(massima n. 1)
In tema di atti sessuali con minorenne la nozione di “atti sessuali”, così come del resto l'ipotesi di “minore gravità”, non si differenzia da quella prevista dall'art. 609 bis c.p. e non può essere caratterizzata da una concezione psicologico-comportamentale alla luce della qualità della parte offesa, dovendo piuttosto basarsi sull'effettiva lesività del bene protetto e, quindi, sulla compressione della libertà sessuale della vittima.