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Legge 104, agevolazioni per i genitori dei figli nati prematuri ma attenzione all'età: ecco tutte le misure in campo

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Legge 104, agevolazioni per i genitori dei figli nati prematuri ma attenzione all'età: ecco tutte le misure in campo
La Legge 104/1992 riconosce una serie di benefici per i genitori di figli nati prematuri. Però, attenzione all’età del bambino
La Legge n. 104/1992 riconosce una serie di benefici per le persone con disabilità e per i familiari che le assistono. In particolare, questa normativa prevede una serie di agevolazioni anche per i genitori di bambini nati prematuramente.

Quali sono le agevolazioni con la Legge 104 per i neonati prematuri?

Tra i casi in cui si può richiedere la Legge 104 per un neonato c’è proprio l’ipotesi della nascita prematura: ossia, il caso in cui il bambino o la bambina nasca prima della trentesima settimana di gestazione.

Si tratta di situazioni in cui i bambini sono molto fragili poiché, essendo nati prima del termine previsto, sono costretti ad imparare anticipatamente a svolgere alcune funzioni fondamentali come, ad esempio, respirare o deglutire.

Tra i principali benefici, riconosciuti dalla Legge 104 ai genitori di figli prematuri, c’è il prolungamento del congedo parentale: cioè l’ampliamento del periodo di astensione facoltativa dal lavoro per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e soddisfarne i bisogni affettivi e relazionali.

In generale, il congedo parentale spetta ai genitori lavoratori entro i primi dodici anni di vita del bambino per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a dieci mesi (undici mesi se il padre lavoratore si assenta dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi).

Per i bambini fino ai tre anni, compresa l’ipotesi di nascita prematura, i genitori possono chiedere l’estensione del congedo parentale per un periodo complessivo, compreso il congedo ordinario, non superiore ai tre anni.

In alternativa, sempre per i bambini fino a tre anni di età, i genitori possono richiedere alcune ore di permesso al giorno oppure tre giorni di permesso mensile retribuito.

Ovviamente, si sta facendo riferimento ai cc.dd. permessi della Legge 104: ossia, periodi di assenza retribuiti dal lavoro per dare assistenza a familiari con disabilità grave.

Nello specifico, per assistere familiari disabili in situazione di gravità, i lavoratori possono usufruire, in alternativa, di permessi orari retribuiti in relazione all’orario di lavoro (due ore o un’ora al giorno se l’orario lavorativo è, rispettivamente, superiore o inferiore a sei ore), oppure di tre giorni di permesso mensile, anche frazionabili in ore.

Invece, per i figli che hanno compiuto i dodici anni, i genitori hanno diritto soltanto ai permessi retribuiti a norma della Legge 104.

Però il discorso non finisce qui.

Infatti può accadere che venga riconosciuta la disabilità grave del bambino ai sensi del comma 3 dell’art. 3 della legge 104.

In questo caso, quali benefici sono riconosciuti ai genitori?

L’art. 3, comma 1 della Legge 104 stabilisce che il “soggetto con disabilità” è colui che ha una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabile o progressiva (ossia, destinata ad aggravarsi con il tempo). Tale minorazione deve comportare difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione sul posto di lavoro, nonché emarginazione o svantaggio sociale.

Ai sensi del comma 3 dell’art. 3, si parla di disabilità grave quando, in relazione all’età del soggetto disabile, la minorazione ha diminuito l’autonomia personale e ha reso necessaria l’assistenza generale, permanente e continuativa.

In quest’ultima ipotesi, si potrà usufruire del congedo straordinario.

Si tratta di un periodo di assenza dal lavoro, retribuito fino ad un massimo di due anni durante la vita lavorativa. In generale, al lavoratore spetta un’indennità pari alla retribuzione dell’ultimo mese di lavoro che precede il congedo.

In conclusione, anche in situazioni delicate come quelle appena viste, i genitori lavoratori possono contare su importanti agevolazioni che la legge prevede a loro sostegno, per permettere e facilitare l’assistenza dei propri figli.


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