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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 20882 del 25 maggio 2011
«In tema di diffamazione, qualora l'atto giudiziario redatto dal difensore contenga affermazioni o espressioni diffamatorie, la relativa responsabilità penale in ordine al reato di cui all'art. 595 c.p. (ove non sussistano le condizioni per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10087 del 25 settembre 2000
«In relazione ad offese contenute in scritti o discorsi pronunciati dinanzi alle autorità giudiziarie, ed ai fini della applicabilità della esimente prevista dall'art. 598 c.p., è sufficiente che le offese provengano dalle parti o dai loro...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12057 del 21 novembre 1998
«In tema di delitti contro l'onore, perché possa ricorrere la scriminante prevista dall'art. 598 c.p. (relativa alle offese eventualmente contenute in scritti presentati o discorsi pronunciati dalle parti o dai loro difensori in procedimenti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1368 del 6 febbraio 1987
«L'esimente di cui all'art. 598 c.p. non può essere mai applicata allorché gli scritti contenenti espressioni offensive siano inviati non solo a coloro che ne debbono essere i destinatari nell'ambito del processo, ma anche ad altre persone, che nel...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40045 del 12 novembre 2010
«Ai fini della configurabilità del delitto di tratta di persone (art. 601 c.p.), non è richiesto che il soggetto passivo si trovi già in schiavitù o condizione analoga, con la conseguenza che il delitto in questione si ravvisa anche se una persona...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 20740 del 1 giugno 2010
«Il delitto di favoreggiamento dell'ingresso nel territorio dello Stato di uno straniero extracomunitario resta assorbito nel delitto di tratta di persone se realizzato per compiere questo ultimo delitto, in quanto la clausola di riserva "salvo che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23368 del 10 giugno 2008
«Ai fini della consumazione del reato di tratta di persone, con riguardo alla seconda delle ipotesi previste dall'art. 601, comma primo, c.p., non è necessario che venga consumato anche il reato di riduzione in schiavitù, quale previsto dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21 del 7 gennaio 2003
«È ammissibile il concorso tra il delitto di associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati in materia di prostituzione ed il reato di cui all'art. 3, n. 7, della legge 20 febbraio 1958 n. 75 (consistente nel fatto di «chiunque...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1277 del 22 gennaio 2014
«Le unioni di fatto, quali formazioni sociali che presentano significative analogie con la famiglia formatasi nell'ambito di un legame matrimoniale e assumono rilievo ai sensi dell'art. 2 Cost., sono caratterizzate da doveri di natura morale e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7663 del 1 agosto 1990
«Nei giudizi instaurati da (o contro) società di persone è sufficiente, ai fini della rituale instaurazione del contraddittorio, la presenza in giudizio di tutti i soci, non essendo configurabile un interesse della società (come autonomo soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3189 del 22 gennaio 2009
«In tema di violenza sessuale, ai fini della configurabilità dell'attenuante della minore gravità del fatto non rileva la circostanza che la vittima eserciti la prostituzione, in quanto il diritto al rispetto della libertà sessuale prescinde da...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10248 del 4 marzo 2014
«Ai fini della configurabilità del delitto di violenza sessuale, la rilevanza di tutti quegli atti che, in quanto non direttamente indirizzati a zone chiaramente definibili come erogene, possono essere rivolti al soggetto passivo, anche con...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26369 del 6 luglio 2011
«Il concorso di persone nel reato di violenza sessuale è configurabile solo nella forma del concorso morale con l'autore materiale della condotta criminosa ove il concorrente non sia presente sul luogo del delitto, configurandosi diversamente il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23988 del 15 giugno 2011
«La fattispecie criminosa di violenza sessuale di gruppo richiede per l'integrazione la presenza di più persone al momento e sul luogo del delitto e in ciò si differenzia dall'ipotesi di concorso nel reato di violenza sessuale. (Nella specie la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 42789 del 10 novembre 2003
«Il delitto previsto dall'art. 611 c.p. (violenza o minaccia per costringere a commettere un reato) è un reato di pericolo che si consuma nel momento stesso dell'uso della violenza e della minaccia, indipendentemente dal reato fine; comunque,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13611 del 12 ottobre 1989
