Nel messaggio n. 801/2025, l’INPS ha indicato i criteri di accesso alla pensione anticipata per quei lavoratori impiegati in attività particolarmente usuranti. Tra le categorie interessate rientrano gli operai che lavorano su catena di montaggio, i conducenti di mezzi destinati al trasporto pubblico collettivo e tutti coloro che svolgono professioni caratterizzate da un elevato livello di fatica fisica. Per poter beneficiare dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro nel 2026, è necessario soddisfare due condizioni fondamentali:
- aver maturato almeno 35 anni di contributi, requisito essenziale per accedere alla pensione di anzianità;
- raggiungere un’età minima, che varia a seconda della tipologia di lavoratore: in caso di lavoratori dipendenti sono necessari almeno 61 anni e 7 mesi, a condizione di aver raggiunto quota 97,6; in caso, invece, di lavoratori autonomi sono richiesti almeno 62 anni e 7 mesi, purchè sia raggiunta quota 98,6.
Per chi lavora tra 72 e 77 notti all’anno, le soglie richieste sono:
- dipendenti: almeno 62 anni e 7 mesi, con quota 98,6;
- autonomi: almeno 63 anni e 7 mesi, con quota 99,6.
- dipendenti: almeno 63 anni e 7 mesi, con quota 99,6;
- autonomi: almeno 64 anni e 7 mesi, con quota 100,6.
I lavoratori e le lavoratrici che soddisfano i requisiti previsti e maturano il diritto alla pensione agevolata nel 2025 devono inoltrare la richiesta di riconoscimento entro il 1° maggio 2025. La domanda deve essere trasmessa in modalità telematica all’INPS, accompagnata dal modulo “AP45” e dalla documentazione specifica relativa all’attività svolta. Quest’ultima è indicata nella tabella A allegata al decreto del Ministero del Lavoro e dell’Economia del 20 settembre 2011.
Nel caso in cui la documentazione iniziale non sia sufficiente a dimostrare in modo inequivocabile la natura usurante del lavoro svolto, è possibile fornire ulteriori elementi probatori, a condizione che questi siano relativi al periodo in cui l’attività è stata effettivamente esercitata.
Ritardi nella presentazione e slittamento della pensione
Se la richiesta viene inoltrata oltre la scadenza prevista, purché sia stato accertato il possesso dei requisiti, l’accesso al trattamento pensionistico sarà posticipato in base ai seguenti criteri:
- ritardo fino a un mese: la pensione slitta di un mese;
- ritardo superiore a un mese ma inferiore a tre mesi: la decorrenza è rinviata di due mesi;
- ritardo pari o superiore a tre mesi: il pensionamento sarà differito di tre mesi.
Dopo l’invio della richiesta, l’INPS può emettere tre diversi tipi di provvedimento:
- accoglimento: il lavoratore riceve la conferma del riconoscimento e viene indicata la prima decorrenza utile del trattamento pensionistico;
- accertamento con differimento: viene verificata la sussistenza dei requisiti, ma l’accesso alla pensione è rinviato a causa dell’insufficiente copertura finanziaria;
- rigetto: la domanda viene respinta qualora il lavoratore non soddisfi le condizioni richieste per il riconoscimento dell’attività usurante.