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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5262 del 29 maggio 1999
«...in un danno per il minore in relazione alla indifferibilità della scelta) nel solo caso in cui l'informazione sia necessaria affinché il genitore non affidatario possa partecipare alla decisione con riguardo ad eventi eccezionali ed imprevedibili.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1545 del 26 gennaio 2006
«...raggiungimento della maggiore età e dell'indipendenza economica da parte dei figli, si tradurrebbe in una sostanziale espropriazione del diritto di proprietà, tendenzialmente per tutta la vita del coniuge assegnatario, in danno del contitolare.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11224 del 18 luglio 2003
«...sono frutto di mera liberalità, non importano l'assunzione di alcuna obbligazione di mantenimento de futuro, né, di converso, danno luogo ad alcuna stabile condizione di vivenza a carico idonea ad escludere la altrui primaria obbligazione.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3323 del 29 maggio 1982
«...che il confronto fra le rispettive situazioni patrimoniali in atto, rispetto a quelle esistenti al momento della separazione consensuale, sia caratterizzato da un deterioramento in danno del coniuge obbligato, ostativo all'adeguamento medesimo.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7501 del 7 luglio 1995
«Il principio secondo cui, ex art. 1224, secondo comma, c.c., il maggior danno da svalutazione monetaria è cumulabile con gli interessi legali, non ha sofferto deroga a seguito dell'entrata in vigore dell'art. 1 della legge 26 novembre 1990, n....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10896 del 24 maggio 2005
«...all'art. 186 c.c., da tale momento liquido ed esigibile. Come tale, esso produce interessi ex art. 1282 c.c., salvo il diritto alla rivalutazione monetaria in caso di prova di sofferto danno maggiore di quello dai medesimi coperto (art. 1224...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2038 del 2 marzo 1994
«...del danno, consistente nel pregiudizio economico per la cessazione del mantenimento, dal giorno in cui si è verificato tale danno e non dalla data in cui con sentenza, avente natura dichiarativa, è stata accertata la procreazione naturale.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3260 del 28 maggio 1984
«Conseguentemente, il diritto al risarcimento dei danni di cui all'art. 872, secondo comma, c.c. sorge solo quando la costruzione — che si assume produttiva del preteso danno — sia stata realizzata in violazione delle prescrizioni e dei limiti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3026 del 28 agosto 1975
«L'art. 889 c.c. vigente — a differenza del corrispondente art. 573 c.c. del 1865, che si riferiva espressamente ai pozzi di acqua viva, consentendo, inoltre, nell'ultimo capoverso, la possibilità di stabilire una distanza maggiore di quella di due...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6235 del 15 marzo 2010
«L'art. 889, secondo comma, c.c., nel prevedere per i tubi di acqua pura o lurida la distanza di almeno un metro dal confine, si fonda su una presunzione assoluta di dannosità per infiltrazioni o trasudamenti che non ammette la prova contraria; ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4401 del 17 maggio 1997
«A differenza dell'art. 873 c.c. che è inteso ad evitare la formazione di intercapedini dannose e a tutelare gli interessi generali dell'igiene, decoro e sicurezza degli abitanti, consentendo agli enti locali di stabilire distanze maggiori, secondo...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3873 del 27 novembre 1974
«...di tale distanza, può costituire, ancorché sia osservata la distanza prescritta dall'art. 905 c.c., autonomo titolo di risarcimento di danno verso il vicino, se in concreto risultino compromesse le esigenze tutelate dalla norma regolamentare.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2566 del 6 febbraio 2007
«...che nella medesima si raccolgono o che sulla stessa sono convogliate, legalmente o illegalmente, senza opposizione del Comune proprietario, possano defluire in modo anomalo nei fondi confinanti, così impedendo di arrecare loro un danno ingiusto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8151 del 15 giugno 2001
«...da ogni forma di compressione o ingerenza da parte di chiunque, con il solo limite del divieto di atti emulativi e salva l'eventuale rilevanza dell'entità del pregiudizio al solo fine della quantificazione del risarcimento del danno ove richiesto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2624 del 26 aprile 1984
«...di servitù, non si identifica con quello della contiguità, esprimendosi invece nell'idoneità dell'uno ad arrecare all'altro il vantaggio, costituito dalla servitù, fermo il criterio del minor danno possibile a carico del fondo da asservire.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4867 del 10 novembre 1977
