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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18515 del 3 settembre 2007
«In tema di assicurazione contro i danni, qualora il rischio assicurato riguardi l'altrui insolvenza, affinché sorga il diritto all'indennizzo ed inizi a decorrere il relativo termine di prescrizione annuale è sufficiente che si manifesti il fatto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8600 del 22 giugno 2001
«Gli eventi descritti in sede di accertamento tecnico preventivo — cioè lo stato dei luoghi, la qualità e le condizioni delle cose — possono essere considerati dal giudice come fonte di prova delle loro cause, allorché consentono logicamente di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4475 del 8 aprile 2000
«Nell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro, il termine di prescrizione (di tre anni e centocinquanta giorni) del diritto alla rendita per inabilità permanente decorre dal momento stesso del verificarsi dell'infortunio, quando...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 284 del 10 gennaio 2007
«In tema di giudizio di equità, i principi informatori della materia — vincolanti per il giudice di pace a seguito della sentenza n. 206 del 2004 della Corte costituzionale — rappresentano non tanto una regola di giudizio quanto piuttosto una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6940 del 23 marzo 2010
«La dichiarazione dell'erede, convenuto in giudizio per il pagamento di un debito del defunto soggetto a prescrizione presuntiva, di non essere informato se il debito sia stato o meno estinto dal suo dante causa, implica ammissione dell'avvenuta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2124 del 3 marzo 1994
«In tema di spese processuali, il principio della soccombenza va inteso nel senso che soltanto la parte interamente vittoriosa non può essere condannata, nemmeno per una minima quota, al pagamento delle spese stesse, mentre qualora ricorra la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2311 del 11 giugno 1975
«La facoltà del creditore di definire giuramento, a norma dell'art. 2960 c.c., al debitore che abbia eccepito la prescrizione presuntiva, al fine di far accertare se si sia verificata o meno l'estinzione del debito, è subordinata al concorso delle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3186 del 25 marzo 1998
«La valutazione, a norma dell'art. 2965 c.c., circa la congruità del termine di decadenza previsto contrattualmente, di competenza del giudice di merito, deve avere riguardo alla brevità dello specifico termine e alla particolare situazione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3473 del 23 marzo 2000
«Il principio, desumibile dall'art. 2966 c.c. - secondo cui, allorché l'atto richiesto per impedire una decadenza consista nell'esercizio di un'azione, la tempestiva proposizione della domanda giudiziale, ancorché davanti a giudice incompetente,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2330 del 5 marzo 1987
«Ai sensi dell'art. 2969 cod. civ., la decadenza, di regola, non è rilevabile di ufficio, per cui, in tanto la questione della tempestività dell'azione può sorgere, in quanto l'interessato sollevi la relativa eccezione, la quale deve consistere non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9233 del 17 aprile 2013
«L'azione surrogatoria di cui all'art. 2900 cod. civ. non può essere esercitata, per la prima volta, attraverso la proposizione del ricorso per cassazione "omisso medio" (senza, cioè, avere esercitato la medesima azione nella precedente sede di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5805 del 12 aprile 2012
«L'azione surrogatoria, consentendo al creditore di prevenire e neutralizzare gli effetti negativi che possano derivare alle sue ragioni dall'inerzia del debitore, il quale ometta di esercitare le opportune azioni dirette ad incrementare il suo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9484 del 18 aprile 2013
«In tema di riconoscimento dell'obbligazione indennitaria ex art. 129 bis cod. civ., solo il positivo accertamento della derivazione causale della nullità dall'incapacità d'intendere e volere al momento della celebrazione del matrimonio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16398 del 24 luglio 2007
«In materia di separazione e divorzio, il disposto dell'art. 155 quater c.c., come introdotto dalla legge 8 febbraio 2006 n. 54, facendo riferimento all'«interesse dei figli» conferma che il godimento della casa familiare è finalizzato alla tutela...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6979 del 22 marzo 2007
«Il previgente art. 155 c.c. ed il vigente art. 155 quater c.c. in tema di separazione e l'art. 6 della legge sul divorzio subordinano il provvedimento di assegnazione della casa coniugale alla presenza di figli, minori o maggiorenni non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3502 del 13 febbraio 2013
