Il termine, che esprime un concetto fondamentale del diritto romano ed odierno, va inteso come esigenza di adeguamento del diritto a sentimenti di giustizia, in conformità alle istanze dell'ambiente sociale, nel contemperamento degli opposti interessi in gioco nel caso concreto. Il nostro ordinamento ricorre in più casi al concetto di equità: ad esempio, in materia di integrazione del contratto, l'equità è intesa come criterio del giusto contemperamento dei diversi interessi delle parti in relazione all'economia dell'affare. Spesso, inoltre, il termine "indennizzo" si accompagna all'aggettivo "equo", appunto perché è il giudice a dover valutare nel caso concreto l'ammontare dovuto, sulla base dei criteri appena esposti. Anche per quanto riguarda il risarcimento danni, il codice civile prevede che, qualora il danno non possa essere provato nel suo preciso ammontare, il giudice valuti equitativamente le circostanze.