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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34270 del 10 settembre 2007
«L'impugnazione è inammissibile per genericità dei motivi se manca ogni indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell'atto di impugnazione, che non può ignorare le affermazioni...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31912 del 3 agosto 2007
«La presentazione dell'impugnazione prima del deposito della motivazione non è di per sè causa di inammissibilità se le censure dedotte si riferiscono ad aspetti della decisione inequivocabilmente evincibili dalla conoscenza del solo dispositivo, e...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 38467 del 22 novembre 2006
«Anche per il difensore la sottoscrizione dell'atto con cui, a norma dell'art. 581 c.p.p., si deve proporre l'impugnazione, è requisito formale indeclinabile dell'atto stesso, stante la sua natura di dichiarazione di volontà, produttiva di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42764 del 10 novembre 2003
«L'atto di impugnazione deve contenere, a pena di inammissibilità, specifiche richieste che il giudice può anche desumere implicitamente dall'atto, purché lo scopo perseguito dalla parte risulti in modo inequivoco, giacchè è ammesso supplire e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3608 del 21 aprile 1997
«È inammissibile sia l'impugnazione proposta dall'imputato, che si limiti a richiamare semplicemente i motivi dedotti in appello o presentati dal coimputato o dal responsabile civile o, fuori termine, dal suo difensore; sia dall'impugnazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2314 del 21 aprile 1997
«In materia di falsità in atti, per poter qualificare come certificato amministrativo, ai sensi dell'art. 477 c.p., un atto proveniente da un pubblico ufficiale, devono concorrere due condizioni: a) che l'atto non attesti i risultati di un...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 21670 del 23 settembre 2013
«Il ricorso per cassazione proposto dai genitori quali esercenti la potestà sul figlio, quando lo stesso sia già divenuto maggiorenne, con riguardo a giudizio per i danni da questo subiti in un infortunio scolastico, rimanendo inammissibile in...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5857 del 17 giugno 1997
«In tema di impugnazioni, poiché il nuovo codice non distingue più tra dichiarazione di impugnazione e motivi, compendiando il tutto in un unico atto, e poiché non si rende necessaria una formale dichiarazione con l'analitica indicazione degli...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7162 del 23 luglio 1993
«È ammissibile l'impugnazione (nella specie ricorso per cassazione), quando, pur essendo stata presentata la sola dichiarazione di gravame senza motivi, l'atto venga rinnovato nei termini integralmente attraverso il deposito di un documento unico,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4792 del 28 aprile 1992
«In tema di impugnazioni, la nuda dichiarazione di appellare priva delle contestuali o successive (purché nei termini di rito) enunciazioni dei motivi e degli altri elementi indicati nell'art. 581 nuovo c.p.p., è da ritenersi inidonea a produrre...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23412 del 28 maggio 2003
«L'atto di impugnazione deve contenere a pena di inammissibilità anche le richieste ai sensi dell'art. 581 lett. b c.p.p., ma queste possono anche desumersi implicitamente dai motivi quando da essi emerga in modo inequivoco la richiesta formulata;...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6383 del 1 giugno 1998
«L'atto di impugnazione deve contenere, a pena di inammissibilità, rilevabile d'ufficio in ogni stato e grado del procedimento, i motivi con l'indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5161 del 31 gennaio 1996
«In tema di impugnazione, il requisito della specificità dei motivi, richiesto espressamente dall'art. 581 c.p.p. a pena di inammissibilità, implica a carico della parte impugnata non solamente l'onere di dedurre le censure che intende muovere su...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 21 del 11 febbraio 1995
«La mancanza, nell'atto di impugnazione, dei requisiti prescritti dall'art. 581 c.p.p., compreso quello della specificità dei motivi, rende l'atto medesimo inidoneo ad introdurre il nuovo grado di giudizio ed a produrre, quindi, quegli effetti cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4957 del 30 aprile 1994
«Poiché l'atto di impugnazione nel codice vigente si articola nella dichiarazione e nella contestuale enunciazione di motivi e la mancanza del requisito della specificità dei motivi determina una causa di inammissibilità originaria, rendendo l'atto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, ordinanza n. 2715 del 13 settembre 1994
