(massima n. 1)
È vero che il delitto di cui all'art. 586 c.p. (morte o lesione come conseguenza di altro delitto) è imputabile a titolo di colpa (per il richiamo all'art. 83 stesso codice), ma la colpa stessa consiste specificamente nella violazione di legge commessa col delitto doloso presupposto. Ne consegue che nel prendere in considerazione l'elemento psicologico del reato ai sensi dell'art. 133 c.p., il giudice può legittimamente valutare il grado di colpa del delitto «conseguente» attraverso l'accertamento dell'intensità del dolo relativo al delitto «presupposto». (Fattispecie relativa a rigetto di ricorso con il quale si deduceva anche illogicità della motivazione laddove escludeva la prevalenza delle attenuanti generiche sulla contestata aggravante nella considerazione che l'imputato, anestesista rianimatore, con i suoi ripetuti ed ingiustificati rifiuti di accompagnare ed assistere un paziente a rischio, aveva dimostrato una notevole intensità del dolo di omissione, che si era ripercossa a titolo di colpa sull'evento morte non voluto).