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Accordarsi col postino per non ricevere la posta e le raccomandate è corruzione: ecco cosa non devi fare assolutamente

Accordarsi col postino per non ricevere la posta e le raccomandate è corruzione: ecco cosa non devi fare assolutamente
È possibile mettersi d’accordo con il postino per evitare la consegna di raccomandate? La legge stabilisce quando è reato
Il postino suona sempre due volte. O forse nemmeno una, se ci si mette d’accordo.

Per molti, quando il portalettere suona al campanello, è un colpo al cuore. Spesso, il postino non è portatore di buone notizie. Basti pensare che, di frequente, con il servizio postale avviene la notifica di cartelle di pagamento, multe e atti giudiziari.

Per sottrarsi alla notifica di lettere raccomandate, è possibile accordarsi con il postino per evitare la consegna?

È un dubbio che molti hanno.

D’altronde, bisogna dire che la raccomandata si presume “conosciuta” dal destinatario anche nel caso in cui, dopo il tentativo di consegna da parte del postino che non ha trovato nessuno (o nessuno che gli abbia risposto), la busta in giacenza non venga ritirata presso l’ufficio postale.

Quindi, non rispondere al postino e non andare a ritirare la raccomandata all’ufficio postale serve a poco. Comunque la notifica dell’atto si perfezione e produce i suoi effetti.

Ecco perché, per eliminare il problema alla fonte, si potrebbe pensare di fare un patto con il postino. Per esempio, in cambio di denaro, il portalettere potrebbe mentire, affermando che il destinatario sia sconosciuto o che l’indirizzo non sia corretto.

Se si paga il postino per non ricevere raccomandate, si rischia qualcosa?

La risposta è sì e le conseguenze potrebbero anche essere pesanti.

Infatti, questo tipo di condotta configura un’ipotesi di reato. Cerchiamo di fare chiarezza.

Innanzitutto, per individuare il reato e le pene previste, si deve capire quale qualifica attribuire al postino: ossia, il postino è pubblico ufficiale?

L'art. 357 del c.p. stabilisce che il pubblico ufficiale è colui che esercita una funzione pubblica legislativa, giurisdizionale o amministrativa (in particolare, la pubblica funzione amministrativa è disciplinata da norme di diritto pubblico o da atti autoritativi e si sostanzia nell’esercizio di poteri deliberativi, autoritativi, certificativi e rappresentativi).

Allora, come precisato anche dalla Cassazione, il postino non assume la qualifica di pubblico ufficiale. In realtà, il postino assume la qualifica di incaricato di pubblico servizio.

L'art. 358 del c.p. precisa che l’incaricato di pubblico servizio è colui che, a qualsiasi titolo, presta un pubblico servizio.

Per “pubblico servizio” deve intendersi un’attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza di quei poteri deliberativi, autoritativi, certificativi che – al contrario - costituiscono i caratteri tipici della pubblica funzione.

In pratica, l’incaricato di pubblico servizio è il soggetto che svolge una funzione pubblica senza i poteri autoritativi o certificativi tipici dei pubblici ufficiali.

Per quanto riguarda la figura del postino, egli è un incaricato di pubblico servizio in virtù dei compiti che svolge e che non implicano l’esercizio di poteri tipici di una funzione pubblica. Infatti, il postino provvede alla consegna e all’attestazione della ricezione della corrispondenza.

Dunque, se si paga il postino per non far consegnare la posta, cosa si rischia?

In questo caso, si sta commettendo il reato di corruzione.

A rischiare è certamente il soggetto corrotto.

Infatti, secondo il codice penale (art. 319 del c.p. e art. 320 del c.p.), è punito il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che riceve denaro (od altra utilità) o ne accetta la promessa per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, oppure per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio.

Nel nostro caso, il codice penale (sempre agli artt. 319 e 320) precisa che la corruzione di incaricato di pubblico servizio viene punita con la reclusione da sei a dieci anni, ridotta in misura non superiore ad un terzo.

Però anche chi corrompe non è esente da pene.

Difatti, l'art. 321 del c.p. punisce anche il corruttore: ossia, colui che dà o promette denaro od altra utilità al pubblico ufficiale o all’incaricato di un pubblico servizio.

Peraltro, il corruttore viene punito con le stesse pene previste per il corrotto.

In conclusione, non è possibile accordarsi con il postino per evitare la consegna di raccomandate, atti giudiziari o multe.

Al contrario, si commetterebbe un reato e si andrebbe incontro a pene molto pesanti.


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