(massima n. 1)
Gli omicidi «eccellenti» ascrivibili alla associazione criminosa «Cosa nostra» come quelli commessi in danno di appartenenti alle forze dell'ordine, magistrati, giornalisti, imprenditori importanti, uomini d'onore e loro familiari, sono decisi o autorizzati dalla cosiddetta «commissione», titolare in proposito di una sorta di «competenza funzionale», della quale fanno parte i vertici del sodalizio; si tratta infatti di delitti che per la loro importanza e per il rilievo ed i riflessi nei confronti dell'associazione, sono direttamente deliberati da detto consesso — in veste di mandante, ovvero di organo che autorizza ed aderisce — in funzione repressiva o di prevenzione generale. Pertanto il giudice di merito che abbia correttamente e motivatamente dimostrato l'attendibilità intrinseca ed estrinseca delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, coerentemente e logicamente può ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, idonei a fondare una misura cautelare in relazione ai suindicati delitti, nei confronti di coloro che in tali propalazioni risultano indicati come appartenenti alla «commissione» di vertice dell'organizzazione mafiosa.