La normativa prevede che chi percepisce la
NASpI può tranquillamente partecipare a un tirocinio, senza perdere il diritto all’
indennità di disoccupazione. In pratica, l'INPS ha stabilito che
il tirocinio non è un contratto di lavoro vero e proprio, ma un’esperienza formativa che non influisce sullo
status di disoccupato.
Pertanto, anche se si riceve una piccola indennità per il tirocinio, non è considerata come reddito da lavoro dipendente e
non interferisce con la NASpI.
Un beneficiario della NASpI può continuare a ricevere entrambe le indennità, quella di disoccupazione e quella del tirocinio. Non ci sono limiti all’importo che può essere corrisposto per il tirocinio che possano ridurre l’importo della NASpI. L’unica condizione è che il tirocinio mantenga il suo carattere formativo e non diventi una vera e propria attività lavorativa subordinata.
L'INPS chiarisce la situazione con una circolare
Con la circolare n. 174 del 23/11/2017, l’INPS ha chiarito definitivamente la possibilità di cumulare la NASpI con il tirocinio. Il documento specifica che non solo il tirocinio non comporta la perdita del diritto alla NASpI, ma le due indennità possono coesistere senza alcun problema.
Inoltre, viene ribadito che il tirocinio non è considerato
lavoro subordinato, ma un'attività formativa, e che l'indennità che ne deriva non dà diritto ad altri benefici come la pensione.
A questo proposito, è importante ricordare le principali
differenze tra le due indennità. Le borse lavoro, le indennità per gli
stage e i tirocini sono visti come rimborsi e non danno diritto a contributi per la
pensione, né influiscono sul diritto alla NASpI al termine del tirocinio. La NASpI, invece, è un supporto economico per chi perde il lavoro in modo involontario e non è legata a un periodo di formazione.
Cosa fare per non rischiare la perdita della NASpI?
Anche se non è obbligatorio, è fortemente consigliato avvisare l’INPS dell’inizio del tirocinio. Puoi farlo facilmente attraverso il servizio online «NASpI-COM: invio comunicazione» sul sito dell’INPS. Questo passaggio aiuta a evitare malintesi e a garantire che l’indennità continui ad essere correttamente erogata.
Chi ha diritto alla NASpI e cosa cambia nel 2025?
Per avere diritto all’indennità, è necessario rispettare due requisiti fondamentali:
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essere disoccupati involontariamente: ciò significa che bisogna aver perso il lavoro per cause non dipendenti dalla propria volontà, come licenziamenti o scadenza del contratto. Le dimissioni volontarie di solito escludono il diritto alla NASpI, tranne che in casi particolari, come quando ci si dimette per giusta causa;
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requisito contributivo: è necessario aver versato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti l’inizio della disoccupazione. Questi contributi possono essere derivanti da lavoro dipendente o anche da periodi come maternità o congedo parentale.
Una novità introdotta nel 2025 riguarda i lavoratori che, dopo essersi dimessi da un lavoro a tempo indeterminato, trovano un nuovo impiego e vengono licenziati entro 12 mesi. In questi casi, per poter ricevere la NASpI, è necessario aver accumulato almeno 13 settimane di contributi anche nel nuovo posto di lavoro.