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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8808 del 30 maggio 2003
«La nozione di pari uso della cosa comune cui fa riferimento l'art. 1102 c.c — che in virtù del richiamo contenuto nell'art. 1139 c.c. è applicabile anche in materia di condominio negli edifici — non va intesa nel senso di uso identico e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10453 del 1 agosto 2001
«Ai fini della condanna generica al risarcimento dei danni ai sensi dell'art. 278 c.p.c., non è sufficiente accertare l'illegittimità della condotta, ma occorre anche accertarne, sia pure con modalità sommaria e valutazione-probabilistica, la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4135 del 22 marzo 2001
«Le limitazioni poste dall'art. 1102 c.c. al diritto di ciascun partecipante alla comunione di servirsi della cosa comune, rappresentate dal divieto di alterare la destinazione della cosa stessa e di impedire agli altri partecipanti di farne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8886 del 3 luglio 2000
«L'uso della cosa comune da parte di ciascun partecipante è sottoposto dall'art. 1102 c.c. a due limiti fondamentali consistenti nel divieto di alterare la destinazione della cosa comune e nel divieto di impedire agli altri partecipanti di farne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11520 del 13 ottobre 1999
«Il limite che l'art. 1102 c.c. pone al potere di utilizzazione della cosa comune da parte di ciascun condomino è quello del divieto di alterarne la destinazione e di impedire che altri ne faccia parimenti uso secondo il suo diritto. Pertanto l'uso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10175 del 14 ottobre 1998
«L'art. 1102 c.c. vieta al singolo partecipante di attrarre la cosa comune o una sua parte nell'orbita della propria disponibilità esclusiva e di sottrarlo in tal modo alla possibilità di godimento degli altri contitolari, estendendosi il diritto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11631 del 21 novembre 1997
«A norma dell'art. 1102 c.c., ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. La legge non richiede necessariamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3874 del 3 maggio 1997
«La locazione a terzi di una unità immobiliare compresa in un edificio in condominio pone il conduttore in una posizione non diversa da quella del proprietario in nome del quale egli detiene. Pertanto il conduttore può, al pari del suo dante causa,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3368 del 23 marzo 1995
«La nozione di pari uso della cosa comune che ogni compartecipe nell'utilizzare la cosa medesima deve consentire agli altri, a norma dell'art. 1102 c.c., non va intesa nel senso di uso identico perché l'identità nello spazio o addirittura nel tempo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11138 del 23 dicembre 1994
«L'esercizio della facoltà di ogni condomino di servirsi della cosa comune, nei limiti indicati dall'art. 1102 c.c., deve esaurirsi della sfera giuridica e patrimoniale del diritto di comproprietà sulla cosa medesima e non può essere esteso,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10699 del 14 dicembre 1994
«L'art. 1127 c.c. in tema di sopraelevazione sopra l'ultimo piano dell'edificio, essendo inserito nella regolamentazione del condominio, più specifica rispetto a quella della comunione in generale, ed avendo, nel comma 1, quale destinatario il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7652 del 5 settembre 1994
«L'art. 1102 c.c. intende assicurare al singolo partecipante, per quel che concerne l'esercizio del suo diritto, la maggior possibilità di godimento della cosa comune, nel senso che, purché non resti alterata la destinazione del bene comune e non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 172 del 11 gennaio 1993
«Il condomino non ha il dovere di limitare l'uso della cosa comune ai soli casi in cui il suo interesse non possa essere altrimenti soddisfatto con il medesimo costo, perché il solo limite che l'art. 1102 c.c. pone al potere di utilizzazione della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 421 del 23 gennaio 1986
«Il divieto di modificare la cosa comune, sottraendola alla possibilità di sfruttamento da parte di tutti i partecipanti alla comunione secondo l'originaria funzione della cosa stessa, opera anche in relazione alle porzioni del bene comune delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6192 del 28 gennaio 1984
«L'utilizzazione della cosa comune ad opera del condomino può avvenire tanto secondo la destinazione usuale della cosa stessa, quanto in modo particolare e diverso da quello praticato dagli altri partecipanti alla comunione, sempre però nell'ambito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2816 del 5 giugno 1978