«In tema di separazione personale dei coniugi, l'attitudine al lavoro proficuo dei medesimi, quale potenziale capacità di guadagno, costituisce elemento valutabile ai fini della determinazione della misura dell'assegno di mantenimento da parte del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1779 del 8 febbraio 2012
«In materia di assegno di mantenimento, i mutamenti reddituali verificatisi in pendenza del giudizio di divorzio restano oggetto di valutazione del giudice investito della domanda di modifica delle condizioni di separazione, essendo queste ultime...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4011 del 19 febbraio 2013
«L'impugnazione di una sentenza deve essere rivolta nei confronti del soggetto che in essa è stato individuato come parte costituita in giudizio, prescindendosi dalla correttezza e dalla corrispondenza di una siffatta individuazione alle risultanze...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12971 del 24 luglio 2012
«Nel giudizio promosso per la dichiarazione giudiziale di paternità naturale, la prova della fondatezza della domanda può trarsi anche unicamente dal comportamento processuale delle parti, da valutarsi globalmente, tenendo conto delle dichiarazioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12646 del 9 giugno 2011
«In tema di dichiarazione giudiziale di paternità, l'art. 269, quarto comma, c.c. - secondo il quale la sola dichiarazione della madre e la sola esistenza di rapporti tra questa ed il preteso padre all'epoca del concepimento non costituiscono prova...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 282 del 9 gennaio 2009
«In tema di indagini compiute dal consulente tecnico d'ufficio ai fini della dichiarazione giudiziale di paternità, ai sensi dell'art. 269 cod. civ., non ogni ipotesi prospettata dalle parti deve essere dal medesimo esaminata per pervenire al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13665 del 22 luglio 2004
«In tema di dichiarazione giudiziale di paternità naturale, il principio della libertà di prova sancito, in materia, dall'art. 269, comma 2 c.c. non è derogato dal limite imposto al giudice dalla disposizione di cui al successivo quarto comma della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6858 del 18 giugno 1991
«Nel giudizio per la dichiarazione giudiziale della paternità naturale, la prova prevista dall'art. 269 c.c. può essere fornita con ogni mezzo ed anche mediante valorizzazione di elementi presuntivi che presentino i requisiti di cui all'art. 2729,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10007 del 16 aprile 2008
«Il principio secondo il quale il provvedimento che disponga, o meno, la consulenza tecnica, rientrando nel potere discrezionale del giudice di merito, è incensurabile in sede di legittimità, va contemperato con quello secondo il quale il giudice...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14976 del 2 luglio 2007
«In tema di dichiarazione giudiziale di paternità naturale, deve escludersi qualsiasi subordinazione dell'ammissione degli accertamenti immuno-ematologici all'esito della prova storica sull'esistenza di un rapporto sessuale tra il presunto padre e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13766 del 7 novembre 2001
«Nel giudizio diretto ad ottenere una sentenza dichiarativa della paternità o della maternità naturale, tra gli argomenti di prova idonei a fondare il convincimento del giudicante rientra anche il rifiuto aprioristico della parte di sottoporsi ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3342 del 18 aprile 1997
«Ai sensi dell'art. 269 comma secondo c.c., la prova della paternità naturale può essere fornita con ogni mezzo, onde è rimesso alla valutazione del giudice di merito decidere se fare ricorso ad indagini ematologiche e genetiche per confermare gli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6550 del 9 giugno 1995
«In tema di dichiarazione giudiziale di paternità, l'art. 269 c.c. secondo cui la sola dichiarazione della madre e la sola esistenza di rapporti tra questa ed il presunto padre all'epoca del concepimento non costituiscono prova della paternità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 576 del 30 gennaio 1985
«In tema di dichiarazione giudiziale della paternità naturale, la maggiore affidabilità delle cosiddette prove ematologiche o genetiche, alla stregua dei più recenti metodi scientifici, nel senso della loro idoneità ad evidenziare non soltanto in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9307 del 19 settembre 1997
«Nel giudizio diretto ad ottenere una sentenza dichiarativa della paternità o della maternità naturale, la inidoneità della sola dichiarazione della madre a costituire prova della paternità naturale, sancita dall'ultimo comma dell'art. 269 c.c.,...»