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Chiara Ferragni, sapete perchè è stata multata dall'Antitrust? Quello che nessuno vi ha spiegato chiaramente

Chiara Ferragni, sapete perchè è stata multata dall'Antitrust? Quello che nessuno vi ha spiegato chiaramente
Che si intende per "pratica commerciale scorretta"? Quali "scorrettezze" hanno posto in essere Chiara Ferragni e la Balocco? Scopriamolo insieme.
Sembra proprio che questo Natale Chiara Ferragni abbia trovato un regalo sgradito sotto l’albero.
A seguito dello scandalo cd. pandoro-gate, che l’ha travolta, l’Antitrust ha comminato una maxi multa alla nota influencer per pratica commerciale scorretta, connotata da elementi di ingannevolezza ai sensi degli artt. 21 e 22 del Codice del consumo.

Più precisamente, l’Authority ha sanzionato le società Fenice e TBS Crew che fanno capo alla Ferragni, con una multa rispettivamente di 400mila e 675mila euro, per un totale che supera il milione di euro.

Anche l’azienda dolciaria Balocco è stata multata per la cifra di 420mila euro.
L’indagine dell’Autorità ha visto protagonista la campagna promozionale della Balocco per la vendita dei panettoni di Natale 2022, in collaborazione con la nota influencer, chiamata: “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino”.

Gli stessi sono accusati di aver lasciato credere ai consumatori che, acquistando il pandoro griffato pubblicizzato come “Pandoro Pink Christmas”, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing.

In realtà, la Balocco aveva già fatto una donazione di 50mila euro in favore dell’ospedale mesi prima. E, per giunta, la somma donata non aveva nessuna correlazione con la vendita dei panettoni che sarebbe avvenuta solo in seguito.

Le società Fenice e TBS Crew, pertanto, hanno incassato il lauto compenso di circa 1 milione di euro per la licenza dei marchi di Chiara Ferragni e per la campagna pubblicitaria, senza versare però un solo euro all’ospedale torinese.

Ma cosa si intende per pratica commerciale scorretta?
Innanzitutto, occorre sapere che per pratica commerciale si intende qualsiasi azione, omissione, condotta o dichiarazione, comunicazione commerciale (compresa la pubblicità e la commercializzazione del prodotto) posta in essere da un professionista ai fini della promozione, vendita o fornitura di un bene o un servizio al consumatore.

Secondo l’art. 20 del Codice del consumo, la pratica commerciale diventa scorretta (e costituisce, quindi, illecito) quando si pone in contrasto con il principio di diligenza professionale, quando risulta falsa o è idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio alla quale la pratica commerciale è diretta.

Sono, invece, considerate ingannevoli (artt. dal 21 al 23) quelle pratiche commerciali che contengono informazioni non corrispondenti al vero, e comunque volte ad indurre il consumatore medio ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso, attraverso errori od omissioni.
L’induzione in errore può riguardare il prezzo, la disponibilità sul mercato del prodotto, le sue caratteristiche ecc.

Qual è la pratica scorretta commessa dalla Ferragni e da Balocco secondo L’Antitrust?
Secondo l’Autorithy ci sono più condotte scorrette.
La prima sarebbe stata proprio quella di far credere - durante la campagna pubblicitaria del Pandoro Pink Christmas 2022 - che, acquistando il pandoro griffato al prezzo di 9 euro, invece dello stesso prodotto non brandizzato al prezzo di 3,70 euro, i consumatori avrebbero contribuito alla donazione all’ospedale Regina Margherita.

Una seconda condotta posta in essere dalla Ferragni sarebbe stata quella di aver diffuso, anche tramite canali social, informazioni per indurre a credere che, acquistando il pandoro, i consumatori avrebbero contribuito all’iniziativa benefica nei confronti dell’ospedale torinese. In più la comunicazione dell’influencer lasciava intendere che lei stessa partecipava direttamente alla donazione.
Circostanza, questa, che non si è mai verificata, in quanto la nota influencer aveva percepito il cachet di 1 milione di euro per fare da testimonial ma non aveva fatto alcuna donazione all’ospedale.

Infine, l’Autorità ha ritenuto che il prezzo più che raddoppiato del pandoro griffato - rispetto allo stesso prodotto non firmato Chiara Ferragni - abbia contribuito a trarre in inganno i consumatori.
Tali circostanze avrebbero intaccato considerevolmente la libertà di scelta del consumatore, facendo leva sulla loro sensibilità verso le opere di carità. Tanti di loro, ora, si aspettano un risarcimento.


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