L'espressione indica la vendita di cose future, cioè di cose che non esistono al momento della conclusione del contratto, ma che si spera vengano ad esistenza. In particolare, la locuzione si riferisce a chi acquista un bene futuro non volendo assumere alcun rischio: in questo caso, la legge stabilisce che, se il bene non viene ad esistenza, il contratto di vendita è nullo e il compratore non deve pagare alcunché. All'emptio rei speratae è tradizionalmente contrapposta l'empito spei, esempio tipico di contratto aleatorio.