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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9417 del 31 agosto 1994
«In tema di oltraggio, la «presenza» del pubblico ufficiale, presupposto indefettibile del reato di cui all'art. 341 c.p., è concetto ben diverso dal «cospetto», richiesto dal reato di cui all'art. 342 c.p. La «presenza» richiesta dalla prima norma...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21639 del 8 giugno 2010
«L'accertamento del reato di esercizio di giuochi d'azzardo richiede non solo la prova dell'effettiva esistenza di mezzi atti ad esercitarlo, ma, da un lato, la prova dell'effettivo svolgimento di un gioco e, dall'altro, ove si tratti di apparecchi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15046 del 13 aprile 2007
«La installazione in un pubblico esercizio di un apparecchio automatico elettronico per il gioco del poker configura il reato di esercizio di gioco d'azzardo in presenza delle condizioni legislativamente previste dall'art. 110 del TULPS, atteso che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26386 del 11 giugno 2004
«In tema di esercizio di giochi d'azzardo, il titolare dell'esercizio pubblico, nel quale siano installati videogiochi che abbiano fini di lucro e che contemplino un esito aleatorio per il giocatore, non può addurre a fondamento di una pretesa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5331 del 11 febbraio 2004
«Ai fini della configurabilità del reato di giuoco d'azzardo, di cui all'art. 718 c.p., non è necessaria la effettiva acquisizione di denaro o altra utilità, essendo sufficiente che vi sia da parte del giocatore la finalità di conseguire il lucro,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1722 del 17 febbraio 1987
«Ai fini del reato di partecipazione a gioco d'azzardo, non è necessario, per la sussistenza della flagranza, che il giocatore sia sorpreso con le carte in mano, ma è sufficiente che egli sia colto nel locale in presenza di strumenti e tracce...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11877 del 26 marzo 2010
«Configura il reato di esercizio di giuoco d'azzardo l'installazione in un pubblico esercizio di un apparecchio automatico elettronico che, collegandosi in rete a sito internet dedicato, consenta di scegliere tra le diverse applicazioni possibili...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 20400 del 31 maggio 2005
«L'installazione e la messa a disposizione del pubblico di apparecchi da giuoco del tipo videopoker, mentre dà luogo di per sè alla configurabilità del reato di cui all'art. 110 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, non comporta anche quella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8842 del 3 marzo 2001
«In caso di richiesta di definizione ex art. 444 c.p.p. del procedimento per il reato di tenuta o agevolazione del gioco d'azzardo mediante videopoker è ammissibile la costituzione di parte civile di un giocatore poiché non può escludersi in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1026 del 10 aprile 2000
«In tema di sequestro probatorio, il fatto che il P.M. ritenga di disporre una consulenza tecnica per approfondire nel merito la sussistenza del reato ipotizzato, appartiene alla normale dialettica processuale e non può essere considerato come...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9733 del 30 luglio 1999
«Configura il reato di cui all'art. 718 c.p. l'esercizio del giuoco «chi trova un amico», nel quale l'elemento del fortuito e del casuale — e di conseguenza l'alea per il giocatore — prevalgono nettamente sull'abilità di quest'ultimo e sulla sua...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46816 del 18 dicembre 2008
«Le violazioni relative all'esercizio di giuochi d'azzardo con apparecchi automatici ed elettronici vietati sono sanzionate unicamente in via amministrativa, ferma restando l'ammissibilità del concorso del reato di gioco d'azzardo ove ne siano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 33033 del 5 agosto 2003
«La condotta consistente nell'esercizio di giuochi d'azzardo svolto mediante apparecchi automatici ed elettronici denominati videopoker, il cui utilizzo è vietato dall'art. 110 T.U.L.P.S., configura la contravvenzione di cui all'art. 718 c.p. e non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40514 del 2 dicembre 2002
«Gli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici nei quali l'elemento dell'abilità ed il fine del trattenimento sono preponderanti rispetto all'elemento aleatorio ed il valore del costo della partita non supera il valore della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38054 del 13 novembre 2002
«Il reato di cui all'art. 110 del Tulps (R.D. 18 giugno 1931 n. 773), come da ultimo modificato dall'art. 37 della legge 18 giugno 2000 n. 388, uso di apparecchi da giuoco di genere vietato in locali pubblici o aperti al pubblico, è certamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14010 del 12 aprile 2002
