(massima n. 1)
È incompatibile con il rapporto di lavoro subordinato la clausola dello «star del credere», tipica del contratto di commissione, in quanto essa comporta la traslazione del rischio di impresa, con partecipazione alle perdite di gestione da parte del dipendente, il quale, anche se riceve un compenso speciale come corrispettivo del maggior onere assunto, deve sopportare una parte notevole delle insolvenze dei terzi debitori, con sicura incidenza nella sua sfera patrimoniale e senza alcuna garanzia del minimo retributivo, in violazione del principio di indisponibilità di esso oltre i limiti costituzionali. Tale patto, infatti, è regolato nei contratti collettivi solo quando il rapporto, compensato con provvigione, non rientri nello schema del lavoro subordinato, bensì in quello del contratto di agenzia o di lavoro autonomo.