(massima n. 1)
La sentenza di non luogo procedere emessa all'esito della udienza preliminare, anche dopo le modifiche apportate dall'art. 24 della legge 16 dicembre 1999, n. 479, conserva la sua natura "processuale" di strumento destinato a verificare la sussistenza della necessità di dare ingresso alla successiva fase del dibattimento, sicché essa non è consentita quando l'insufficienza o la contraddittorietà degli elementi acquisiti siano superabili in dibattimento. (Nella specie la Corte ha annullato con rinvio la decisione del GUP che, rinviando a giudizio 19 coimputati, aveva ritenuto insussistente il delitto associativo sotto il profilo dell'elemento psicologico con riguardo a due di essi, così utilizzando la regola di giudizio propria del dibattimento in luogo di quella dell'udienza preliminare).