(massima n. 1)
Nel caso in cui, nel corso del giudizio proposto dai proprietari dell'area irreversibilmente trasformata, la P.A. abbia chiesto di essere condannata al risarcimento del danno, avendo intenzione di emettere un provvedimento di acquisizione sanante ex art. 34 del T.U. espropriazione - D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327, il risarcimento si correla alla fattispecie di acquisizione divisata dall'art. 43, D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327, rispetto alla quale l'impresa esecutrice delle opere del tutto estranea. In tal caso quindi l'impresa esecutrice non può essere condannata al risarcimento in solido con la P.A. espropriante, restando estranea a quel segmento di esercizio del potere autoritativo dell'Amministrazione, rispetto al quale essa del resto non ha alcun titolo per opporsi. Resta ovviamente ferma la facoltà della P.A. espropriante di rivalersi in sede civile nei confronti dell'impresa esecutrice per le responsabilità a questa attribuibili, sulla base del rapporto contrattuale interno, per il mancato buon esito della originaria procedura ablatoria.