«La regola secondo cui la sottoscrizione del ricorso per cassazione deve essere autenticata - a pena di inammissibilità - da difensore iscritto nell'albo speciale della Corte di cassazione, vale nei soli casi in cui l'impugnazione sia presentata a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8024 del 7 luglio 1998
«La presentazione dell'impugnazione prima del deposito della motivazione della sentenza non è di per sè causa di inammissibilità del gravame per mancata specificità dei motivi, dovendo valutarsi la specificità sulla base delle censure in concreto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 539 del 19 gennaio 1998
«Il delitto di favoreggiamento personale consiste nel turbamento della funzione giudiziaria e non richiede che le investigazioni dell'autorità siano effettivamente fuorviate, bastando che la condotta dell'agente abbia l'attitudine e possa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11417 del 14 dicembre 1993
«Tra i requisiti formali dell'atto di impugnazione previsti dall'art. 581 lett. b) c.p.p. vi è anche quello della «richiesta», categoria non prevista dagli artt. 197 e 201 c.p.p. 1930. Detto requisito, conseguenziale alla natura di negozio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4165 del 2 novembre 1993
«In tema di impugnazione, non assume il carattere della genericità, che produce inammissibilità rilevabile anche di ufficio in ogni stato e grado del procedimento (artt. 591, primo comma, lettera c e 581, lettera c, c.p.p.) l'atto di appello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2401 del 26 giugno 1976
«Il giudice, usando della facoltà concessa dal secondo comma dell'art. 253 del codice di procedura civile, ben può rivolgere al teste, d'ufficio o su istanza delle parti, tutte le domande che ritiene utili a chiarire i fatti sui quali il teste è...»
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Cassazione civile, sentenza n. 446 del 11 febbraio 1976
«Qualora la parte che abbia interesse a dolersi dell'inosservanza delle formalità relative alla deduzione o all'escussione della prova testimoniale, vi rinunci, anche implicitamente, non opponendosi all'espletamento della prova stessa ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12463 del 10 novembre 1999
«Il procedimento di rendiconto di cui agli artt. 263 ss. c.p.c. è fondato sul presupposto dell'esistenza dell'obbligo legale o negoziale di una delle parti di rendere il conto all'altra, facendo conoscere il risultato della propria attività in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2216 del 14 giugno 1976
«L'impugnazione di un conto, a norma dell'art. 264 c.p.c., deve essere fondata sulla specificazione sia delle partite che si intendono contestare sia dei motivi della contestazione. Di conseguenza, nessuna rilevanza può essere attribuita a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 984 del 19 gennaio 2006
«La chiamata del terzo disposta, ex art. 106 c.p.c., ad istanza di parte è rimessa alla esclusiva valutazione discrezionale del giudice del merito, sicché l'esercizio del relativo potere non può formare oggetto d'impugnazione né, tantomeno, è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7377 del 2 giugno 2000
«La contemporanea pendenza, innanzi al medesimo giudice, di procedimenti relativi alla stessa causa, può dare luogo a provvedimenti ordinatori di riunione, non suscettibili di impugnazione dinanzi ad altri uffici giudiziari, e non all'applicazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9785 del 16 settembre 1995
«I provvedimenti in tema di riunione dei processi, previsti dagli artt. 273 e 274 c.p.c., hanno natura ordinatoria e non sono quindi suscettibili di impugnazione innanzi ad altri uffici giudiziari.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3690 del 9 marzo 2012
«L'istituto della riunione di procedimenti relativi a cause connesse, previsto dall'art. 274 c.p.c., operante anche in sede di legittimità, è inapplicabile non solo nel caso di giudizi pendenti in gradi diversi, ma anche quando i due procedimenti,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22631 del 31 ottobre 2011
«L'istituto della riunione di procedimenti relativi a cause connesse, previsto dall'art. 274 c.p.c., essendo volto a garantire l'economia ed il minor costo del giudizio, oltre alla certezza del diritto, trova applicazione anche in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1439 del 26 febbraio 1990
«Dopo l'udienza di discussione della causa, l'ordinamento processuale non autorizza alcuna attività processuale, sia di richieste istruttorie che difensionali, delle parti, nemmeno sotto il profilo della sollecitazione all'esercizio di poteri di...»