dell'esecuzione il potere - dovere di rideterminazione completa delle pene in aumento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5247 del 15 maggio 1991
«La possibilità, riconosciuta dall'art. 620 lett. l) c.p.p. alla Corte di cassazione, di procedere direttamente alla determinazione della pena, deve ritenersi circoscritta alle ipotesi in cui alla situazione da correggere possa porsi rimedio senza...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6529 del 11 giugno 1991
«La determinazione della pena va operata esclusivamente in riferimento ai parametri indicati dalla legge (gravità del reato, capacità di delinquere del colpevole). Le attenuanti generiche vanno riconosciute, in quanto incidenti sulla valutazione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10351 del 29 ottobre 1992
«In tema di attenuanti generiche, pur potendo ai fini della loro applicazione (o del loro diniego) venir presi in considerazione gli stessi elementi che a norma dell'art. 133 c.p. concorrono alla determinazione della misura della pena, occorre pur...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2388 del 5 marzo 1992
«La concessione delle attenuanti generiche non implica necessariamente un giudizio di non gravità del fatto-reato e, quindi, la determinazione della pena base in misura prossima al minimo edittale. La concessione di tale attenuante è, infatti, la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5808 del 15 maggio 1992
«Il legislatore ha dato al giudice il potere discrezionale di valorizzare circostanze non specificamente prevedute come attenuanti ovvero elementi compresi tra quelli indicati nell'art. 133 c.p., quando si presentino con connotazioni, positivamente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6117 del 22 maggio 1992
«Ne consegue, pertanto, che è nullo il giudizio di patteggiamento della pena celebratosi ex art. 599, quarto comma del nuovo codice di procedura penale, qualora il difensore dell'appellante abbia patteggiato la pena, rinunciando agli altri motivi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7842 del 8 luglio 1992
«Pur costituendo la adeguatezza della pena nella sua concretezza più il risultato di una intuizione che di un processo logico di natura analitica, il giudice, nell'esercizio del suo potere discrezionale di determinazione di essa, per evitare che la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8072 del 17 luglio 1992
«Il giudice di merito non può negare le attenuanti generiche solo perché, indipendentemente dalla loro applicazione, considera adeguata la pena, ma deve prima stabilire se le attenuanti generiche devono essere applicate, poi, quando occorre,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 395 del 18 gennaio 1993
«L'art. 4 lett. d) del D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, laddove per la determinazione della pena per il furto ai fini dell'amnistia deroga alla prevalenza delle attenuanti di cui ai nn. 2 e 4 dell'art. 62 c.p. rispetto alle circostanze aggravanti di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4811 del 11 maggio 1993
«Il giudice d'appello — chiamato a pronunciarsi su impugnazione dell'imputato relativa al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e della loro prevalenza sulla contestata aggravante, con conseguente determinazione di una più lieve pena —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5020 del 19 gennaio 1993
«L'annullamento, in sede di legittimità, della sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti (nella specie per erronea determinazione della pena concordata, dovuta a violazione delle norme in materia di esecuzione), implicando la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1622 del 22 agosto 1994
«È legittima la liquidazione equitativa dell'indennità di custodia di bene sottoposto a sequestro penale, ancorata alla qualità e quantità dell'impegno del custode, allorché esso, riguardando un bene non deteriorabile, non richieda altra attività,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 544 del 11 marzo 1994
«Nella determinazione, in sede esecutiva, della pena per più reati continuati giudicati con più sentenze, deve essere assunta come pena-base quella inflitta per il reato singolo considerato come violazione più grave. Ne discende che è illegittimo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10683 del 27 ottobre 1995
«Qualora il soggetto detenga o porti più armi, e tale condotta sia accertata in un unico contesto, egli deve rispondere di un solo reato e non già di un reato continuato, mentre il numero delle armi e delle munizioni potranno essere prese in...»