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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4911 del 5 maggio 1995
«La dichiarazione di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa (art. 1456, comma 2, c.c.) può essere resa, senza necessità di formule rituali, anche in maniera implicita, purché inequivocabile, pure nell'atto di citazione in giudizio per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1275 del 11 maggio 1973
«È improduttiva di effetti giuridici la dichiarazione di avvalersi della clausola risolutiva espressa contenuta in un contratto, se tale dichiarazione non promani dalla parte interessata o da persona all'uopo investita da mandato speciale.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3012 del 25 ottobre 1971
«L'art. 1456 c.c. conferisce alla parte il diritto (potestativo) di determinare la risoluzione automatica del contratto con la mera dichiarazione che essa intende valersi della clausola risolutiva espressa. Qualora il contratto sia stato stipulato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1674 del 16 febbraio 1995
«Nei contratti a prestazioni corrispettive, lo stabilire se il termine convenuto per l'esecuzione delle prestazioni di una delle parti sia fissato nell'interesse esclusivo della stessa, della controparte o di entrambe, è accertamento che non può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4451 del 21 agosto 1985
«Il termine contrattuale di adempimento, ove non debba considerarsi essenziale, obiettivamente, per la particolare natura della prestazione, può ritenersi tale esclusivamente in relazione alla comune volontà manifestata dalle parti, sia pure con...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 934 del 25 marzo 1972
«Come si desume dall'art. 1457 c.c., la parte nel cui interesse è stato fissato un termine essenziale ha sempre la facoltà di esigere la esecuzione della prestazione nonostante la scadenza del termine; tale facoltà non è perciò incompatibile con...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1502 del 18 maggio 1971
«Anche nei contratti con prestazioni corrispettive il carattere essenziale del termine è considerato sempre in relazione alle singole prestazioni, nel senso che il termine è essenziale nell'interesse di ciascuna delle due parti con riferimento alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8195 del 22 luglio 1993
«L'essenzialità del termine apposto ad un contratto preliminare di compravendita per la stipulazione del contratto definitivo ed il pagamento del saldo del prezzo comporta, in caso di colposa inosservanza del detto termine, la risoluzione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1020 del 30 gennaio 1992
«Il requisito della colpa, nell'ipotesi di mancata osservanza del termine essenziale, non opera come elemento costitutivo della fattispecie risolutiva del contratto, ma solo come elemento eventualmente impeditivo, nel senso che nell'ipotesi di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1742 del 14 marzo 1986
«Nell'ipotesi di inosservanza del termine essenziale, costituisce impedimento alla risoluzione del contratto ai sensi dell'art. 1457 c.c., il comportamento contrario a buona fede della controparte quando per l'adempimento si richieda la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3542 del 5 agosto 1977
«Il mancato adempimento entro un termine essenziale non dà luogo a risoluzione del contratto, se l'inadempimento non sia imputabile all'obbligato almeno a titolo di colpa, ma corrisponda alla mancata prestazione dell'altra parte, divenuta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1637 del 31 maggio 1971
«Pur in presenza dell'inutile decorso di un termine essenziale, è sempre necessaria la domanda di parte affinché possa pronunciarsi la risoluzione di un contratto. Invero l'espressione «di diritto» usata in proposito dalla norma dell'art. 1457,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17558 del 2 agosto 2006
«Il bilancio ai cui valori l'art. 2529 c.c. (nel testo anteriore alla modifica introdotta dal D.L.vo 17 gennaio 2006, n. 6) àncora la liquidazione della quota in favore del socio uscente di società cooperativa è unicamente quello indicato dall'art....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2135 del 24 febbraio 1995
«Nei contratti a prestazioni corrispettive, la retroattività (art. 1458, comma 1, c.c.) della pronuncia costitutiva di risoluzione per inadempimento, collegata al venir meno della causa giustificatrice delle attribuzioni patrimoniali già eseguite,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3539 del 16 ottobre 1976
«La risoluzione del contratto per inadempimento produce effetti liberatori e restitutori: se questi ultimi non possono essere disposti in forma specifica, il giudice deve ordinarli per equivalente, ancorché questa forma di restituzione non sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 639 del 27 gennaio 1996
