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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6578 del 11 febbraio 2013
«La prospettazione da parte del pubblico ufficiale di una minaccia ingiusta che sia idonea a costituire una vis compulsiva configura la condotta di costrizione, che integra l'elemento oggettivo del delitto di concussione di cui all'art. 317 c.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5276 del 10 aprile 1990
«Ai fini della configurazione del tentativo di concussione, può essere attribuita efficacia intimidatoria anche alle offerte di favori — seguite in tempi diversi da minacce — allorché provengano da persona la cui posizione possa far ragionevolmente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3945 del 25 marzo 1999
«In tema di reati di corruzione, la evidente sproporzione tra le somme versate e l'attività compiuta (omessa o ritardata) appare indice univoco, sulla base delle più elementari massime di esperienza, della contrarietà agli atti di ufficio di quanto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3149 del 10 ottobre 1992
«È pubblico ufficiale, anche con riferimento all'aggiornata nozione fornita dall'art. 17 della L. 26 aprile 1990, n. 86, la persona assunta da un'amministrazione comunale, con delibera di giunta che fissa funzioni da espletare, strutture di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17285 del 15 aprile 2013
«Il delitto di induzione indebita a dare o promettere utilità, di cui all'art. 319 quater cod. pen., così come introdotto dall'art. 1, comma 75, l. n. 190 del 2012, pur prevedendo la punibilità di due soggetti, non integra un reato bilaterale, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11792 del 12 marzo 2013
«La fattispecie di cui all'art. 319 quater c.p., come introdotta dall'art. 1, comma 75 della legge n. 190 del 2012, pur caratterizzandosi come reato bilaterale che punisce anche il destinatario dell'induzione, si pone in termini di continuità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8398 del 12 settembre 1996
«Nell'istigazione alla corruzione impropria, l'offerta (o la semplice promessa) deve essere effettuata «per indurre» il pubblico ufficiale (o l'incaricato di un pubblico servizio) «a compiere» un atto conforme ai doveri dell'ufficio (o del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36464 del 9 settembre 2015
«In tema di sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente, il valore dei beni da sottoporre a vincolo deve essere adeguato e proporzionato al prezzo o al profitto del reato e il giudice, nel compiere tale verifica, deve fare...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35807 del 6 ottobre 2010
«In tema di reati tributari, il sequestro preventivo, funzionale alla confisca "per equivalente", può essere disposto non soltanto per il prezzo, ma anche per il profitto del reato. (In motivazione la Corte ha precisato che l'integrale rinvio alle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23425 del 15 giugno 2007
«Il sequestro per equivalente del profitto del reato, funzionale al provvedimento di confisca, trova applicazione anche in riferimento al delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19662 del 21 maggio 2007
«Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente è legittimamente adottato in caso di impossibilità transitoria e reversibile di reperimento dei beni costituenti profitto illecito, sempre che detta impossibilità sussista al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21941 del 17 maggio 2003
«In tema di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, anche il profitto derivato al corruttore dall'accordo corruttivo è assoggettato a confisca obbligatoria ex art. 240, secondo comma, n. 1 c.p., il cui ambito di applicazione risulta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20316 del 15 maggio 2015
«In tema di rifiuto di atti d'ufficio, la conoscenza del dovere di compiere senza ritardo l'atto dell'ufficio, da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, può ritenersi provata qualora l'obbligo di attivarsi derivi da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23107 del 12 giugno 2012
«Non è integrato il delitto previsto dall'art. 328, comma primo, c.p. quando l'atto il cui compimento si richiede al pubblico ufficiale venga a ledere suoi diritti costituzionalmente garantiti non potendosi, in tale ipotesi, considerare indebito il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2520 del 11 marzo 1992
«Poiché deve escludersi che la normativa urbanistica e edilizia possa rientrare, ai fini strettamente penali, nel più generale concetto di «ordine pubblico» di cui all'art. 328 c.p., quale sostituito dall'art. 16 della L. 26 aprile 1990, n. 86, non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7992 del 23 febbraio 2015
