La locuzione, di origine ellenica, si riferisce al voto di Atena nel processo (nelle Eumenidi di Eschilo) contro Oreste, reo di matricidio, che era stato giudicato colpevole dalla maggioranza dei giurati del tribunale dell'Areopago. Il voto di Atena determina l'assoluzione di Oreste. Nel diritto romano imperiale, l'imperator aveva la stessa prerogativa: il suo voto a favore del reo (detto, appunto, calculus Minervae) determinava l'assoluzione, se la condanna era stata votata da una maggioranza ristretta, costituita dalla metà più uno dei giurati.