«Perché ricorra la circostanza aggravante della minaccia commessa da più persone riunite, di cui all'art. 339 c.p., richiamato dall'art. 611 cpv. c.p. per la sussistenza dell'ipotesi aggravata della violenza o minaccia per costringere a commettere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8251 del 8 marzo 2006
«Ai fini della configurabilità del reato di minaccia, si richiede la prospettazione di un male futuro ed ingiusto — la cui verificazione dipende dalla volontà dell'agente — che può derivare anche dall'esercizio di una facoltà legittima la quale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36353 del 22 settembre 2003
«Ai fini della configurazione del delitto di minaccia non occorre che le espressioni intimidatorie siano pronunciate in presenza della persona offesa, essendo solo necessario che questa sia venuta a conoscenza anche tramite altre persone, a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 20895 del 25 maggio 2011
«Integra il delitto di atti persecutori (art. 612 bis c.p.), la condotta di colui che compie atti molesti ai danni di più persone, costituendo per ciascuna motivo di ansia, non richiedendosi, ai fini della reiterazione della condotta prevista dalla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17698 del 7 maggio 2010
«Il delitto di atti persecutori è reato ad evento di danno e si distingue sotto tale profilo dal reato di minacce, che è reato di pericolo.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31982 del 29 luglio 2003
«Ai fini della configurazione del delitto di violazione di domicilio, per “abitazione” si intende il luogo adibito ad uso domestico di una o più persone; non è tale — difettando del requisito dell'attualità dell'uso domestico — l'appartamento non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 879 del 5 febbraio 1997
«Deve ritenersi pienamente configurabile il reato di violazione di domicilio, nel caso di abusiva introduzione (o abusiva permanenza) nei locali dello studio di un libero professionista il quale eserciti compiti che si inseriscono in un'attività...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10745 del 18 novembre 1985
«Lo stabilimento industriale deve ritenersi privata dimora, ai fini del reato di violazione di domicilio perché è il luogo dove l'imprenditore svolge la sua attività lavorativa e dove pertanto ha il diritto di disporre dei locali tutti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8574 del 5 ottobre 1982
«Quando il domicilio è comune a più persone (ad es. membri di una comunità familiare) all'inviolabilità del domicilio hanno diritto tutti i conviventi; perciò il dissenso, espresso o tacito, di uno solo di essi è sufficiente ad integrare la volontà...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11746 del 29 marzo 2012
«Nel delitto di violazione di domicilio, l'aggravante della violenza sulle persone presuppone che la violenza si manifesti in uno qualsiasi dei diversi momenti nei quali si estrinseca la fase esecutiva del reato e, pertanto, ricorre anche quando...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27542 del 15 luglio 2010
«Ai fini della configurabilità dell'aggravante prevista dall'ultimo comma dell'art. 614 c.p. (fatto commesso con violenza su persone o cose o da soggetto armato) non è sufficiente un rapporto occasionale tra gli atti di violenza e la violazione di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15575 del 13 novembre 1989
«In tema di violazione di domicilio, il solo uso di una pistola - giocattolo — qualora si accerti che il fatto non sia stato commesso anche con violenza sulle cose o alle persone — non è sufficiente ad integrare l'aggravante prevista dall'ultima...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8996 del 10 agosto 2000
«L'assorbimento del reato di violazione di domicilio in quello di ragion fattasi si verifica solo quando l'esercizio del preteso diritto si concreta nel semplice ingresso e nella sola permanenza invito domino nella altrui abitazione (o negli altri...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16303 del 27 novembre 1989
«L'assorbimento del reato di violazione di domicilio in quello di ragion fattasi si verifica soltanto quando l'esercizio del preteso diritto si concreta o consiste nel solo ingresso e nella sola permanenza nell'altrui casa, invito domino. Quando...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44701 del 1 dicembre 2008
«Non sussistono gli estremi atti ad integrare il delitto di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.) nel caso in cui il soggetto attivo effettui, attraverso l'uso di telecamere installate all'interno della propria abitazione,...»