«In tema di rapporti tra le fattispecie previste dagli artt. 336 e 337 cod. pen., quando la violenza o la minaccia dell'agente nei confronti del pubblico ufficiale è posta in essere durante il compimento dell'atto d'ufficio, per impedirlo, si ha...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1934 del 15 gennaio 2010
«La circostanza attenuante speciale del reato di turbata libertà degli incanti, data dal riferimento della condotta alle licitazioni private per conto di privati, resta estranea ai casi di licitazione dipendente da una disposizione di legge o da un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23819 del 31 maggio 2013
«Il delitto previsto dall'art. 355 c.p. si perfeziona in presenza di un inadempimento contrattuale che determini il venir meno delle opere necessarie ad un pubblico servizio. (Nella specie, la Corte ha ritenuto sussistente il reato, con riferimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6980 del 17 giugno 1995
«In tema di delitti contro la pubblica amministrazione, l'art. 357 c.p., come sostituito dagli artt. 17 legge 26 aprile 1990, n. 86 e 4 legge 2 febbraio 1992, n. 181, ricollega esplicitamente la qualifica di pubblico ufficiale non tanto al rapporto...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7958 del 11 luglio 1992
«Ai sensi dell'art. 357 c.p., come novellato dalle leggi n. 86 del 1990 e n. 181 del 1992, la qualifica di pubblico ufficiale deve essere riconosciuta a quei soggetti che, pubblici dipendenti o semplici privati, quale che sia la loro posizione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10140 del 10 marzo 2015
«Il principio di correlazione tra contestazione e sentenza è funzionale alla salvaguardia del diritto di difesa dell'imputato; ne consegue che la violazione di tale principio è ravvisabile quando il fatto ritenuto nella decisione si trova, rispetto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3282 del 16 marzo 2000
«Anche a seguito della trasformazione in società per azioni dell'Ente pubblico postale, permane in capo al dipendente incaricato della consegna dei telegrammi e delle relative attestazioni, l'esercizio di poteri certificativi propriamente insiti ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9900 del 14 settembre 1994
«In materia di reati contro la pubblica amministrazione con specifico riguardo alla nuova nozione di pubblico ufficiale introdotta dalla L. 26 febbraio 1990, n. 86, l'espressione «giurisdizionale» contenuta in detta legge deve essere intesa in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10735 del 13 dicembre 1996
«Con riferimento alla nozione di pubblico servizio, le attività dispiegate da un privato concessionario in funzione e in dipendenza della concessione nonché in adempimento degli obblighi con essa impostigli al fine di assicurare il perseguimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14352 del 27 marzo 2003
«In tema di calunnia (art. 368 c.p.), la falsa attribuzione di un fatto costituente reato integra l'elemento materiale della fattispecie criminosa, e come tale deve essere apprezzata con riferimento al momento consumativo, non influendo in ordine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37654 del 12 settembre 2014
«In tema di calunnia, non sussiste il dolo quando la falsa incolpazione consegue ad un convincimento dell'agente in ordine a profili essenzialmente valutativi o interpretativi della condotta denunciata, sempre che tale valutazione soggettiva non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1797 del 14 gennaio 2008
«Allorché sia stata contestata la circostanza aggravante dei motivi abietti, con la precisazione che questi sono consistiti nel fatto di avere agito al fine di agevolare l'attività di un sodalizio mafioso, si ha piena identificazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5448 del 13 febbraio 2006
«In tema di circostanze aggravanti comuni, per motivo abietto si intende quello turpe, ignobile, che rivela nell'agente un grado tale di perversità da destare un profondo senso di ripugnanza in ogni persona di media moralità, nonché quello...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23176 del 17 maggio 2004
«Concorre nel delitto di falso ideologico in atto pubblico, proprio del pubblico ufficiale, anche il privato che abbia agito per il medesimo fine, sia intervenendo all'atto, sia istigando il pubblico ufficiale o rafforzandone il proposito delittuoso.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1465 del 7 febbraio 1987
«In tema di aggravante di cui al n. 3 dell'art. 61 c.p. il convincimento del giudice in ordine alla effettiva previsione dell'evento da parte dell'imputato può essere concretamente desunto da ogni elemento idoneo, oggettivo o soggettivo, tra cui,...»