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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8994 del 2 marzo 2015
«I reati di millantato credito e di truffa possono concorrere - stante la diversità dell'oggetto della tutela penale, consistente, per il primo delitto, nel prestigio della P.A. e, per il secondo, nel patrimonio - qualora allo specifico raggiro...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 24684 del 11 giugno 2015
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 349 c.p., non occorre che i sigilli siano stati materialmente apposti, né tanto meno che gli stessi siano stati oggetto di rottura o di rimozione, essendo sufficiente l'esistenza di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20621 del 25 maggio 2007
«Il delitto di turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.) ha natura plurioffensiva, in quanto oggetto della tutela penale non è solo la libertà di partecipare alle gare nei pubblici incanti, ma anche la libertà di chi vi partecipa di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8887 del 3 marzo 2001
«...di macchinari e gli altri — interessati a ottenere i beni — fossero garantiti, per l'adempimento del patto di cessione futura degli oggetti da acquisire a prezzo base, attraverso il pagamento di una somma di danaro a titolo di clausola penale).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4293 del 6 aprile 2000
«Ciò che assume rilievo è solo il fatto che il comportamento posto in essere provochi quella lesione della libera concorrenza che la norma penale intende tutelare a garanzia degli interessi della pubblica amministrazione. (Fattispecie in cui alcuni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11483 del 15 dicembre 1997
«Ai fini penali, la turbativa di una gara in tal modo disposta si pone sullo stesso piano di quella di una gara che si svolga con l'osservanza delle norme di legge, in quanto risulta comunque leso il bene giuridico tutelato dalla norma penale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9845 del 20 settembre 1991
«...fuori di questa: ciò che ha rilievo è solo il fatto che il comportamento posto in essere provochi quella lesione del principio della libera concorrenza che la norma penale intende tutelare a garanzia degli interessi della pubblica amministrazione.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7958 del 11 luglio 1992
«Ai sensi dell'art. 357 c.p., come novellato dalle leggi n. 86 del 1990 e n. 181 del 1992, la qualifica di pubblico ufficiale deve essere riconosciuta a quei soggetti che, pubblici dipendenti o semplici privati, quale che sia la loro posizione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 406 del 16 gennaio 1991
«Agli effetti della legge penale, il funzionario di fatto è equiparato al pubblico ufficiale: è necessario e sufficiente a tal fine che da parte del soggetto vi sia effettivo esercizio di una pubblica funzione senza una formale o regolare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11611 del 13 novembre 2000
«...da ente religioso, per la natura pubblicistica delle mansioni conferitegli, riveste, in relazione al tipo di funzione concretamente svolta, la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio agli effetti della legge penale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1918 del 17 febbraio 1994
«Alla stregua della vigente normativa, anche lo statuto penale dei dipendenti dell'Ente «Ferrovie dello Stato» si diversifica in ragione delle attività concretamente esercitate: sarà quello del pubblico ufficiale se il soggetto esercita poteri...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3004 del 5 marzo 1999
«...(che potrà svolgersi pur in mancanza di tale atto o in caso di scorretta tenuta) e pertanto non può essere considerato un atto pubblico ai fini della legge penale. (Fattispecie in tema di correzione di un giudizio relativo ad uno studente).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15542 del 13 aprile 2001
«...prestigio, di garantire la libertà di deporre e di assicurare la sincerità delle dichiarazioni è perseguita — anche tramite sanzione penale — sin dal momento in cui viene emesso il suddetto provvedimento, che esplica immediatamente i suoi effetti.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12329 del 13 settembre 1990
«Agli effetti della legge penale è pubblico ufficiale chi, in forza di legge o di regolamento o di fatto, esercita una pubblica funzione legislativa, amministrativa o giudiziaria, formando o concorrendo a formare, con la sua volontà, la volontà...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 769 del 11 gennaio 2006
«La qualifica di incaricato di pubblico servizio, agli effetti della legge penale, va riconosciuta al dipendente dell'azienda sanitaria locale, perché la privatizzazione del rapporto di impiego e della disciplina di alcuni settori di attività delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32944 del 21 agosto 2012
