Che cosa significa "Ostacoli di ordine economico e sociale"?
* insieme di condizioni che potrebbero portare a discriminazioni tra i cittadini. Lo strumento predisposto dalla nostra Carta è la creazione dei cd. diritti sociali, atti a promuovere un intervento attivo dello Stato per la loro difesa ed attuazione.
Le disparità delle condizioni economiche e sociali sono sempre presenti, e riguardano (anche e soprattutto) la diversità di reddito. Pertanto si è previsto un diverso onere contributivo che gravi diversamente tra i consociati, e si cerca di rendere effettivo ad esempio il diritto al lavoro (cristallizzato già nell'art. 1).
Già il costituente Calamandrei, in un celebre discorso del 1955, affermava che "E’ compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. primo- “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro “- corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica (...)" e proseguiva ritenendo il giudizio della Costituzione "polemico e negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la Costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. Ma non è una costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, è una costituzione che apre le vie verso l’avvenire".
Le disparità delle condizioni economiche e sociali sono sempre presenti, e riguardano (anche e soprattutto) la diversità di reddito. Pertanto si è previsto un diverso onere contributivo che gravi diversamente tra i consociati, e si cerca di rendere effettivo ad esempio il diritto al lavoro (cristallizzato già nell'art. 1).
Già il costituente Calamandrei, in un celebre discorso del 1955, affermava che "E’ compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. primo- “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro “- corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica (...)" e proseguiva ritenendo il giudizio della Costituzione "polemico e negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la Costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. Ma non è una costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, è una costituzione che apre le vie verso l’avvenire".