«La parte adempiente che chiede la risoluzione del contratto preliminare di compravendita per inadempimento del promittente venditore ha diritto sia alla restituzione della somma pagata in conto prezzo, in virtù dell'efficacia retroattiva della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5391 del 17 maggio 1995
«L'obbligo di restituzione di una somma di denaro conseguente alla risoluzione del contratto configura un debito di valuta, sia quando grava sulla parte incolpevole, sia allorché obbligata alla restituzione è la parte che, con la propria...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 447 del 18 gennaio 1991
«La sentenza che, pronunciando la risoluzione per inadempimento di un contratto, condanna una parte alla restituzione della somma di denaro versata dall'altro contraente in esecuzione del contratto, dà diritto a questo ultimo alla corresponsione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7052 del 5 luglio 1990
«A seguito della risoluzione del contratto le somme spettanti a titolo di restituzione del prezzo pagato dalla parte inadempiente producono soltanto gli interessi compensativi, ma non possono essere rivalutate in caso di sopravvenuta svalutazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2962 del 11 maggio 1982
«La retroattività ex art. 1458 c.c. della pronuncia (costitutiva) di risoluzione fa venir meno la causa delle attribuzioni patrimoniali derivanti dal contratto, determinando a carico della parte non colpevole un obbligo, non risarcitorio, ma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9906 del 6 ottobre 1998
«Nei contratti caratterizzati da un'esecuzione continuata, in caso di scioglimento, qualora una prestazione già eseguita non sia proporzionale all'altra occorre che, anche attraverso una restituzione parziale, sia ristabilito l'equilibrio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3019 del 2 aprile 1996
«Ai fini dell'applicabilità della regola contenuta nella seconda parte del primo comma dell'art. 1458 codice civile — secondo cui gli effetti retroattivi della risoluzione non operano, nei contratti ad esecuzione continuata o periodica, per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7169 del 24 giugno 1994
«L'art. 1458 c.c., nella parte in cui prevede che l'effetto retroattivo della risoluzione del contratto per inadempimento non si estende, nel caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, alle prestazioni già eseguite, esclude la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10482 del 22 ottobre 1993
«Con riguardo al cosiddetto leasing finanziario, stabilire se il canone dovuto dal detentore del bene costituisca corrispettivo del godimento di questo per una durata prestabilita, di guisa che tale funzione di godimento viene a prevalere su...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2070 del 20 febbraio 1993
«La sentenza di accertamento della risoluzione di un contratto ad esecuzione continuata, quale quello di locazione, per recesso unilaterale di una parte, ai sensi dell'art. 1373 c.c., o per diniego di rinnovazione alla prima scadenza, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5933 del 14 marzo 2011
«L'eccezione d'inadempimento è invocabile, oltre che per paralizzare la domanda di adempimento, anche al fine di escludere il diritto della controparte di far accertare e richiedere la risoluzione del contratto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14926 del 21 giugno 2010
«La parte che si avvale legittimamente del suo diritto di sospendere l'adempimento della propria obbligazione pecuniaria a causa dell'inadempimento dell'altra non può essere considerata in mora e non è, perciò, tenuta al pagamento degli interessi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1690 del 26 gennaio 2006
«Non incorre in alcuna contraddizione il giudice di merito che apprezzi un comportamento di inadempimento come contrario a buona fede ai fini di giustificare un'eccezione di inadempimento ex art. 1460 c.c. e poi lo consideri di scarsa importanza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19556 del 19 dicembre 2003
«Il principio di autotutela sancito dall'art. 1460 c.c. (in forza del quale, nei contratti a prestazioni corrispettive, ciascun contraente può rifiutare la propria prestazione in costanza di inadempimento della controparte) deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2474 del 18 marzo 1999
«La sospensione dell'esecuzione del contratto, ai sensi dell'art. 1460 c.c., non necessita di preventiva diffida ad adempiere e non contrasta con i principi di buona fede e correttezza anche se è formulata per la prima volta in giudizio per...»