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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 237 del 11 gennaio 1997
«Il muro comune divisorio può essere sopraelevato — anche abbattendo una preesistente rete metallica — senza necessità di consenso dell'altro comproprietario perché la relativa facoltà, ai sensi dell'art. 885 c.c., è svincolata dal regime normale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1261 del 11 febbraio 1997
«La veduta laterale, che ricorre quando il confine del fondo del vicino ed il muro dal quale si esercita la veduta formano un angolo di 180 gradi, può essere esercitata, oltre che di lato, anche in basso, verticalmente, assumendo, così, le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5455 del 9 dicembre 1989
«L'esistenza di una servitù, pur comportando la restrizione delle facoltà di godimento del fondo servente, non impedisce al suo proprietario, anche quando il fondo è gravato da servitù di passaggio, di operare la chiusura del fondo stesso,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 743 del 6 febbraio 1986
«Ai sensi della norma dell'art. 841 c.c. il proprietario ha il diritto di chiudere il suo fondo, purché su questo non gravi una servitù che renda necessario il passaggio sul fondo stesso, in quanto in tale ipotesi l'esistenza della servitù va...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 651 del 21 gennaio 2000
«In tema di condominio negli edifici, con riguardo alle controversie attinenti a cose, impianti o servizi appartenenti, per legge o per titolo, soltanto ad alcuni dei proprietari dei piani o degli appartamenti siti nell'edificio (cosiddetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3629 del 4 giugno 1981
«La semplice indicazione nel regolamento di condominio di una determinata destinazione delle unità immobiliari non può precluderne altre diverse, essendo tale risultato conseguibile solo mediante costituzione di reciproche servita volontarie fra i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1136 del 24 gennaio 2003
«La violazione delle distanze legali nella collocazione di un tubo (nella specie, di gas) integra una molestia al possesso del fondo finitimo perché, anche quando non ne comprime l'esercizio, importa tuttavia, automaticamente una modificazione o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2927 del 19 marzo 1991
«La violazione delle distanze legali nelle costruzioni integra una molestia al possesso del fondo finitimo, contro la quale è data l'azione di manutenzione, perché, anche quando non ne comprime di fatto l'esercizio, apporta automaticamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17746 del 30 luglio 2009
«L'inserzione automatica di clausole, prevista dall'art. 1339 c.c., costituisce una restrizione significativa del diritto di libertà economica consacrato dall'art. 41 Cost. di cui è espressione l'autonomia privata; e deve quindi trovare il suo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5024 del 23 maggio 1994
«Il patto tra produttore e rivenditore con il quale è fatto divieto a quest'ultimo di vendere i prodotti ad un prezzo inferiore a quello prefissato (cosiddetto clausola del ricarico minimo o del minimo prezzo di rivendita) non può ricondursi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3504 del 23 ottobre 1975
«Qualora l'immobile venduto risulti costruito in violazione delle limitazioni legali della proprietà, la pretesa del proprietario del fondo contiguo, diretta ad ottenere il rispetto di tali limitazioni, va ricondotta all'ipotesi dell'evizione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21588 del 15 ottobre 2007
«In tema di compravendita, l'acquirente di un qualsiasi bene ha diritto in qualità di proprietario, ad una completa utilizzazione di esso secondo la sua destinazione contrattuale e, quindi, anche a quelle modalità di uso soltanto potenziali, posto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 47 del 13 luglio 1983
«Con riguardo ai contratti di durata (nella specie, appalto continuativo di servizi), per i quali le parti (ovvero la legge o gli usi) prevedano la tacita rinnovazione in difetto di recesso da esercitarsi entro un determinato termine di preavviso,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2094 del 6 novembre 1994
«L'art. 324 c.p.p., che disciplina il procedimento di riesame del provvedimento che ha disposto il sequestro, stabilisce al comma sesto ultima parte che «fino al giorno dell'udienza gli atti restano depositati in cancelleria». Tale obbligo di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 30 giugno 1998
«È manifestamente infondata, in relazione agli artt. 3 e 24 Cost., la questione di legittimità costituzionale dell'art. 309, comma ottavo, c.p.p., nella parte in cui non prevede, come obbligatoria, a pena di nullità, la comunicazione o informazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 33361 del 4 ottobre 2002
