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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11844 del 6 agosto 2003
«Le disposizioni testamentarie previste dall'art. 630 c.c., che con elencazione meramente esemplificativa dei destinatari fa riferimento genericamente ai poveri e «simili», si caratterizzano per essere indirizzate a categorie di persone in largo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6554 del 11 maggio 2001
«...chi contratta con un'associazione non riconosciuta; ne consegue che egli può far valere i propri diritti, oltre che sul fondo comune, invocando la responsabilità personale e solidale di coloro che hanno agito in nome e per conto dell'associazione.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10213 del 26 luglio 2001
«La responsabilità aquiliana per fatto illecito di un'associazione non riconosciuta chiamata a rispondere con il proprio fondo comune (art. 17 c.c.) si fonda sul rapporto organico e sul generale principio che rende responsabili le persone fisiche e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 858 del 17 gennaio 2008
«In tema di associazioni non riconosciute, la responsabilità personale e solidale delle persone che hanno agito in nome e per conto dell'associazione, prevista dall'art. 38 c.c. in aggiunta a quella del fondo comune, è volta a contemperare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11772 del 2 agosto 2003
«Affinché, ai sensi dell'art. 38 c.c., possa operare il rifacimento all'associazione non riconosciuta della dichiarazione negoziale resa da chi abbia agito in nome e per conto della stessa, con conseguente obbligazione principale dell'associazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6350 del 16 maggio 2000
«Delle obbligazioni assunte nei confronti dei terzi da un associato di un'associazione non riconosciuta il quale, ancorché sfornito dei relativi poteri rappresentativi, abbia agito in nome dell'associazione, rispondono sia il fondo comune...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7111 del 20 luglio 1998
«...in favore dell'associazione, il lavoratore può far valere i corrispondenti crediti direttamente nei confronti di tali soggetti che hanno agito in nome e per conto dell'associazione, senza essere tenuto alla preventiva escussione del fondo comune.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14453 del 22 giugno 2006
«Un comitato può essere costituito da un ente pubblico non economico, ancorché manchi di autonomia nell'attività di raccolta dei fondi da impiegare per il raggiungimento dello scopo, posto che ciò che caratterizza un tal tipo di ente sono il fatto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14580 del 16 giugno 2010
«...familiari come collaboratori dell'impresa familiare, né l'eventuale condivisione degli utili, trattandosi d'indicatori equivoci rispetto agli elementi indefettibili della figura societaria costituiti dal fondo comune e dalla "affectio societatis".»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6201 del 20 giugno 1990
«Con riguardo a servitù di passaggio su un fondo a favore di altro fondo e dei fabbricati da realizzare sullo stesso, i proprietari di detti immobili non possono trasferire al comune il diritto di transito sull'altrui fondo, perché venga esercitato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26402 del 16 dicembre 2009
«L'appartenenza di un bene al patrimonio indisponibile di un ente territoriale discende non solo dalla esistenza di un atto amministrativo che lo destini ad uso pubblico, ma anche dalla concreta utilizzazione dello stesso a tale fine, la cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7768 del 5 aprile 2011
«A norma dell'art. 843 c.c., il proprietario deve permettere l'accesso e il passaggio nel suo fondo, sempre che ne venga riconosciuta la necessità, al fine di costruire o riparare il muro o altra opera propria del vicino o comune; ove, però, nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8544 del 28 agosto 1998
«L'art. 843 c.c. che fa obbligo al proprietario di consentire l'accesso ed il passaggio nel suo fondo, sempreché ne venga riconosciuta la necessità, al fine di costruire o riparare un muro o altra opera propria del vicino oppure comune, costituisce...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2274 del 27 febbraio 1995
«L'obbligo del proprietario di permettere, ai sensi dell'art. 843 c.c., l'accesso ed il passaggio nel suo fondo quando questi siano necessari per la costruzione o riparazione di un muro od altra opera propria del vicino o comune non si ricollega ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10442 del 21 ottobre 1998
«Il Consorzio di miglioramento fondiario, per esigere dai consorziati il pagamento di somme per la conservazione e il godimento di opere ed impianti destinati all'uso comune, non ha l'onere, a differenza della richiesta del contributo consortile —...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18341 del 16 settembre 2005