«...ex art. 1052 c.c., il giudice deve vagliare e contemperare tra loro i due elementi essenziali della brevità del percorso (e conseguente minima onerosità della costituzione per il fondo dominante) e del minimo danno da arrecarsi al fondo servente.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 209 del 11 gennaio 2006
«Con riferimento alla servitù di veduta, deve, pertanto, tenersi conto non solo dell'attuale destinazione o situazione ma anche delle normali possibilità di ulteriore sviluppo e sfruttamento, come la trasformazione del tetto in terrazzo, la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5953 del 10 novembre 1981
«...intensità di transito, non importa di per sé diminuzione o maggiore incomodità di esercizio della servitù più antica e, pertanto, incombe al titolare di questa l'onere di dimostrare l'avvenuta alterazione in suo danno dell'esercizio della servitù.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10453 del 1 agosto 2001
«Ai fini della condanna generica al risarcimento dei danni ai sensi dell'art. 278 c.p.c., non è sufficiente accertare l'illegittimità della condotta, ma occorre anche accertarne, sia pure con modalità sommaria e valutazione-probabilistica, la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1132 del 11 febbraio 1985
«Il proprietario di un appartamento sito in un edificio condominiale non può eseguire nella sua proprietà esclusiva opere che, in contrasto con quanto stabilito dalla norma dell'art. 1122 c.c., rechino danno alle parti comuni dell'edificio stesso,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14759 del 4 giugno 2008
«...del diritto nell'amministrazione del bene comune e ciò costituisce fatto illecito generatore del danno di cui è, pertanto, corresponsabile in solido il conduttore (o affittuario) che ha concorso e cooperato nella conclusione del contratto.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8876 del 8 settembre 1998
«In virtù dell'art. 2053 c.c. che integra un'ipotesi particolare di danno da cose in custodia ex art. 2051 c.c., con la conseguenza che per il principio di specialità, il suo configurarsi impedisce l'applicazione della stessa disposizione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2696 del 9 luglio 1975
«.... A meno che il danno che subiscono alcuni condomini non sia compensato dal vantaggio. Pertanto, qualora, al posto della tromba delle scale e dell'andito corrispondente a pianterreno, si immette un impianto di ascensore, a cura e spese di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16098 del 27 ottobre 2003
«...valutazione economica, mentre detta alterazione può affermare senza necessità di siffatta specifica indagine solo ove abbia riscontrato un danno estetico di rilevanza tale, per entità e/o natura, che quello economico possa ritenervisi insito.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13631 del 5 novembre 2001
«In mancanza di diversa convenzione adottata all'unanimità, espressione dell'autonomia contrattuale, la ripartizione delle spese condominiali deve necessariamente avvenire secondo i criteri di proporzionalità, fissati nell'art. 1123 c.c., e,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8587 del 5 maggio 2004
«In materia di indebito oggettivo, ai fini della decorrenza degli interessi ai sensi dell'art. 2033 c.c. e della rilevanza dell'eventuale maggior danno di cui all'art. 1224, secondo comma, c.c., rileva una nozione di buona fede in senso soggettivo,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17871 del 24 novembre 2003
«In materia di esercizio di attività professionale, il professionista è responsabile anche per colpa lieve (art. 1176, secondo comma, c.c.), salvo che la prestazione dedotta in contratto implichi la soluzione di problemi tecnici di speciale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6318 del 16 maggio 2000
«In tema di responsabilità del medico dipendente di una struttura ospedaliera per i danni subiti da un neonato, partorito da donna della quale costui era medico di fiducia, per difetto di assistenza nelle varie fasi del parto, per quanto non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14573 del 22 giugno 2007
«...di essa (art. 1181 c.c.), non determina la decadenza dal far valere l'inosservanza del termine (da ritenere non essenziale, nel silenzio del creditore, ai sensi dell'art. 1457 c.c.) né implica la rinuncia al risarcimento del danno derivatone.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1941 del 10 febbraio 2003
«L'esclusione, per effetto di una offerta non formale ex art. 1220 c.c., della mora del conduttore nella restituzione dell'immobile locato vale a preservarlo dalla responsabilità per il ritardo, e, quindi, ad escludere la sussistenza in capo allo...»