(massima n. 1)
Le pronunce di accertamento giudiziali si distinguono in sentenze dichiarative e sentenze costitutive. Le prime dichiarano la volontà della legge rispetto alla fattispecie concreta con funzione di mero accertamento e, per la loro stessa natura, retroagiscono, nei loro effetti, al momento rispetto al quale è richiesto dalle parti l'accertamento della concreta volontà di legge (data della domanda giudiziale o momento anteriore) ed hanno, quindi, efficacia ex tunc. Le seconde, pur avendo un'identica funzione dichiarativa, mirano allo scopo ulteriore di creare uno status giuridico dapprima inesistente e, pertanto, avendo effetti costitutivi, operano ex nunc, in quanto servono esse stesse come titolo o causa per il sorgere di nuove situazioni giuridiche, che da loro prendono vita, e solo eccezionalmente, per il particolare carattere delle azioni che le determinano (annullamento, risoluzione contrattuale) hanno efficacia ex tunc, come le sentenze dichiarative. La sentenza che pronuncia la cessazione della proroga legale (nella specie, per morte del professionista, conduttore d'immobile adibito a studio legale) ha natura di sentenza dichiarativa, in quanto accerta il sussistere delle condizioni dalle quali la legge fa dipendere il venir meno del diritto alla continuazione del rapporto, senza determinare alcuna nuova situazione, a cui consegua l'effetto suddetto. Peraltro, la cessazione della proroga legale, sebbene determinata dal verificarsi di condizioni stabilite dalla legge, non opera automaticamente, giacché occorre che il locatore se ne avvalga proponendo nei confronti del conduttore la relativa istanza, cosicché la sentenza retroagisce al momento della domanda giudiziale.