Si ha riserva mentale quando un soggetto dichiara una volontà esteriore differente dalla sua volontà interiore. Nel diritto romano classico, la reservatio mentis era irrilevante, in quanto ciò che contava in sede contrattuale era la volontà esteriormente espressa. Il concetto di volontà interiore, così come quello di riserva mentale, diviene rilevante nel diritto latino medievale e in quello neolatino, per influsso del Cristianesimo.