(massima n. 1)
Ai fini della integrazione dell'elemento soggettivo del delitto di falsitā materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici non č richiesto l'"animus nocendi vel decipiendil" essendo sufficiente il dolo generico, che consiste nella consapevolezza della "immutatio veri" che, tuttavia, non costituisce un dolo in "re ipsa" e deve essere provato, dovendosi escludere il reato quando il falso derivi da una semplice leggerezza dell'agente. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto sussistente l'elemento soggettivo del reato in capo ad un dirigente medico di un ospedale che aveva compilato un referto attestante falsamente l'effettuazione di una visita e di un prelievo ematico su un paziente in realtā non presente in reparto, avendo accettato "brevi manu", a titolo di cortesia, direttamente dalla moglie del paziente, infermiera presso lo stesso ospedale e chiamata a rispondere dell'omicidio di questi, la provetta con il sangue da esaminare).