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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3128 del 20 ottobre 1992
«Dovendosi assumere come delitti della stessa specie fattispecie lesive della stessa categoria di interessi ovvero di valori aventi rilievo costituzionale, e non già come delitti che violino la stessa disposizione di legge, ovvero che presentano...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 34537 del 24 settembre 2001
«Ai fini del ripristino, determinato da soppravvenuta condanna, della custodia cautelare nei confronti di imputato scarcerato per decorrenza dei termini, la sussistenza del pericolo di fuga non può essere ritenuta né sulla base della presunzione,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 33125 del 3 ottobre 2002
«Ai fini del ripristino della custodia cautelare di imputato scarcerato per decorrenza dei termini, nei cui confronti è intervenuta nel frattempo sentenza di condanna, la valutazione circa la sussistenza del pericolo di fuga, cui si riferisce...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39723 del 30 novembre 2006
«Tale programma deve essere positivamente e rigorosamente provato, non giovando a tale fine la mera indicazione della identità di natura delle norme violate, la loro prossimità temporale, la medesimezza del movente delle varie azioni criminose,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 22505 del 7 giugno 2002
«Ai fini della dichiarazione di abitualità ritenuta dal giudice, qualora le condanne definitive siano già sussistenti nel numero prescritto e per i reati previsti, qualsiasi comportamento o circostanza, che si aggiunga alle suddette condanne e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1110 del 6 febbraio 1997
«In tema di dichiarazione di abitualità nel reato, la omogeneità della natura dei reati commessi, unitamente alla reiterazione della condotta commessa in tempi ravvicinati, può costituire elemento decisivo per essa dichiarazione e, perciò, la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 535 del 19 gennaio 1989
«In tema di dichiarazione di abitualità del reato, la omogeneità della natura dei reati commessi, unitamente alla reiterazione della condotta commessa in tempi ravvicinati può costituire elemento decisivo per essa dichiarazione e, perciò,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2536 del 17 marzo 1997
«La semplice constatazione della recidiva specifica, anche reiterata, qualora non contenga alcun valido giudizio critico in ordine alla probabilità o meno della futura commissione di reati, non è, di per sé, sufficiente ai fini della dichiarazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3938 del 8 aprile 1978
«La condizione che l'art. 216 n. 2 c.p. pone per l'assegnazione ad una casa di lavoro o ad una colonia agricola, è che il nuovo delitto non colposo costituisca una ulteriore manifestazione della abitualità, professionalità o, comunque, tendenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5618 del 22 febbraio 1994
«Tale programma criminoso deve essere positivamente e rigorosamente provato non giovando a tale fine la mera indicazione dell'identità delle norme di legge violate, la loro prossimità temporale, la medesimezza del movente delle varie azioni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2763 del 27 luglio 1992
«In tema di reato continuato, l'identità del disegno criminoso necessaria per la riduzione ad unità delle diverse violazioni non è ravvisabile in mere circostanze inerenti alla persona del colpevole, quali la capacità o la tendenza a delinquere e...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3440 del 25 marzo 1992
«Quando, poi, una certa attività illecita, commessa in un determinato ambito cronologico, sia stata materialmente interrotta con l'arresto, la reiterazione dell'azione criminosa, subito dopo che l'agente sia stato posto in libertà, può costituire...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29924 del 29 luglio 2010
«Poiché l'associazione di tipo mafioso si connota rispetto all'associazione per delinquere per la sua tendenza a proiettarsi verso l'esterno, per il suo radicamento nel territorio in cui alligna e si espande, i caratteri suoi propri,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13446 del 26 febbraio 2020
«Ai fini della dichiarazione di abitualità ritenuta dal giudice, qualora le condanne definitive siano già sussistenti nel numero prescritto e per i reati previsti, qualsiasi comportamento o circostanza, che si aggiunga alle suddette condanne e...»