«In tema di apparecchi elettronici da gioco la disciplina introdotta con l'art. 37 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, modificatrice dell'art. 110 del R.D. 18 giugno 1931, n. 773, ha lasciato immutata la distinzione tra giochi d'azzardo e di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10592 del 11 ottobre 2000
«I reati previsti dagli artt. 110 T.U.L.P.S. e 718-721 c.p. non sono in rapporto di specialità perché consistono in fattispecie criminose non coincidenti, atteso che l'art. 718 c.p. punisce l'esercizio di giochi d'azzardo nei quali ricorre il fine...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 217 del 14 gennaio 1986
«Il reato di tenuta di giuoco d'azzardo si perfeziona con la mera predisposizione delle attrezzature del giuoco (banco ed arnesi relativi), non occorrendo né l'effettivo inizio del giuoco attraverso le puntate dei partecipanti, né la sorpresa in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2308 del 3 dicembre 1969
«L'art. 719 c.p. contempla non una ipotesi contravvenzionale autonoma ma alcune circostanze aggravanti del reato previsto dall'art. 718 c.p., rispetto alle quali è applicabile il giudizio di comparazione prescritto dall'art. 69 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45 del 15 gennaio 1974
«La contravvenzione di partecipazione a giuochi d'azzardo ha carattere di reato collettivo, ed esige una pluralità di soggetti attivi (concorso necessario); ad essa sono quindi applicabili le regole dettate dagli artt. 110 e seguenti c.p., le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4516 del 26 aprile 1975
«Nel «sistema delle lettere a catena» quando sussistono gli estremi dell'alea (nella specie rinvenuta nella difficoltà per i singoli giocatori di rintracciare gli aderenti alla catena) ed il fine di lucro, è ravvisabile il reato di gioco d'azzardo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3074 del 11 novembre 1997
«La posta in gioco nel reato di gioco d'azzardo costituisce corpo di reato, perciò la strumentalità probatoria sottesa al vincolo è insita nel rapporto tra cosa-corpo di reato e fattispecie contestata e non necessita di specifica motivazione una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4987 del 22 gennaio 1994
«L'art. 722 c.p. non configura un'ipotesi di confisca obbligatoria ai sensi dell'art. 240 stesso codice, dal momento che la misura patrimoniale ha carattere obbligatorio soltanto di condanna e non anche in caso di proscioglimento o di estinzione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 453 del 20 maggio 1993
«Possono legittimamente essere oggetto di sequestro preventivo i locali nei quali si tiene il gioco d'azzardo allorché si abbia motivo di ritenere che siano adibiti al gioco, non essendovi dubbio in tal caso che la disponibilità della cosa...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5 del 23 aprile 1993
«Anche nel caso di estinzione del reato, astrattamente non incompatibile con la confisca in forza del combinato disposto degli artt. 210 e 236, comma secondo, c.p., per stabilire se debba farsi luogo a confisca deve aversi riguardo alle previsioni...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7979 del 15 luglio 1992
«L'art. 724, primo comma, c.p. sanziona il fatto di bestemmiare con invettive e parole oltraggiose e dunque punisce non la manifestazione di un pensiero ma una manifestazione pubblica di volgarità. Ne consegue che non può ricondursi la bestemmia...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1692 del 26 febbraio 1986
«Ai fini della sussistenza del reato di bestemmia, di cui all'art. 724 c.p., è assolutamente necessaria — per legittimità di contestazione e per attuazione di difesa — la concreta individuazione della bestemmia medesima. (Fattispecie relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11738 del 7 dicembre 1985
«È luogo aperto al pubblico l'edificio scolastico in quanto ad esso è consentito l'accesso a determinate condizioni alla categoria di persone che hanno diritto ad accedere per ragioni scolastiche o di servizio o di relazione con gli uffici in esso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3076 del 4 aprile 1985
«Ai fini della sussistenza del reato di bestemmia di cui all'art. 724 c.p., è necessario che il comportamento avvenga «pubblicamente», nel senso precisato dall'art. 266, quarto comma, c.p. Infatti, poiché l'azione, che offende il comune senso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23234 del 13 giugno 2012
«Integra il reato di atti contrari alla pubblica decenza (art. 726 cod. pen.) il comportamento di colui che, completamente nudo ed immobile, si trovi a dormire all'interno di un'autovettura al fianco di una donna semisvestita, poiché, pur senza...»