«Unico legittimato a proporre domanda di riduzione in pristino a seguito di violazione delle distanze legali è il proprietario dell'immobile rispetto al quale la distanza della costruzione eseguita sul fondo finitimo sia inferiore a quella legale....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7525 del 23 maggio 2002
«In tema di distanze tra costruzioni, la distanza da osservare, per il proprietario che intenda costruire su di un fondo diviso da quello limitrofo da un'area inedificabile (appartenente ad un terzo, ovvero comune ai proprietari dei due fondi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 342 del 15 gennaio 1997
«...fondo finitimo può costruire in aderenza sia alla parte di costruzione esistente sul confine, sia a quella arretrata rispetto ad esso, pagando in quest'ultimo caso il valore del suolo da occupare e la metà del valore del muro, se diviene comune.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6678 del 28 giugno 1999
«Un muro di recinzione di un fondo si presume comune al proprietario di quello limitrofo se: 1) sorge su suolo comune ad entrambi i confinanti proprietari; 2) divide, conformemente alla sua funzione, entità prediali omogenee tra loro (quali...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11125 del 17 novembre 1990
«La facoltà di innalzamento del muro comune, prevista dall'art. 885 c.c., non può essere esercitata in violazione delle distanze legali stabilite specificamente per le vedute dall'art. 907 dello stesso codice. Pertanto l'innalzamento del muro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 854 del 12 febbraio 1986
«Poiché la facoltà d'innalzamento del muro comune, prevista dall'art. 885 c.c., non può essere esercitata in violazione dell'osservanza della distanza legale stabilita specificamente per le vedute dell'art. 907 dello stesso codice, è consentito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13406 del 29 ottobre 2001
«L'art. 887 c.c., nel disciplinare il regime delle spese di costruzione e conservazione del muro di confine comune tra fondi a dislivello negli abitati, pone una presunzione semplice di comproprietà di detto muro, salvo il diritto degli interessati...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2626 del 9 luglio 1976
«...più alta) si presume di proprietà esclusiva del titolare del fondo superiore, dalle fondamenta sino al livello del piano di campagna di tale fondo, e di proprietà comune tra i titolari dei fondi finitimi, nella parte sovrastante detto livello.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2665 del 26 maggio 1978
«...(sia esso comune, ovvero appartenente ad uno solo dei proprietari confinati o ad un terzo), né per il fatto che le tubazioni medesime, per ubicazione particolare od altri accorgimenti tecnici, non ingenerino un concreto pericolo di danno.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 14 del 7 gennaio 1975
«L'obbligo di rispettare le distanze legali nella costruzione delle opere elencate nell'art. 889 c.c. (nella specie, tubo di scarico di acque luride) sussiste anche se fra i fondi contigui esista un muro di confine e questo non sia di proprietà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19936 del 25 settembre 2007
«Inoltre, poiché il fosso si presume, fino a prova contraria, di proprietà comune (art. 897 c.c.), il diritto di ciascuno dei comproprietari si estende — sia pure nei limiti della relativa quota — fino all'una ed all'altra riva, con la conseguenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13649 del 11 giugno 2007
«In caso di apertura di luci nel muro divisorio tra proprietà confinanti, da considerarsi comune ai sensi dell'articolo 880 c.c., deve applicarsi il disposto dell'articolo 903 c.c., il quale, oltre a consentire, al primo comma, l'apertura al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15442 del 4 dicembre 2000
«...erige una vera e propria costruzione in appoggio o in aderenza al predetto muro, dopo averlo reso comune, essendo questa la condizione richiesta dall'art. 904, comma secondo, c.c., per sacrificare il diritto del vicino di tenere le luci nel muro.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7146 del 6 luglio 1990
«Nel caso in cui il confine tra due fondi sia rappresentato da un muro comune, il punto d'arrivo nella misurazione della distanza di cui all'art. 905 c.c. per l'apertura di vedute verso lo stesso, è costituito dalla faccia del muro prospiciente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2566 del 6 febbraio 2007
«Pur essendo vero che il proprietario del fondo sovrastante non può rendere più gravoso per il proprietario del fondo inferiore il deflusso delle acque che, dal terreno superiore, scolano verso quello sottostante e pur potendosi ritenere che questo...»