«Il diritto del condomino di usare le parti comuni dell'edificio, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri condomini di farne parimenti uso (artt. 1102 e 1139 c.c.), implica per questi ultimi l'obbligo di comportarsi in modo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2749 del 30 maggio 1978
«L'indagine sulla illiceità o meno dell'uso della cosa comune, da parte del condomino di edificio, va condotta alla stregua degli obiettivi criteri legali della sussistenza o meno di un pregiudizio alla cosa medesima, ovvero di una lesione del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1836 del 21 maggio 1976
«A norma dell'art. 1102 c.c. ciascun condomino può servirsi della cosa comune apportandovi le modificazioni che egli ritenga utili per il miglior godimento di essa, fino a sostituirla con altra che offra maggiore funzionalità. Tali facoltà,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7143 del 17 marzo 2008
«In tema di condominio di edifici, la costruzione da parte di uno dei condomini di una tettoia a copertura di alcuni posti auto siti all'interno della sua proprietà esclusiva non integra violazione delle norme che regolamentano l'uso della cosa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17868 del 24 novembre 2003
«Il muro perimetrale di un edificio condominiale può essere utilizzato dal singolo condominio per il migliore godimento della parte di edificio di sua proprietà esclusiva, ma non può essere invece utilizzato, senza il consenso di tutti i condomini,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9497 del 11 novembre 1994
«La norma contenuta nell'art. 1102 c.c., nel sancire il diritto di ogni partecipante alla comunione di servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne uso secondo il loro diritto,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3923 del 1 aprile 1993
«Chi intraprende la ricostruzione di un muro comune e non intende estenderla a tutto lo spessore del muro stesso, ha l'obbligo di iniziarla dal confine della sua proprietà esclusiva: diversamente egli attrarrebbe nella sua sfera di proprietà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2751 del 4 maggio 1982
«Con riguardo al muro perimetrale di un edificio condominiale, il quale è oggetto di comunione per tutta la sua estensione, ivi comprese le parti corrispondenti ai piani e ad appartamenti di proprietà individuale, l'utilizzazione del singolo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2408 del 18 maggio 1978
«Il proprietario di un appartamento sito in uno stabile condominiale ha diritto di ottenere l'eliminazione di uno sporto costruito sul muro comune, in corrispondenza dell'appartamento sovrastante, quando tale manufatto importa una sensibile...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 776 del 20 marzo 1974
«L'utilizzazione, da parte del singolo condomino, del muro perimetrale dell'edificio per le sue particolari esigenze è legittima purché non alteri la natura e la destinazione del bene, non impedisca agli altri condomini di farne uso analogo e non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8830 del 3 giugno 2003
«In applicazione del principio secondo il quale, in tema di comunione, ciascun comproprietario ha diritto di trarre dal bene comune un'utilità maggiore e più intensa di quella tratta eventualmente in concreto dagli altri comproprietari, purché non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15390 del 1 dicembre 2000
«La modifica di una finestra in una porta-finestra, per accedere da un'area rimasta in comune tra proprietari di unità abitative di proprietà esclusiva, ad una di queste, configura un asservimento del bene comune all'immobile esclusivo soltanto se...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8591 del 11 agosto 1999
«In tema di condominio di edifici l'apertura di un varco su un muro comune che metta in comunicazione il terreno di proprietà esclusiva di un singolo condomino con quello comune non dà luogo alla costituzione di una servitù (che richiederebbe il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1708 del 18 febbraio 1998
«Il principio della comproprietà dell'intero muro perimetrale comune di un edificio legittima il singolo condomino ad apportare ad esso (anche se muro maestro) tutte le modificazioni che gli consentano di trarre, dal bene in comunione, una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10704 del 14 dicembre 1994
«Nel caso di edifici in condominio, i proprietari dei singoli piani possono utilizzare i muri comuni, nella parte corrispondente agli appartamenti di proprietà esclusiva, aprendovi nuove porte o vedute preesistenti o trasformando finestre in...»