L'attribuzione del titolo di pontefice al papa, capo della Chiesa cattolica, risale all'età dell'impero romano cristiano, ma in precedenza il termine fu usato in diverse accezioni. In età repubblicana, i pontifices formavano un collegio di sacerdoti, presieduto dal pontifex maximus, con competenza sui riti pubblici, sacri e profani: originariamente formato da tre soli membri, questo collegio fu poi accresciuto sino al numero di quindici (I secolo a.C). Analizzando le funzioni del collegio dei pontefici, risulta evidente come vi fosse una commistione della sfera religiosa con quella giuridica: non solo il sommo pontefice convocava e presiedeva i comizi curiati, ma sino al IV secolo a.C. fu l'unica autorità in grado di interpretare solennemente le leggi e le usanze. Per la loro conoscenza in materia negoziale e processuale, i pontefici erano incaricati di dare responsi ai magistrati e ai privati cittadini in materie giuridiche. Solo dal III secolo a.C., iniziò il processo di laicizzazione della sfera giuridica, progressivamente affidata a giuristi laici, e la riduzione delle competenze dei pontefici al solo diritto sacrale.