«Integra il delitto di calunnia la condotta oggettivamente idonea a determinare l'avvio di un procedimento penale nei confronti di una persona che si sa innocente, non essendo necessario che i fatti siano esposti secondo lo schema tipico di una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15559 del 4 maggio 2006
«Il delitto di calunnia, che è reato di pericolo per la cui integrazione è sufficiente anche la possibilità dell'inizio di un procedimento penale, non si configura quando la falsa accusa ha ad oggetto fatti per i quali l'esercizio dell'azione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13309 del 18 marzo 2004
«Ricorrono gli estremi del reato di calunnia quando l'imputato, travalicando il rigoroso rapporto funzionale tra la sua condotta e la confutazione dell'imputazione, non si limiti a ribadire la insussistenza delle accuse a suo carico, ma assuma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18359 del 17 aprile 2003
«La calunnia è reato di pericolo e pur essendo sufficiente ad integrarne gli estremi anche la astratta possibilità dell'inizio di un procedimento penale, tale possibilità è esclusa quando la falsa accusa abbia ad oggetto un reato per il quale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33855 del 18 settembre 2001
«...nell'azione indicata difetta l'alterazione, in tutto o in parte, della verità, dalla quale possa derivare l'incolpazione per il denunciato, non avendo rilievo che il denunciante si sia proposto di provocare l'apertura di un procedimento penale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8769 del 2 agosto 2000
«...dopo che egli sia stato arrestato, non integra il delitto di calunnia, di cui all'art. 369 c.p., perché in tal caso non si verifica alcun pericolo di avvio delle indagini e di promovimento dell'azione penale nei confronti dell'altra persona.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8183 del 24 giugno 1999
«In tema di calunnia, la semplice conferma, da parte di taluno, della denuncia calunniosa già sporta da un altro non dà luogo a responsabilità penale per il medesimo reato, né in via autonoma né a titolo di concorso. Tale principio, tuttavia, non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5574 del 13 maggio 1998
«Ricorrono gli estremi del reato di calunnia quando l'imputato, travalicando il rigoroso rapporto funzionale tra la sua condotta e la confutazione dell'imputazione, non si limiti a ribadire la insussistenza delle accuse a suo carico, ma assuma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10125 del 10 novembre 1997
«...corrispondente ad alcuna fattispecie legale di reato e tanto finanche quando il denunziante abbia dato un preciso nomen juris al fatto addebitato all'incolpato e si sia proposto di provocare l'apertura di un procedimento penale nei suoi confronti.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2715 del 21 marzo 1997
«La calunnia (art. 368 c.p.) è reato di pericolo, e ad integrarne gli estremi è sufficiente la anche astratta possibilità dell'inizio di un procedimento penale a carico della persona falsamente incolpata. Una possibilità del genere è esclusa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1126 del 6 febbraio 1997
«Stante il carattere istantaneo del delitto di calunnia, che si consuma nel momento in cui la falsa incolpazione viene comunicata all'autorità, determinando così la possibilità di inizio dell'esame penale a carico di persona innocente, le eventuali...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3983 del 17 aprile 1996
«Requisito necessario per la sussistenza del delitto di calunnia è l'idoneità della falsa denuncia a determinare l'inizio di un procedimento penale o, comunque, di indagini da parte dell'autorità giudiziaria nei confronti del denunciato. Il reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1974 del 3 marzo 1993
«In materia di calunnia, il termine «denuncia» di cui all'art. 368 c.p. va inteso nel senso di informazione contenente fatti criminosi, idonea a attivare un procedimento penale. Ne consegue che costituisce «denuncia» anche il disconoscimento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6990 del 17 giugno 1995
«... Pertanto, escluso il dolo nell'autore della calunnia, il fatto stesso non può ritenersi offensivo dell'interesse tutelato dalla norma penale. Difatti, il nocumento di tale interesse, attinente al pericolo di deviazioni nell'amministrazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9929 del 4 marzo 2003
«...la possibilità dell'inizio di un'indagine penale nei suoi confronti, in quanto non ricorrono le condizioni richieste perché si configuri il legittimo esercizio del diritto di difesa e quindi la causa di giustificazione di cui all'art. 51 c.p.»