L'espressione designa un istituto tipico del diritto penale romano di epoca repubblicana, in base al quale il cittadino romano che fosse stato giudicato colpevole da un magistrato nel corso di un processo criminale, aveva il diritto di appellarsi al popolo, rimettendo la sentenza ai comizi, nella loro veste di tribunale supremo. La provocatio era indubbiamente un gesto di grande rilevanza ideologica: appellandosi al popolo, l'imputato insinuava il sospetto che fosse in atto, ai suoi danni, una persecuzione motivata da ragioni esclusivamente politiche. In etą repubblicana il diritto alla provocatio fu sottoposto a gravi restrizioni da parte del senato e dei magistrati, gelosi delle loro prerogative giurisdizionali. In etą imperiale, tale istituto scomparve, sostituito dall'appello all'imperatore.