(massima n. 1)
Nella controversia inerente a matrimonio contratto all'estero da cittadini italiani, o da cittadino italiano con apolide, l'indagine sulla validitā della celebrazione secondo la lex loci (art. 26 disp. prel. c.c.), e poi sugli effetti del rapporto secondo la legge italiana (art. 17 disp. prel. c.c.), con verifica dell'eventuale sanatoria di vizi formali, secondo le previsioni degli artt. 113, 131, 132 e 137 c.c., postula il preventivo riscontro dei requisiti minimi per la giuridica configurabilitā del matrimonio medesimo, cioč della manifestazione di volontā matrimoniale, da parte di due persone di sesso diverso, ad un ufficiale celebrante, atteso che, in caso contrario, verificandosi una situazione di inesistenza, resta Ģin radiceģ esclusa ogni possibilitā di assegnare effetti ad un fatto non riconducibile nello schema del rapporto matrimoniale.