Nel linguaggio giuridico attuale, questo termine č usato nell'accezione di tutela del buon costume, pertanto l'unica forma di censura prevista dal nostro ordinamento č quella volta a vietare manifestazioni contrarie al buon costume stesso. Il termine si fa risalire ai censores dell'epoca repubblicana, ossia i due magistrati di rango senatorio cui erano demandate importanti funzioni, quali autorizzare l'ammissione al senato degli ex-magistrati, autorizzare l'iscrizione alle liste elettorali dei cittadini romani, sottoporre a verifica il bilancio dello Stato, vigilare sulla procedura di assegnazione degli appalti e delle concessioni, e, in generale, sul buon costume negli affari pubblici. I censores erano chiamati anche i "moralizzatori" dello Stato: il pił famoso tra loro fu Marco Porcio Catone.