«L'inosservanza della disposizione contenuta nell'art. 503, comma 3 c.p.p., secondo cui la lettura delle dichiarazioni precedentemente rese è consentita ai fini contestativi soltanto dopo che sui fatti e sulle circostanze la parte esaminata abbia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 494 del 13 aprile 1996
«Nella procedura di convalida dell'arresto, caratterizzata dall'esigenza di una rapida verifica della sussistenza delle condizioni legittimanti la restrizione della libertà personale, l'obbligo di avvisare il difensore di fiducia è soddisfatto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37135 del 30 settembre 2003
«A norma dell'art. 156 c.p.p. la notifica del decreto di citazione all'imputato detenuto deve avvenire nel luogo di detenzione, anche quando la causa di restrizione sia diversa dal procedimento in corso cui si riferisce la notifica e vi sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1699 del 14 agosto 1996
«Il principio dettato dal legislatore con l'art. 275, comma quarto, c.p.p. di attenuazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di persone le quali si trovino in particolari condizioni soggettive che di per sè sconsiglierebbero la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1486 del 25 agosto 1993
«L'esigenza cautelare di cui all'art. 274, primo comma, lettera c) c.p.p. postula un giudizio prognostico, basato su un criterio di probabilità e di attualità di reiterazione di «gravi» delitti «della stessa specie». La detta norma, invero nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3128 del 20 ottobre 1992
«In materia di misure cautelari personali, l'art. 274 c.p.p. — nel definire i criteri di una prognosi di pericolosità dell'indagato simmetrica al periculum in mora civilistico — accoglie nella norma della lett. c) l'esigenza di prevenzione speciale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 48868 del 19 dicembre 2003
«È ammissibile il ricorso per cassazione avverso il provvedimento reso in tema di isolamento continuo dell'indagato detenuto ai sensi dell'art. 33 n. 3 della legge 26 luglio 1975 n. 354 (c.d. ordinamento penitenziario), trattandosi di provvedimento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6017 del 2 marzo 1995
«Il ripristino della custodia cautelare, a seguito della caducazione del D.L. 14 luglio 1994, n. 440, in forza del quale detta misura era stata sostituita con quella degli arresti domiciliari, non comporta la necessità di un nuovo interrogatorio ai...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20925 del 6 giugno 2005
«L'eventuale lunga durata della restrizione cautelare subìta dalla persona sottoposta alle indagini non assume uno specifico rilievo nella valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari in quanto la valenza di tale circostanza si esaurisce...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15592 del 11 dicembre 2000
«Non abusa del diritto di impugnativa il socio (nella specie, di una cooperativa a rl) che impugni la delibera assembleare di approvazione del bilancio dopo aver in precedenza approvato il progetto di bilancio in qualità di componente del consiglio...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 915 del 5 maggio 1995
«In tema di quantificazione dell'indennizzo per la riparazione della ingiusta detenzione, i criteri equitativi da adottare devono riferirsi alla durata effettiva della custodia cautelare illegittimamente sofferta, che assume rilievo preponderante,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4603 del 26 gennaio 1993
«La trasmissione del verbale di arresto al pubblico ministero entro il termine indicato dall'art. 386 c.p.p. può avvenire con qualsiasi mezzo idoneo, purché la stessa sia effettuata per l'intero contenuto dell'atto, e non mediante semplice...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2918 del 13 marzo 2000
«In materia di convalida dell'arresto in flagranza, nel caso in cui il pubblico ministero abbia rimesso in libertà l'arrestato, legittimamente il g.i.p. non convalida l'arresto, qualora il verbale di arresto non gli sia stato trasmesso, ex art. 122...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 45276 del 24 novembre 2003
«Il giudizio celebrato in contumacia nei confronti di imputato detenuto all'estero per reati colà commessi, la cui richiesta di presenziare al dibattimento sia stata respinta dalla competente autorità straniera, non essendone consentita...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1458 del 25 giugno 1993
«In materia di impugnazioni, dall'art. 568 c.p.p., che fissa le regole generali, si ricava (primo e secondo comma) che i casi nei quali i provvedimenti sono soggetti ad impugnazione ed i mezzi con cui possono essere impugnati sono stabiliti...»