(massima n. 1)
Il concorso esterno in associazione di tipo mafioso si distingue dal reato di favoreggiamento personale, in quanto l'aiuto non solo è prestato ad uno o più partecipi mentre l'associazione è ancora in atto, ma è rivolto al singolo in quanto componente del gruppo criminale. (Nel caso di specie, la S.C. ha ritenuto corretta la configurazione da parte del giudice di appello dell'ipotesi di concorso esterno nel delitto di associazione mafiosa anziché di favoreggiamento, come originariamente contestato — in riferimento alle condotte di alcuni agenti della polizia di Stato che, oltre ad aver ricevuto denaro in cambio della trasmissione di notizie riservate e dell'omissione di atti del loro ufficio, avevano aiutato i membri di due clan mafiosi, alcuni in stato di latitanza, ad eludere le investigazioni dell'autorità ed a sottrarsi alle ricerche di questa, informandoli delle specifiche operazioni di polizia svolte nei confronti degli affiliati alle organizzazioni).