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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5384 del 5 giugno 1990
«In tema di separazione personale tra i coniugi, la riduzione dell'assegno di mantenimento fissato dal presidente dei tribunale, disposta per il peggioramento delle condizioni economiche dell'obbligato, ha efficacia dal momento in cui diviene...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3411 del 7 luglio 1978
«Gli stati passionali non costituiscono, di per sé, causa di riduzione della capacità psichica, ma producono incapacità solo se provocano nel soggetto un disordine psichico di tale intensità da privarlo, sia pure transitoriamente, della capacità di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12258 del 3 dicembre 1997
«Per aversi atto emulativo vietato dall'art. 833 c.c. è necessario che l'atto di esercizio del diritto sia privo di utilità per chi lo compie e che sia stato posto in essere con il solo scopo di nuocere o di recare molestia ad altri, onde non è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3010 del 8 maggio 1981
«Poiché gli atti emulativi, vietati dall'art. 833 c.c., sono caratterizzati, oltre che dall'elemento oggettivo del danno e della molestia altrui, anche dall' animus nocendi , consistente nell'esclusivo scopo di nuocere o molestare i terzi senza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8273 del 7 aprile 2010
«In tema di distanze nelle costruzioni, laddove sia stata realizzata una costruzione a distanza inferiore rispetto a quella stabilita dall'art. 873 cod. civ o da una norma regolamentare integrativa, il proprietario del fondo finitimo che abbia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13007 del 2 ottobre 2000
«A norma dell'art. 872, secondo comma, e 873 c.c., la violazione delle norme dei regolamenti edilizi comunali, integrative del codice civile, in materia di distanze tra le costruzioni abilita la parte interessata a richiedere e ottenere la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5143 del 22 maggio 1998
«Le norme di cui all'art. 872, secondo comma, c.c. in tema di distanze di costruzioni, nonché quelle integrative del codice civile in subiecta materia , sono le uniche che consentano, in caso di loro violazione nell'ambito dei rapporti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4353 del 26 luglio 1985
«Alla distinzione tra le norme, che integrano o modificano le disposizioni del codice sui rapporti di vicinato, dalle norme che, se pure dirette incidentalmente ad assicurare una migliore coesistenza e una più razionale utilizzazione delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18341 del 16 settembre 2005
«Unico legittimato a proporre domanda di riduzione in pristino a seguito di violazione delle distanze legali è il proprietario dell'immobile rispetto al quale la distanza della costruzione eseguita sul fondo finitimo sia inferiore a quella legale....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6581 del 10 giugno 1991
«Nel caso di violazione delle distanze legali legittimato a proporre la domanda di riduzione in pristino è soltanto il proprietario di una preesistente e fronteggiante fabbrica, rispetto alla quale la nuova costruzione venga a trovarsi a distanza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5900 del 11 marzo 2010
«La legittimazione passiva in ordine all'azione di riduzione in pristino conseguente all'esecuzione, su immobile concesso in usufrutto, di opere edilizie illegittime, perché realizzate in violazione delle distante legali, spetta al nudo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7680 del 10 luglio 1991
«L'azione di risarcimento del danno per violazione delle distanze legali tra costruzioni, al pari di quella di riduzione in pristino, ricollegandosi ad una obbligazione propter rem , deve essere proposta nei confronti del proprietario dello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10173 del 14 ottobre 1998
«Pertanto, come è irrilevante la mancanza di licenza o concessione, quando la costruzione risponda oggettivamente a tutte le prescrizioni del c.c. e delle norme speciali senza ledere alcun diritto del vicino, così l'avere eseguito la costruzione in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7747 del 2 agosto 1990
«L'art. 872, secondo comma, c.c. - secondo cui colui che per effetto della trasgressione di norme edilizie speciali ha subito danno dev'essere risarcito, salva la facoltà di chiedere la riduzione in pristino in ipotesi di violazione delle norme...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20608 del 24 settembre 2009
«La violazione delle norme codicistiche sulle distanze legali (ovvero delle norme locali richiamate dal codice), mentre legittima sempre la condanna alla riduzione in pristino, non costituisce di per sé fonte di danno risarcibile, essendo al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1513 del 23 febbraio 1999
«La prova di tale pregiudizio — limitato a quei danni che il terreno adiacente all'immobile ove si è commesso l'illecito, subisce in termini di amenità, comodità, tranquillità e per la riduzione di aria, luce e vista — deve essere fornita...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4108 del 10 luglio 1985
«Nel caso di violazione di norme urbanistiche sull'altezza degli edifici, la sussistenza del danno in re ipsa — la quale, peraltro rileva unicamente ai fini di una condanna generica in quanto la determinazione del quantum risarcibile presuppone...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10615 del 5 novembre 1990
«In siffatte ipotesi, allorché i dati sul confine desumibili dai tipi di frazionamento non siano fra loro concordanti e gli acquisti siano stati effettuati in tempi diversi, il confine, in difetto di altri elementi concreti di individuazione, dovrà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1073 del 16 gennaio 2009
«In tema di distanze legali, sono da ritenere integrative delle norme del codice civile solo le disposizioni dei regolamenti edilizi locali relative alla determinazione della distanza tra i fabbricati in rapporto all'altezza e che regolino con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 213 del 11 gennaio 2006
«In tema di distanze legali fra costruzioni,le previsioni al riguardo dettate da un piano regolatore generale e dalle norme tecniche di attuazione dello stesso, essendo volte a disciplinare l'attività della P.A. per un migliore assetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15247 del 20 luglio 2005
«In tema di distanze tra costruzioni, le prescrizioni contenute nei piani di recupero formati ai sensi dell'art. 28 della legge n. 457 del 1978 per la rimozione dello stato di degrado del patrimonio edilizio comunale sono soggette all'osservanza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7384 del 30 maggio 2001
«Le norme degli strumenti urbanistici che prescrivono le distanze nelle costruzioni, o come spazio tra le medesime, o come distacco dal confine, o in rapporto con l'altezza delle stesse, ancorché inserite in un contesto normativo volto a tutelare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2757 del 26 febbraio 2001
«Le disposizioni dei piani regolatori contenenti divieti di edificazione non hanno funzione integrativa della norma di cui all'art. 873 c.c. in tema di distanze tra costruzioni, essendo dettate, esclusivamente per interessi pubblici, allo scopo di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12013 del 28 novembre 1998
«Le distanze che i regolamenti locali sono abilitati a stabilire in deroga a quelle legali (purché in misura maggiore) possono legittimamente essere fissate mediante la determinazione di un distacco minimo non direttamente fra le costruzioni,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1383 del 11 febbraio 1998
«Le norme dei regolamenti comunali edilizi concernenti i cortili interni, volte non a determinarne l'ampiezza minima ai fini della tutela dell'interesse pubblico inerente alle esigenze igieniche, ma a disciplinare la distanza delle costruzioni su...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14354 del 3 novembre 2000
«La norma attribuisce al vicino una tutela immediata e diretta per il rispetto delle distanze prescritte e quindi la possibilità di chiedere ai sensi dell'art. 872, comma secondo c.c., la riduzione in pristino indipendentemente dallo stabilire se...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22553 del 23 ottobre 2009
«In materia di diritti reali, la domanda volta ad obbligare il vicino alla regolarizzazione di una luce, pur costituendo quantitativamente un "minus" rispetto alla "actio negatoria servitutis", rappresenta un qualcosa di diverso rispetto a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7934 del 23 agosto 1997
«La norma di cui all'ultimo comma dell'art. 913 c.c. ammette solo eccezionalmente, in relazione ad opere di sistemazione o trasformazione agraria, la possibilità di modificare il deflusso delle acque previa corresponsione di una mera indennità al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16495 del 5 agosto 2005
«Ne consegue che l'azione diretta a conseguire la riduzione in pristino a favore di colui che ha subito danno per effetto della violazione delle distanze legali deve qualificarsi come actio negatoria servitutis, essendo volta non già...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10733 del 11 agosto 2000
«L'usufruttuario ha un'autonoma legittimazione ad agire ai sensi dell'art. 2043 c.c. per il risarcimento del danno cagionato da un terzo al bene oggetto del suo diritto (nel caso di specie l'usufruttuario lamentava fatti integranti una riduzione...»